La scorsa settimana è stata positiva per i listini azionari statunitensi e dei mercati emergenti, ma anche per tutto il comparto obbligazionario. L’andamento è stato invece incerto per le borse dell’Eurozona e negativo per il dollaro.
L’evento della settimana, che ha fortemente condizionato i mercati, è stato il meeting della Fed. La decisione è stata quella di lasciare invariati i tassi. Tuttavia sono emersi elementi importanti: in primis, la grande attenzione data al contesto macroeconomico globale, che sposta il focus della Fed dal livello domestico a quello internazionale, ampliandone anche il ruolo; inoltre, l’atteggiamento market friendly nei confronti del mercato, evidenziato con l’adeguamento del dot plot (le stime di rialzo dei tassi espresse direttamente dai membri del Fomc) alle attese degli operatori. Negli ultimi mesi si era infatti verificata una forte divergenza tra il dot plot che vedeva ancora quattro rialzi dei tassi Usa nel 2016, il consensus degli analisti (che stimavano due rialzi) e quanto espresso dai futures sui tassi (che stimavano un solo rialzo). La revisione del dot plot da parte dei membri del Fomc, che oggi vede solo due rialzi per quest’anno, va proprio nella direzione di quanto atteso dal mercato.
La cautela della Fed rimarcata dalla Yellen, nonostante la performance dell’economia americana che sta vedendo un mercato del lavoro forte, espansione moderata e un’inflazione in crescita (al 2,3% se si guarda alla sola componente core che esclude il settore energetico) ha portato a un marcato e veloce repricing del dollaro, in considerazione anche del fatto che il prossimo rialzo è stato indicato per settembre.
Guardando sempre all’America, la scorsa settimana hanno riportato Oracle, Fedex e Adobe. Tutte e tre le società hanno presentato numeri soddisfacenti per il primo trimestre dell’anno. Oracle ha mostrato una crescita davvero molto forte nella sua divisione cloud, crescita che però non è riuscita a compensare la contrazione delle vendite di software che rappresentano la maggior parte del fatturato, che si è contratto del 3,4%, più di quanto atteso dagli analisti. Anche Adobe ha riportato numeri buoni grazie allo sviluppo del business cloud. Fedex ha riportato meglio delle attese grazie alla forte domanda per le consegne rapide e al taglio dei costi che hanno sostenuto la marginalità.
La settimana entrante vedrà eventi importanti sia sul fronte dell’Eurozona, sia oltreoceano. In Eurozona sono attese le survey Zew sulle aspettative degli esperti di mercato e la fiducia dei consumatori: le attese sono per un miglioramento rispetto al mese precedente. Saranno inoltre pubblicate le stime preliminari del mese di marzo degli indici Markit relative al settore manifatturiero e a quello dei servizi. Negli Stati Uniti sono attesi i discorsi di diversi membri del Fomc ( James Bullard della Fed di St Louis e Charles Evans della Fed di Chicago), che daranno maggiore profondità alle decisioni della scorsa settimana da parte della Fed. Sempre in America, secondo gli esperti, si ritiene che i dati macro market mover saranno i beni durevoli e le stime preliminari degli indici Markit (Services Pmi). Importanti ma con minor impatto (perché non ci si aspettano grandi sorprese) saranno invece i dati provenienti dal settore immobiliare e la stima finale del Pil Usa del quarto trimestre.