«Torna l’ipotesi Valbormida e si promette di tutto pur di farla digerire al territorio», a dirlo sono i consiglieri regionali del Partito democratico Roberto Arboscello e Davide Natale, vicepresidente commissione Ambiente.
«Parafrasando una canzone degli anni 80 si potrebbe dire: ‘C’è da spostare un termovalorizzatore, devi metterlo là’. Dopo aver pensato di portarlo in Valbormida, poi a Scarpino e nei giorni scorsi persino a Rapallo, per far sciare i turisti (facendo ridere anche i sassi della diga); ora si torna a parlare di Valbormida, con i sindaci che devono risolvere il problema dei rifiuti liguri, quando invece dovrebbe essere Bucci e la Giunta regionale a farlo – dicono i due consiglieri regionali -. In questo modo la Valbormida potrebbe diventare, secondo alcuni, la terra dei sogni. Esprimi un desiderio e si farà con i soldi che porterà l’energia prodotta dal termovalorizzatore. Una nuova lampada di Aladino pronta a esaudire tutti. La pianificazione regionale non esiste più, il ruolo della giunta nemmeno, tutto è caricato sulle spalle dei territori e di compensazioni fantasiose per far digerire anche piatti più indigesti. Lo ribadiamo ancora una volta, la responsabilità è della Regione e deve essere la Giunta a individuare le soluzioni più idonee per i cittadini, sia dal punto di vista ambientale che economico-finanziario per risolvere il problema, smettendo di giocare allo scaricabarile. In questo quadro inoltre non si capisce cosa serva mantenere in piedi l’Agenzia dei rifiuti un vero e proprio carrozzone sulle spalle dei liguri. Serve responsabilità».
Fermamente contrari all’ipotesi inceneritore in Val Bormida anche il consigliere regionale Avs Jan Casella e il consigliere comunale di “Cairo in comune” Giorgia Ferrari.
«La posizione della Val Bormida è stata chiara fin da subito – dicono -: i cittadini non vogliono un inceneritore, che metterebbe in pericolo la salute, l’ambiente e l’economia dell’intera vallata. Non cederemo al ricatto delle compensazioni: se un progetto è dannoso per il territorio, non esistono motivi validi per cambiare idea. Ci opporremo in ogni modo a questo impianto per lo smaltimento dei rifiuti, che metterebbe una pietra tombale su ogni possibilità di sviluppo per il comprensorio»
«Nelle ultime settimane, alcuni amministratori della Val Bormida hanno cambiato idea rispetto al documento unitario firmato a febbraio da tutti i sindaci, con cui si esprimeva parere contrario a questo impianto. Ci chiediamo per quale motivo ci sia stata un’inversione di rotta così radicale in pochi mesi. La popolazione della Val Bormida si è espressa chiaramente contro questo progetto, partecipando in massa alle assemblee e alle manifestazioni di dissenso», ricordano Casella e Ferrari.
«È inaccettabile il tentativo di ricattare i cittadini, ipotizzando opere pubbliche solo in cambio dell’inceneritore. La Val Bormida continua ad essere considerata la pattumiera della Liguria, dove confinare le attività inquinanti e dannose per la salute. Ci opponiamo a questa visione del territorio, che prevede ricchi profitti per pochi fortunati e danni incalcolabili per la popolazione locale”, concludono.


























