Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli e il presidente della Regione Liguria Marco Bucci hanno firmato oggi a Genova l’accordo preliminare per l’intesa sull’autonomia differenziata.
La pre-intesa riguarda le prime quattro materie per le quali non è necessaria la definizione preliminare dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni) o per le quali questi sono già stabiliti: Protezione civile (potenziamento del coordinamento operativo sul territorio e maggiore capacità d’intervento nelle emergenze); Professioni (possibilità di intervenire sull’organizzazione e sulla disciplina di alcune attività professionali); Previdenza complementare e integrativa (promozione e gestione più vicine al territorio dei sistemi di tutela aggiuntiva); Tutela della salute, (funzioni connesse alla gestione anche economico-finanziaria del sistema sanitario regionale).
L’accordo stabilisce che Governo e Regione concluderanno le trattative sulle singole funzioni entro il 31 dicembre 2025, come previsto dalla legge nazionale e dalla sentenza 192/2024 della Corte costituzionale. Restano aperti i tavoli tecnici per valutare future richieste su ulteriori materie.
«È una giornata importante per tutti noi – ha detto Bucci –. L’autonomia differenziata non significa divisione, ma responsabilità: poter gestire più direttamente alcune competenze ci permette di essere più rapidi, più efficienti e più vicini ai bisogni dei cittadini. Essere allineati sulle strategie è indispensabile, ma questo non significa che non possano esserci approcci diversi. Anche nelle multinazionali esistono livelli differenti che si integrano tra loro. Partiamo da quattro ambiti strategici nei quali la Liguria ha dimostrato negli anni competenze solide e capacità di programmazione. Ringrazio il Governo per il lavoro svolto insieme e per il riconoscimento del percorso avviato dalla Liguria già nel 2017Dal punto di vista dei cittadini, credo sia fondamentale poter avere un certo grado di autonomia, la possibilità di decidere e fare le cose».
Bucci ha aggiunto che «Siamo in grado di dire che oggi ci sono posizioni difficili da coprire e sfide complesse da affrontare. Dobbiamo andare avanti e fare ciò che serve, valorizzando le nostre caratteristiche. Forse non siamo un Paese semplice, ma è proprio per questo che l’autonomia può funzionare».
Il deputato e viceministro al Mit Edoardo Rixi, commenta: «La firma della pre-intesa sull’autonomia è per me un passaggio storico. Un percorso che in Liguria abbiamo avviato in concreto nel 2017 e che oggi si traduce in una promessa mantenuta dopo oltre 30 anni di battaglie, impegno e lavoro sul territorio. Oggi diamo il via a una nuova stagione. L’autonomia non è uno slogan: è lo strumento che serve all’Italia per diventare più moderna, più efficiente e finalmente capace di rispondere ai bisogni reali dei cittadini. Significa responsabilità, trasparenza e qualità dell’amministrazione. E c’è un punto decisivo che non possiamo ignorare: come ha ricordato il ministro Calderoli, il completamento del federalismo fiscale entro marzo 2026 è una milestone fondamentale del Pnrr. La Liguria è pronta a fare la sua parte, come ha sempre fatto in questi anni. L’Italia cambia passo, e noi siamo felici di guidare il cambiamento».
Secondo il capogruppo del Pd in Regione Liguria, Armando Sanna, riporta l’agenzia Dire, «Bucci firma per le pre-intese ma non si rende conto che la Liguria è la regione del nord che ha più bisogno delle risorse e del sostegno dello Stato. L’ennesima mossa comunicativa ma le esigenze dei liguri sono altre». Anche Selena Candia, capogruppo regionale di Avs, boccia l’adesione della Regione Liguria all’autonomia differenziata. «L’autonomia differenziata – spiega – è una sciagura per la Liguria. Questa legge nasce dal desiderio secessionista delle aree ricche del Nord Italia, ma in questo momento la Liguria ha problemi sociali e livelli dei servizi che la rendono simile a una Regione del Centro Sud. Con l’autonomia differenziata, a cui oggi Bucci aderisce a nome di tutti i liguri, la nostra Regione perderà milioni di finanziamenti statali ogni anno».

























