Giornata negativa per le borse europee, depresse dai timori per gli sviluppi della guerra tra Hamas e Israele. Sono rimasti penalizzati soprattutto i settori dei viaggi e delle vendite al dettaglio in Europa: i rispettivi indici Stoxx 600 perdono il 2,43% e il 2,04%. Favoriti i comparto petrolifero, delle utility e della difesa. In sofferenza anche il comparto bancario, il cui sottoindice Stoxx cede l’1,46%. Milano segna -0,46%, Londra -0,03%, Madrid -0,91%, Parigi -0,55%, Francoforte -0,67%. Tel Aviv ha recuperato il crollo della seduta di domenica (-6,5%) con il listino Ta-35 che ha a + 0,95%.
Spread Btp/Bund sui 206 punti (variazione +2,38%, rendimento Btp 10 anni +4,82%, rendimento Bund 10 anni +2,77%).
A Piazza Affari sul listino principale i primi posti sono tutti del settore difesa e oil: Leonardo +4,79%, Tenaris, +3,93%, Eni +2,27%, Saipem +1,8%. In coda Mps (-6,25%) e Bper (-4,67%), in una giornata negativa per i bancari, con Mediolanum -1,79% e Intesa Sanpaolo -1,04%.
Anche sul valutario pesa la guerra in Medio Oriente: il cambio tra euro e dollaro torna a 1,0547. Lo shekel israeliano, nonostante il programma di interventi della Banca centrale fino a 45 miliardi di dollari per limitare la volatilità sul mercato scambia a un minimo da oltre sette anni e mezzo a 3,95 per un dollaro.
Si impenna il prezzo del petrolio anche per il timore che nel confitto venga coinvolto l’Iran: il Brent dicembre scambia in rialzo del 4% a 88 dollari al barile; in progresso anche il Wti in scadenza a novembre a 86.36 dollari (+4,3%). Torna a salire il gas scambiato ad Amsterdam a 43,56 euro al megawattora (+13,939) con i rischi di un nuovo sciopero in Australia e una perdita sospetta in un gasdotto sottomarino tra Finlandia ed Estonia.