Sono circa 26 mila i partecipanti della prima edizione di Ianua, la manifestazione che nello scorso weekend (11-13 ottobre) ha accompagnato il pubblico alla scoperta della Genova medioevale, con visitatori provenienti non solo dalla Liguria, ma anche da Piemonte, Toscana, Lombardia, Veneto ed Emilia.
Inserita in un week end di iniziative cittadine legate al Medioevo, come le celebrazioni colombiane, la regata delle Repubbliche marinare e la sfilata del corteo storico, Ianua ha dato protagonismo alla Genova medievale con una serie di visite guidate dai divulgatori scientifici che, per tre giorni hanno accompagnato il pubblico nei principali siti del centro storico, con uno sguardo al Medioevo immaginato, quello ricostruito e sognato fra Otto e Novecento.
«Un week straordinario, reso ancora più bello dalla doppia vittoria degli equipaggi maschile e femminile che, a bordo del Galeone Bianco con la croce di San Giorgio, si sono aggiudicati la Regata Storica delle Antiche Repubbliche Marinare – afferma l’assessore al Turismo e allo Sport del Comune di Genova Alessandra Bianchi – In questi tre giorni, cittadini e visitatori hanno avuto l’opportunità di immergersi nella storia e nella cultura medievale della nostra città attraverso una serie di appuntamenti che hanno richiamato visitatori da tutta Italia facendo registrare, solo per Ianua, circa 26 mila presenze. Numeri importanti che certificano l’importanza degli eventi culturali per la destagionalizzazione dei flussi garantendone così anche la sostenibilità dello sviluppo turistico nella nostra città».
«Genova si conferma uno spazio fondamentale di sperimentazione per costruire nuovi percorsi culturali sul territorio – afferma Giacomo Montanari, coordinatore del tavolo della cultura – Ianua-Genova nel Medioevo ha dimostrato che veicolare i risultati alti della ricerca scientifica in campo umanistico a un pubblico ampio attraverso la formazione dei giovani professionisti non solo e possibile, ma è un dovere, dal momento che accelera l’accessibilità al sapere e alle ricchezze culturali delle nostre città. Fare cultura con queste strategie può portare enormi benefici sia ai ricercatori che ai territori stessi, a livello di impatto sociale, ambientale e anche economico: la necessità ora è strutturare queste buone pratiche acquisite in anni di esperienza».
«Abbiamo mostrato quanto il modello di divulgazione scientifica affinato coi Rolli Days sia non solo virtuoso ma duttile, adattandosi bene a un periodo complesso come il Medioevo – spiega Antonio Musarra, curatore scientifico dell’iniziativa – La riscoperta della città medievale, in tutti i suoi aspetti, ha affascinato migliaia di persone, contribuendo a rendere maggiormente consapevoli cittadini e visitatori di quanto il patrimonio debba diventare dominio di tutti. Un’esperienza che ha avuto ricadute positive e che spero si possa ripetere».