Genova potrebbe essere sede di un forno elettrico nel percorso di decarbonizzazione dell’ex Ilva, che dovrebbe consentire a regime la produzione di due milioni di tonnellate d’acciaio nel solo capoluogo ligure. Lo riporta l’Agenzia Dire.
Il progetto, che potrebbe essere realizzato entro il 2029, è inserito all’interno di entrambe le ipotesi predisposte dal governo per i confronti con enti locali pugliesi e sindacati per il futuro di Taranto, in vista del nuovo accordo di programma e la nuova Aia per la decarbonizzazione dell’acciaieria.
Le due alternative si differenziano tra loro sostanzialmente in base alla decisione di Taranto di ospitare o meno una nave rigassificatrice necessaria a dare energia agli impianti di preriduzione (Dri) che servono ad alimentare i tre forni elettrici previsti in Puglia. Ma qualsiasi sia la decisione del Sud, poco o nulla cambierebbe per Genova, con un forno elettrico pronto a essere realizzato nello stabilimento di Cornigliano.
A certificarlo, lo stesso ministro Adolfo Urso, stamattina in un’intervista al Messaggero. Alla domanda su quanti saranno gli impianti di Dri, l’esponente del governo Meloni risponde: «Quattro, uno dei quali dovrà rifornire di preridotto il forno elettrico che sarà realizzato a Genova per produrre quanto necessario agli impianti del Nord. In questo modo avremo una produzione annuale di acciaio a regime di otto milioni di tonnellate, interamente green: l’ex Ilva diventerà il gruppo siderurgico più avanzato al mondo per la produzione di acciaio green». Più incerta la collocazione del Dri che dovrebbe alimentare il forno di Genova: lo spazio per realizzarlo a Cornigliano ci sarebbe, ma questa soluzione nei piani del ministero viene definita ancora “in corso di valutazione”.
Non è un caso che proprio domani pomeriggio la Fiom di Genova abbia organizzato un convegno dal titolo “La siderurgia a Genova: quale futuro?“, nel corso del quale verrà presentata l’ipotesi di realizzazione di un forno elettrico a Cornigliano, a cura di Antonello Mordeglia. L’ipotesi di un forno elettrico a Genova, a patto che non comporti la necessità di installare un rigassificatore al momento comunque non prevista, sembra vedere il favore anche del presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, e della sindaca di Genova, Silvia Salis.
«Accogliamo con favore la bozza del piano di Decarbonizzazione trasmessa oggi dal Governo, che conferma l’impegno verso il rilancio industriale del sito di Genova Cornigliano all’interno di un progetto nazionale strategico», ha commentato il presidente della Regione Liguria Marco Bucci.
«La previsione della costruzione di un forno elettrico a Genova, con una capacità produttiva di circa 2 milioni di tonnellate annue, è un segnale concreto che va nella direzione che abbiamo sempre auspicato: garantire la continuità operativa, tutelare l’occupazione e valorizzare il ruolo della Liguria nella filiera siderurgica italiana ed europea».
«Come ho già avuto modo di sottolineare nei giorni scorsi, il futuro dell’ex Ilva deve essere fondato su tecnologie moderne, sostenibili e compatibili con l’ambiente urbano in cui gli impianti si trovano – aggiunge Bucci – La scelta dell’elettrico e del preridotto è coerente con l’obiettivo della decarbonizzazione e con l’evoluzione di Genova verso un’industria green. Importante anche il riferimento alla realizzazione di un impianto capace di alimentare il forno elettrico, con Genova e la Liguria che possono garantire tutta l’esperienza e il know how delle proprie aziende nel settore dell’energia».
«Ora – conclude – è fondamentale passare ad azioni concrete e tempi certi. La Regione Liguria è pronta a fare la sua parte per accompagnare questa transizione e garantire un futuro solido e sostenibile allo stabilimento di Cornigliano».