«Ce ne sarà ancora per un anno, forse 15 mesi, ma alla fine poi avremo una cosa importante per la nostra città». A dirlo è il presidente della Regione Marco Bucci, a margine della cerimonia di avvio della talpa TBM che scaverà il tunnel per lo scolmatore del Bisagno a un ritmo di venti metri al giorno.
«La talpa dello scolmatore del Bisagno ha un nome, Dalia – dice Bucci -. Oggi noi abbiamo Dalia, l’abbiamo vista funzionare e abbiamo visto quanto è complessa, è veramente uno spettacolo di ingegneria e di tecnologia. Adesso in un anno ci deve finire lo scolmatore, quindi a 20 metri al giorno ce la possiamo fare e possiamo fare veramente quello che la Val Bisagno chiede da tanto tempo, cioè essere liberi dalla piena duecentennale».
Concluse le complesse operazioni di montaggio del macchinario – lungo circa 100 metri su tre livelli e del peso complessivo di 1.280 tonnellate – il presidente della Regione e Commissario di governo per le opere contro il dissesto idrogeologico Marco Bucci e l’assessore alla Difesa del Suolo Giacomo Raul Giampedrone, quest’ultimo anche nella sua qualità di soggetto attuatore del Commissario di Governo, hanno proceduto alla sua accensione, insieme all’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Genova Massimo Ferrante, alla presenza delle autorità, dei referenti delle aziende appaltatrici che compongono l’Ati e dei rappresentanti sindacali.
«Questa galleria che verrà scavata fino a mare è calibrata per portare la portata massima dello scolmatore del Bisagno e ovviamente del Fereggiano, che è ricompreso anche in questa galleria a mare – spiega Giampedrone -. Quando parliamo di sicurezza duecentennale oggi è la massima sicurezza possibile, prevista dagli studi idraulici, il che non significa che non possa poi rimanere una parte di rischio residuo per la città, che si tratta con la Protezione Civile, con interventi sui rivi minori, ma è evidente che l’80% di quello che è accaduto a Genova negli ultimi 20-30 anni sicuramente con questa galleria e con gli altri interventi che sono già stati fatti non vedrebbe dati negativi».
L’opera, con un costo complessivo di oltre 200 milioni di euro, prevede la realizzazione di una galleria di circa 6,5 chilometri che collegherà la zona della Sciorba con il mare in corso Italia, sottraendo una significativa quota della portata di piena dall’alveo del torrente Bisagno.
Il sistema dello scolmatore funzionerà in abbinamento con quello del Fereggiano, più piccolo e già attivo dall’autunno del 2019, creando una rete di protezione idraulica sotterranea a beneficio della città. L’opera sarà completamente invisibile una volta terminata, ma rappresenterà un’infrastruttura vitale per tutti i cittadini.
«Accanto a questo investimento – sottolinea Bucci – ci sono tutti gli investimenti che abbiamo già cominciato da sette anni, che io mi auguro che vadano avanti, e sono quelli sui rivi laterali, che sono quelli che portano non soltanto acqua ma un apporto materiale, legna, pietre, eccetera. Questi vanno messi in sicurezza per evitare che ci siano questi apporti, che incidono sulla gestione delle eventuali piene». A chi gli chiede se un anno è una tempistica realistica risponde “Sì è possibile, a 20 metri al giorno fate il calcolo e vedrete – e poi aggiunge – come sapete i cantieri possono anche dare ritardi, però in questo abbiamo avuto già dei ritardi, abbiamo avuto cose che sono al di fuori della nostra portata».
«Quello dello scolmatore del Bisagno è uno dei cantieri più importanti del Paese e il principale della Liguria fra quelli attualmente in corso – aggiunge Giampedrone -. Il nostro obiettivo è chiaro: portarlo a termine nel minor tempo possibile. Questo obiettivo che non è stato semplice da raggiungere, e voglio ringraziare tutti perché avete visto quanto è complessa la macchina che sta all’interno della galleria, quanto è stato complesso arrivare a questo punto di cantiere, è il Gran Premio della Montagna. Ovviamente c’è tutto il resto della tappa da vincere e i tempi sono quelli diciamo plausibili che avete detto poc’anzi. Noi da domani riavviamo una revisione generale del contratto con il riallineamento dei tempi di completamento dell’opera, tarata a seconda del lavoro della talpa».
Per il materiale di scavo ipotesi cassoni
Per quanto riguarda il materiale residuo “c’è un piano di utilizzo delle terre, adesso con il Presidente questa mattina abbiamo iniziato anche a valutare l’ipotesi cassoni”, ha spiegato Giampedrone. «In questo momento è previsto ripascimento e smaltimento a discarica, se quel materiale ha le caratteristiche per poter stare nei cassoni credo che le aziende sarebbero ben contente ovviamente di risparmiare qualcosina, così come il commissario della diga sarebbe contento ovviamente di avere materiale per il riempimento. Vediamo se l’economia circolare dei materiali può trovare anche questo passaggio. Ovviamente lo faremo all’interno del riequilibrio complessivo che inizieremo a fare con le aziende dai prossimi giorni, io dico un riequilibrio che deve chiudersi entro la fine di ottobre, perché la macchina nel frattempo inizierà ovviamente a portare fuori il materiale e quindi anche questo è un dato che dobbiamo valutare».
Meno ottimista sulle tempistiche l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Genova Massimo Ferrante che sottolinea che “i grandi ritardi sono evidenti. Siamo a più di due anni, ricordiamoci che il finanziamento è del 2015. L’opera avrebbe già dovuto terminare da cronoprogramma”.
Il progetto dello scolmatore risale agli anni 2000 ed è stato finanziato con il piano ‘Italia sicura’ nel 2015. I lavori, aggiudicati alla fine del 2019, sono iniziati nel maggio 2020, ma hanno subito rallentamenti significativi a causa della pandemia da Covid-19, delle vicende contrattuali conseguenti a due interdittive antimafia poi superate da specifico pronunciamento della Corte d’Appello di Salerno, da criticità legate sia agli aspetti di carattere tecnico-esecutivo dell’appalto sia agli aspetti di gestione amministrativo-finanziaria della commessa, per cui la Struttura commissariale regionale è intervenuta a più riprese anche attraverso la corresponsione di anticipi di risorse già previste contrattualmente a fronte della presentazione di specifiche garanzie aggiuntive e di impegni verificati costantemente.
«Benissimo essere partiti, la vicenda la conoscete tutti, tra l’arrivo della talpa, il montaggio, le interruzioni del cantiere per vari motivi, a volte anche alcuni aspetti giudiziari… Ora, noi come Comune di Genova, non essendo stazione appaltante, possiamo solo augurarci che quest’opera, che va a mettere in sicurezza definitiva la vallata, incominci e non abbia altri stop, che veramente questa talpa vada avanti venti metri al giorno. Venti metri al giorno, in due mesi se tutto va bene facciamo un chilometro – dice Ferrante –. Dieci chilometri a quel punto sono venti mesi, vuol dire più o meno due anni. Quindi noi ci auguriamo che in due anni l’opera possa completarsi».
«La messa in sicurezza del torrente Bisagno è fondamentale per mettere al riparo tutta la vallata, ma non solo, dal rischio alluvioni, che purtroppo, storicamente, hanno colpito pesantemente il nostro territorio – aggiunge Ferrante – La realizzazione dello scolmatore del Bisagno consentirà l’entrata in funzione, a pieno regime, dello scolmatore del Fereggiano il cui inizio lavori nel 2014 si è concluso come da cronoprogramma nel 2019, che ha già migliorato la sicurezza idrogeologica dei quartieri di Marassi e Quezzi. Il prossimo tassello fondamentale per la messa in sicurezza della Val Bisagno, in particolare del quartiere di San Fruttuoso, sarà lo sblocco, da parte dell’amministrazione comunale, dei 30 milioni di fondi, già stanziati, per la ripresa dei lavori sul rio Rovare e sul rio Noce, risolvendo le annose criticità idrogeologiche di una zona densamente popolata».
Durante tutte le fasi di scavo proseguiranno le riunioni periodiche tra la struttura commissariale e l’Ati per monitorare costantemente l’andamento dei lavori. L’impiego della TBM a scudo chiuso è frutto di una variante migliorativa proposta dall’appaltatore e approvata dalla Stazione Appaltante nell’agosto 2023. In particolare, la variante migliorativa ha consentito il passaggio da una macchina a scudo aperto ad una macchina a scudo chiuso che consente, in contemporanea con le operazioni di scavo e senza soluzione di continuità, anche di procedere con la posa dei conci prefabbricati costituenti il rivestimento della galleria stessa: ciò consentirà di giovare di una riduzione dei tempi per dare completata la galleria e al contempo di innalzare le condizioni di sicurezza in fase di cantiere all’interno della galleria.
In arrivo un centinaio di lavoratori
Una volta a regime, come detto, la talpa arriverà a scavare in media circa 20 metri al giorno. Con l’entrata in funzione a pieno ritmo della TBM i sindacati prevedono a stretto giro un incremento della forza lavoro impiegata nel cantiere. «Qui ad oggi ci sono 90 lavoratori e dovranno raddoppiare, arriveranno circa un centinaio di persone», spiega Andrea Tafaria, segretario generale Filca Cisl Liguria.
«È stata una giornata importante per lo scolmatore del Bisagno con l’avvio della TBM, la talpa che permetterà di accelerare i lavori arrivando direttamente al mare. Deve essere un’occasione importante per creare nuova occupazione: si ragiona su altri 22 edili per ogni turno e complessivamente coprendo tutta la giornata parliamo di 88 lavoratori. Adesso – spiega – apriremo confronto con il consorzio ‘Costruire per Genova’ e abbiamo apprezzato la disponibilità del presidente della Regione e Commissario straordinario dell’opera Marco Bucci che è pronto ad aprire un tavolo con sindacati e consorzio per dare ulteriore impulso all’occupazione».
«Lo scolmatore del Bisagno è un’opera strategica per la tutela idrogeologica di Genova e con oggi speriamo in un decisivo cambio di passo, sia per i tempi di realizzazione sia per il nodo ancora insoluto rispetto ai diritti dei lavoratori» così Federico Pezzoli segretario generale Fillea Cgil Genova a margine dell’inaugurazione di oggi della talpa nel cantiere di Molassana.
«Un caloroso grazie va alle maestranze che con la loro professionalità, nonostante il trascorrere di questi anni travagliati, hanno continuato a lavorare per la messa in sicurezza del territorio – conclude Pezzoli – Ora, al Consorzio Costruire per Genova, troppe volte sfuggente, chiediamo con fermezza di chiudere rapidamente la trattativa per l’integrativo aziendale». Il nodo del lavoro è al centro dell’azione della Fillea Cgil che chiede per questo importante cantiere una adeguata ricaduta occupazionale anche per il territorio.
«Con la cerimonia di questa mattina prende ufficialmente il via lo scavo per lo scolmatore e si entra nel vivo di un cantiere complesso per la messa in sicurezza della Valbisagno che tanto ha già sofferto per gli eventi alluvionali nello scorso decennio – dichiarano Riccardo Serri, segretario generale Uil Liguria e Mirko Trapasso, segretario generale Feneal Uil Liguria – Ci auguriamo che l’opera possa guadagnare il tempo perduto per consegnare alla cittadinanza un progetto di sicurezza per la città, benessere e futuro. Un ringraziamento va alle maestranze che, sempre con grande competenza, saranno impiegate in questa opera, che ha dei tempi di marcia molto serrati e delle caratteristiche di lavoro complesse. Il futuro del territorio è nelle mani e nella testa delle nostre maestranze ma la politica deve continuare ad essere lungimirante».

























