È stata presentata oggi a Genova l’iniziativa popolare nazionale di Alleanza Verdi Sinistra “Non più di 20 per classe – Facciamo spazio a un’istruzione di qualità“, la proposta di legge che mira a ridurre il numero massimo di studenti per classe e a migliorare le condizioni di apprendimento, sicurezza e inclusione nelle scuole italiane.
All’iniziativa genovese hanno preso parte gli esponenti locali di Avs Simona Cosso (Presidente Municipio Centro Est, segretaria provinciale di Sinistra Italiana Genova), Carla Nattero (Segretaria regionale di Sinistra Italiana), Giorgia Parodi (co-portavoce provinciale di Europa Verde) e Fabrizio Gelli (Esecutivo provinciale di Europa Verde), il coordinatore regionale della Rete Studenti Medi, Francesco Devoti, e diversi rappresentanti di organizzazioni sindacali degli operatori della scuola, e di associazioni didattiche ed educative impegnate sempre nel mondo della scuola.
“Una scuola di qualità è possibile solo se si investe sulle persone e sui contesti educativi: meno alunni per classe significa più attenzione, più sicurezza, più possibilità di costruire relazioni significative tra studenti e insegnanti − dichiarano in una nota congiunta Cosso, Nattero, Parodi e Gelli − con questa proposta vogliamo riportare la scuola al centro delle politiche pubbliche nazionali e locali”.
La proposta di legge popolare, già depositata e in corso di raccolta firme in tutta Italia, chiede di stabilire per legge un tetto massimo di 20 studenti per classe, che scende a 18 in presenza di un alunno con disabilità e a 15 in presenza di più alunni con disabilità. Si tratta di una misura strutturale per migliorare l’efficacia della didattica e restituire dignità al lavoro di insegnanti e personale scolastico.
Oggi, nelle scuole italiane, il 60% delle classi supera i 25 studenti, e in molte città, come Genova, si raggiungono anche punte di 30 alunni per aula. Un sovraffollamento che secondo Avs compromette la qualità dell’insegnamento, rende difficoltosa la gestione quotidiana e riduce le possibilità di inclusione dei ragazzi con bisogni educativi speciali.
«La riduzione del numero di alunni per classe è uno degli strumenti chiave per contrastare la dispersione scolastica, in quanto consente una didattica più personalizzata e un maggior supporto agli studenti a rischio, alunni con bisogni educativi speciali in continuo aumento e alunni di recente immigrazione. A questo proposito nella nostra città nei quartieri di Cornigliano, Campi, Teglia, Campasso e Prè la dispersione scolastica, intesa come abbandono scolastico precoce, vede un raddoppio percentuale del 13% rispetto alla media di Genova − sottolinea Simona Cosso − per quanto riguarda la nostra proposta sul ridimensionamento scolastico credo che nelle scuole e negli istituti comprensivi di più piccole dimensioni si lavori meglio. Si può ridare forza all’autonomia scolastica, i dirigenti potranno avere l’occasione di conoscere direttamente i problemi degli studenti e delle studentesse, il lavoro dei docenti le problematiche e progettualità e specifiche caratteristiche sociali e ambientali. Al contrario oggi l’accorpamento di dirigenze, di istituti di grandi dimensioni e di plessi tra loro distanti geograficamente, non tiene conto dei contesti e delle caratteristiche didattiche e culturali differenti».
Ridurre il numero di studenti per classe, secondo Avs, non è solo una misura organizzativa, ma una scelta culturale e sociale. Permette di personalizzare l’insegnamento, di rafforzare il rapporto educativo e di intervenire tempestivamente in caso di difficoltà di apprendimento o disagio personale.
Alleanza Verdi Sinistra evidenzia anche che le differenze tra scuole dei centri urbani e delle periferie, tra Nord e Sud, si stanno ampliando.
«Abbiamo proposto una legge di iniziativa popolare sulla scuola perché, attraverso la raccolta firme, abbiamo la possibilità di porre al centro del confronto con la popolazione il tema fondamentale del necessario rilancio della scuola pubblica − spiega Carla Nattero − proponiamo con questa legge di fare l’esatto contrario di quel che ha deciso di fare il ministro Valditara. Il ministro di fronte al decremento demografico taglia classi e personale, noi vogliamo fare l’ opposto: aumentare classi, personale e ridurre il dimensionamento dei plessi scolastici. Siamo convinti che questa sia la strada maestra per aumentare la qualità dell’offerta scolastica. E di un aumento netto dei livelli di preparazione degli studenti ce n’è bisogno. Basta vedere i dati Invalsi del giugno 2025 che dicono che gli studenti della scuola italiana sono ancora distanti dai livelli di conoscenza pre Covid, soprattutto in italiano e matematica».
L’iniziativa “Non più di 20 per classe” si ispira agli standard già adottati in diversi Paesi europei, dove il limite di 20 alunni è la norma. In Francia, Germania e Spagna la riduzione del numero di studenti per classe è stata accompagnata da investimenti sugli spazi, sul sostegno e sulla formazione del personale docente.
La proposta italiana si inserisce in questa direzione: “creare le condizioni per un apprendimento partecipato, cooperativo e rispettoso delle differenze, rendendo le scuole luoghi realmente accessibili e sicuri” scrive Avs nella nota.
«La qualità della scuola non può reggersi solo sulla buona volontà del corpo docenti − evidenzia Giorgia Parodi − una scuola pubblica di qualità deve partire dal numero di studenti per classe perché solo così possiamo garantire ascolto, inclusione, sicurezza e una didattica che non lasci indietro nessuno».
Una riduzione del numero di alunni per classe rappresenta un investimento anche economico sul lungo periodo. Classi meno numerose migliorano i risultati di apprendimento, riducono l’abbandono scolastico e creano contesti più sani e motivanti. Questo richiede assunzioni stabili, ampliamento degli organici e riqualificazione degli edifici scolastici: la proposta di legge è dunque anche un appello a un grande piano nazionale per la scuola pubblica.
«Il governo del nostro Paese non parla di scuola, e se lo fa è per fare propaganda o per introdurre tagli alla spesa − dichiara Fabrizio Gelli − la proposta di legge ‘Non più di 20 per classe – Facciamo spazio a un’istruzione di qualità’ è una proposta che parla al cuore dei problemi della scuola pubblica, è un modo per dare voce a una delle richieste più sentite dal personale docente, per rimettere al centro la didattica, la cura delle nostre studentesse e dei nostri studenti».
Tutti possono firmare la proposta di legge popolare.


























