Non più calcestruzzo armato ma acciaio, nessun palo in alveo del Bisagno, tutta la tratta a doppio binario e un cambio nel percorso originario per evitare di passare troppo vicino alle case e di tagliare gli alberi di corso Galliera. Il Comune di Genova ha presentato il progetto ufficiale dello Skymetro che consentirà di percorrere il tratto da Brignole a Molassana in meno di 11 minuti con cinque fermate intermedie: Romagnosi, Parenzo, Staglieno, Guglielmetti, San Gottardo. Si tratta del prolungamento dell’attuale metropolitana che consentirà di raggiungere le due valli (Polcevera e Bisagno) senza cambi.
6,9 km di lunghezza, 6 fermate, un servizio di 19 ore/die con frequenze ogni 6 minuti nelle ore di punta (6.30-10), di 8 minuti dalle 10 alle 21 e ogni 15 minuti dalle 5.30 alle 6.30 e da 21 a fine servizio. Flessibilità prevista in caso di eventi allo stadio.
Una stima di persone trasportate al giorno tra le 61 e le 65 mila, con picchi orari di 6.170.
«Il progetto è stato modificato a fronte degli incontri con i Municipi. Alcuni avevano criticato la scelta del binario unico e l’abbiamo modificato − spiega l’assessore alla Mobilità del Comune di Genova Matteo Campora − per ridurre l’impatto acustico sono stati studiati dei materassini sui binari e il fotovoltaico previsto esternamente all’impalcato è stato spostato sulla copertura. Abbiamo esaminato tutte le ipotesi e abbiamo optato per quella che abbiamo ritenuto migliore». Tra il 50 e il 70% dei consumi di esercizio in energia elettrica saranno recuperati tramite i pannelli.
L’inizio dei cantieri è fissato a metà 2024, una volta terminato l’iter autorizzativo e la durata dei lavori è fissata in tre anni.
Il primo tratto della linea è progettato in sponda sinistra, per poi passare con un’opera di scavalco del torrente, alla sponda destra e proseguire fino a raggiungere la prima stazione, Romagnosi. All’altezza dello stadio Luigi Ferraris il tracciato prevede un nuovo spostamento sulla sponda sinistra (nel tratto di copertura del Bisagno) per proseguire fino alla stazione terminale di Molassana, con quattro ulteriori stazioni intermedie (Parenzo, Staglieno, Guglielmetti, San Gottardo). Proprio nei pressi dello stadio e del carcere la copertura sarà prolungata oltre la fermata per questioni di sicurezza (possibili lanci di oggetti).
La struttura sarà costituita da un impalcato in acciaio sorretto da pile con sezione circolare dal diametro di 1,70 m con campate di 32 m dimezzate in corrispondenza delle stazioni.
Trasversalmente rispetto alla struttura verrà posizionata una copertura metallica che fungerà da supporto alla linea di contatto dei treni e ospiterà, come detto, pannelli fotovoltaici per l’alimentazione della linea.
L’ampiezza dei marciapiedi sul tratto sarà di un metro e mezzo. L’altezza ai binari da terra è di 9 metri Altezza piloni 9 metri piano ferri (binari), a cui poi vanno aggiunti quelli delle coperture delle stazioni (arrivando a 13,5 metri). Il passaggio utile sotto i piloni è di 5 metri e 50. L’ingombro delle pile è di 1 metro e 70. Proprio le fermate sono progettate per limitare al minimo gli impatti al disegno urbano esistente, saranno collegate al livello strada da tre rampe di scale e due coppie di ascensori ciascuna consentendo di eliminare le barriere architettoniche. Le banchine, lunghe 80 metri, saranno tra i due binari, la lunghezza totale delle stazioni è di 150 metri.
L’andamento del tracciato ha tenuto conto degli aspetti idraulici, geologici e geomorfologici dell’area, anche nel posizionamento di stazioni e locali tecnici, sempre situati in una quota di accesso rialzata dal piano strada, proprio per garantire la sicurezza dell’infrastruttura, nonché a proteggere le apparecchiature a essa collegate.
Secondo le previsioni del Comune la previsione di crescita di utilizzo del mezzo pubblico è del 27% su base annua.
L’idea è poi di proseguire per un altro tratto verso Prato (un collegamento di 3,3 km per una durata di 5 minuti che costa altri 200 milioni) dove verrebbe collocato un grande parcheggio di interscambio. Per ora il capolinea di Molassana avrà un parcheggio di circa 200 posti nella cava dismessa. «Così si avrebbe una visione davvero metropolitana − dice il consigliere metropolitano con delega alla Mobilità Claudio Garbarino − servirebbe la valle Scrivia sino a Casella poi la Val Trebbia visto che con l’extraurbano serviamo sino a Ottone e poi la Val Fontanabuona sino a Chiavari. Un’opera strategica per la tempistica di percorrenza, visto che ora in media si impiegano 45 minuti sul tratto e poi si eviterebbe la concorrenza tra bus urbani ed extraurbani».
Sino a Molassana il percorso è interamente finanziato dal governo (non fondi Pnrr, ma sul trasporto rapido di massa): 398 milioni di euro con un decreto dell’ex ministro Giovannini. Al momento i fondi sarebbero ripartiti su più tranche fino al 2032. «Ci sarà una rimodulazione − chiarisce Campora − siamo già d’accordo col ministero da cui abbiamo avuto risposte rassicuranti. Genova è avanti rispetto ad altre città che non stanno spendendo le risorse, questo ci permetterà di finanziare l’opera senza indebitare il Comune. Inoltre riusciremo a recuperare l’iva».
«Perché è stato finanziato questo progetto? − chiarisce Enrico Musso, consulente del Comune di Genova per la Mobilità − la velocità di crociera è quasi 40 km/h incluse le fermate, impensabile paragonarlo ai bus ed è anche più veloce della metropolitana. L’altro grande vantaggio è la sostenibilità. Si tolgono dalla strada le auto private e la val Bisagno si riavvicina economicamente e socialmente al centro della città».
Risolto, anche se con un certo impatto visivo, il problema della svolta da Brignole a via Canevari per garantire la continuità del percorso, come spiega Emanuele Scarlatti, l’ingegnere dell’unità “Project Management Office”: «Una volta superata la stazione Brignole, l’impalcato si appoggerà sui rostri esistenti del passante ferroviario e poi sull’argine sinistro tramite due pile. Ci sarà un ponte leggermente obliquo che attraverserà il Bisagno, lungo poco più di 100 metri, arrivando sulla sponda opposta poco dopo il distributore di benzina, in una zona che sarà riqualificata. Gli alberi saranno ripiantati sulla sponda opposta».
Ora il progetto sarà presentato pubblicamente ai cittadini nei due Municipi interessati e sarà una parte guidata dall’Università di Genova.
Prima della fine dei lavori sarà previsto un concorso di idee per i nomi delle stazioni e sarà ripetuta l’iniziativa di sponsorizzazione delle fermate già attuata con la metro sino a Brignole.
Il nuovo percorso avrà distanza minima di 10 metri da alcuni edifici, ma impatterà con pochi palazzi abitati: tre condomini di via Moresco, la stazione dei carabinieri, l’istituto Firpo. Verrà comunque aperto un Pris (Programmi Regionali di Intervento Strategico).