Autotrasporto a confronto oggi a Palazzo San Giorgio di Genova, con le tematiche locali e nazionali della categoria nel convegno “Attese e ritardi per l’autotrasporto. La logistica finisce sotto scacco” organizzato da Trasportounito. Maggiore equità e tempi di attesa certi dovrebbero essere garantiti dall’approvazione in consiglio dei ministri del decreto-legge Infrastrutture convertito in legge il 18 luglio 2025 (n.105).
«Una misura importante e essenziale − afferma Giuseppe Tagnochetti, coordinatore di Trasportounito − ci siamo prefissati due obiettivi: nell’immediato l’applicazione concreta degli indennizzi perché il tempo perso e la perdita di produttività generata da attese e ritardi ha un valore economico che l’Autotrasporto deve incassare per stare sul mercato in modo regolare, pena il fallimento. E successivamente trovare soluzioni che consentano strutturalmente di intervenire sul sistema logistico, specie quello di connessione con i porti, individuando formule in grado di rendere scorrevoli i collegamenti, evitare ingorghi e code, abbassare il numero degli incidenti e rendere l’intero sistema efficiente e competitivo».
Secondo Tagnochetti è il momento di applicare modalità nuove di movimentazione delle merci e i container in primis coinvolgendo industria e centri logistici in un grande piano di differenziazione degli orari di “presa in carico”, con l’obiettivo di evitare l’attuale flusso di mezzi pesanti che impatta sulla rete autostradale e stradale in un’unica fascia oraria.
Il presidente della Regione Liguria Marco Bucci commenta: «Siamo vicini al mondo dell’autotrasporto e sappiamo quanto sia urgente ridurre i tempi di accesso al porto. La soluzione è la completa digitalizzazione dei flussi, che consentirà di gestire tutti i movimenti dell’area metropolitana di Genova, porto compreso, con orari di ingresso precisi e senza code. Il sistema permetterà anche di creare aree buffer, spazi di sosta temporanei per regolare l’accesso al porto nei momenti di picco. I varchi con telecamere e sistemi di controllo sono già in fase di allestimento: servirà ancora un anno per completare il progetto».
Bucci aggiunge anche che «Serve anche una soluzione definitiva per i parcheggi notturni e nei weekend per i camion, vicino al porto: le aree ex Ilva sono opzioni possibili, in attesa dei progetti finali. C’è anche l’area dell’ingresso del porto dove sono in corso i lavori della sopraelevata portuale: il concetto non cambia, è sempre un domino. Le aree ci sono, bisogna concludere i lavori, dopo di che si potrà pensare a piazzare l’area parcheggio definitiva per i camion».
«Oggi – ricorda Tagnochetti – viaggia su gomma oltre l’80% delle merci che attraversano il sistema logistico italiano. L’intervento legislativo ha tamponato l’emergenza economica che rischiava anche di spazzare via gran parte delle imprese di autotrasporto. Ma ora è decisivo il riconoscimento della centralità dell’autotrasporto nel sistema logistico e della necessità di attuare misure che consentano (in una situazione di crisi permanente della rete autostradale disseminata di cantieri che ne limitano la fruibilità) di fluidificare il traffico, certo provocando anche una rivoluzione in abitudini consolidate del sistema, promuovendo una diversificazione nelle partenze della merce, scadenzando gli orari dei mezzi da e per i porti, garantendo una apertura h24 dei terminal e dei varchi portuali, ma anche una corrispondente misura nei centri dove la merce e container vengono concentrati o nei centri merce delle industrie. Siamo consci che ciò provocherà cambiamenti nell’impiego del personale ed extra costi a carico di tutti gli operatori della logistica, ma alla lunga i vantaggi saranno tali da abbattere questi costi e ripristinare un corretto funzionamento del mercato logistico».
Il presidente Bucci fa una proposta per ridurre gli incidenti e le avarie in autostrada: «Troppi sinistri e avarie aggravano la viabilità. Stiamo valutando lavori su una sola carreggiata, chiudendola, e facendo scorrere tutto il traffico sull’altra, evitando così i cambi di careggiata che determinano anche gli incidenti. Il tema è multi-vettoriale, ed è quindi necessario un confronto con tutte le parti per poter arrivare a una soluzione che ci consenta di arrivare all’obiettivo di avere la Liguria come prima regione in Italia e nel Mediterraneo per la Blue Economy e per la logistica».
Da attese e code 130 mln di diseconomie sulla Genova-Milano
I tempi di attesa dei camion nel solo porto di Genova costano oltre 130 milioni all’anno di diseconomie al sistema logistico, ma anche produttivo del nord ovest italiano. Ogni giorno migliaia di euro vanno in fumo per gli oltre 5000 camion (3600 nel solo settore container) che quotidianamente, solo nella migliore delle ipotesi, subiscono ritardi superiori un’ora in porto e almeno un’ora nei punti di presa del carico, sia presso le industrie sia nei centri merci nella Pianura Padana.
La denuncia con numeri concreti, ma anche con esempi di “vita quotidiana” degli autisti delle aziende dell’autotrasporto, è stata formulata con il tono di un vero e proprio j’accuse, da Trasportounito, l’associazione di rappresentanza delle aziende di autotrasporto, per voce del suo coordinatore Giuseppe Tagnochetti.
Il convegno di Trasportounito, organizzato nella sede dell’Autorità di Sistema Portuale di Genova e Savona-Vado, ha acceso i riflettori su un settore che è sempre stato considerato non solo marginale, ma addirittura una “creatura esterna” nel grande comparto logistico, benché oltre l’80% delle merci in Italia viaggino su gomma.
Incassata dall’intervento del presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, una consapevolezza estesa circa la necessità di accelerare sia la costruzione di nuove autostrade (sia la Predosa-Carcare-Albegna sia la gronda autostradale di Genova), sia di dare una scossa decisiva ai progetti di autoporto e di aree attrezzate per i mezzi pesanti, Trasportounito ha tuttavia evidenziato come quello dell’autotrasporto sia diventato ormai un “mal de vivre”.
Disservizi, ritardi, mancato coordinamento ed estensione degli orari di carico delle merci, disinteresse complessivo dell’industria rispetto a queste tematiche, stanno favorendo le aziende irregolari, chi non rispetta le regole sui tempi di guida a discapito di una razionalizzazione del servizio di autotrasporto che potrebbe provare risposte operative e organizzative immediate. Nella digitalizzazione sulla quale l’autotrasporto ha investito trovando risposte operative insufficienti nei porti e nei terminal; nella organizzazione logistica complessiva nella quale prevale (in controtendenza rispetto alla crescita costante dei trasporti su gomma e a una flessione di quelli su ferro, come evidenziato da uno studio di Oliviero Baccelli, senior advisor PTS e Responsabile Area Trasporti del Centro di Ricerca Green dell’Università Bocconi) il concetto secondo il quale il fattore tempo – ha ribadito più volte Tagnochetti – viene considerato alla stregua di “un rischio di impresa di cui si devono fare carico solo le imprese di autotrasporto”.
E Tagnochetti non a caso ha sottolineato “la necessità di una applicazione puntuale delle norme fissate dal governo sul tema delle attese nonché quella di una corresponsabilità degli altri operatori della logistica”.
Mentre invece “la mancata razionalizzazione dei trasporti su gomma da e per i porti (in primis quello di Genova) si prefigura come un ordigno innescato sotto alla crescita di un settore portuale ligure, sul quale lo Stato sta investendo oltre tre miliardi nella aspettativa di una crescita di traffico che rischia di trovare una barriera insuperabile”.
In conclusione del convegno è intervenuto il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi che, sottolineando l’importanza determinante dell’autotrasporto non solo per il comparto logistico ma per l’intera economia del Paese ed enunciando le criticità esistenti, lancia l’idea di un grande Patto per la logistica.