Giglio Group prevede risultati positivi per il primo semestre 2020, e per il dopo crisi Coronavirus punta a sviluppare, grazie alle sue piattaforme digitali, già dedicate a fashion, design e food, una nuova linea di business, quella dell’healthcare, avviata nei giorni scorsi con l’accordo con uno dei più grandi gruppi farmaceutici al mondo, Sinopharma, nato dalla joint venture tra la società statale China National Pharmaceutical Group e il colosso Fosun (ne abbiamo parlato qui).
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La partnership permette l’importazione di dispositivi di protezione individuale, quali mascherine chirurgiche, FFP2 e FFP3, gel disinfettanti, guanti, tute e occhiali protettivi, e la distribuzione degli innovativi kit per i test di rilevazione anticorpi Covid-19, denominati Sars Cov-2 Antibody Assay Kit. Dispositivi che consentono in 150 secondi di rilevare, con una sola goccia di sangue, la presenza di anticorpi al Covid-19, attraverso il Colloidal Gold Method, preciso al 97,5. Ma Alessandro Giglio, chairman e ceo del gruppo, guarda oltre l’emergenza e vede nell’attività di questi giorni la nascita di una nuova linea di business, destinata a cogliere il trend di una crescente cura per il corpo.
«Sulla proiezione del primo semestre 2020 siamo ottimisti – dichiara Giglio a Liguria Business Journal – Guardiamo con grande serenità al nostro risultato semestrale. Perché da una parte il fashion che all’inizio dell’anno aveva subito un grosso colpo, si sta riprendendo e l’e-commerce ha assorbito le vendite dei negozi fisici, in particolare per chi ha avuto l’intelligenza di praticare forti sconti. Il food è cresciuto in maniera importantissima, l’health care è partito benissimo».
«Noi – spiega l’imprenditore – abbiamo accusato inizialmente l’effetto Covid che ha colpito il continente asiatico nel periodo più remunerativo per la moda. Si tenga presente che l’epidemia è esplosa nel periodo del Capodanno cinese, quando in quel Paese si fa la maggior parte degli acquisti: è come in Occidente il Natale, quindi c’è stato sul fronte cinese anche per noi un forte rallentamento. Poi il problema si è spostato in Europa e negli Usa. In sostanza il settore fashion nel primo trimestre è quello che ha subito il colpo più duro. E quindi nella nostra azienda la divisione che si occupa di quel comparto è quella che ha accusato il maggior danno. Ma ora su quel fronte sentiamo una ripresa in Asia, in particolare in Cina e in Corea, che stanno ripartendo con consumi importanti nel settore lusso e moda. C’è calo dei consumi in Europa e in Usa, compensato però dalla fortissima crescita dell’e-commerce. In Asia questo non è successo perché quando c’è stato la scoppio della pandemia il lockdown ha coinvolto anche i corrieri, le spedizioni, cosa che da noi non è avvenuta».
«Parallelamente − spiega Giglio − è cresciuto in misura esplosiva il settore del food attraverso l’e-commerce, per alcuni prodotti la crescita è stata dell’ottomila per cento, siamo arrivati al punto che alcune aziende non riuscivano a reggere la richiesta di determinati prodotti per l’esplosione di richieste via internet. Quando alcuni mesi fa siamo entrati nel settore, prevedevamo che il food sarebbe diventato centrale, ma in questo periodo, attraverso l’e-commerce, l’accelerazione è stata spaventosa. E anche nel settore moda chi ha deciso di fare proposte aggressive sul fronte dei prezzi ha avuto crescite addirittura del 500 per cento. Pensiamo a una persona che sta tutto il giorno a casa in tuta da ginnastica. L’unico modo di invogliarla a comperare dei vestiti è fare leva del prezzo, su forti sconti. Perché – prosegue Giglio – questa crisi ha due facce, come dicono i cinesi, per alcuni è un grosso problema per altri un’opportunità. Noi abbiamo creato in tempo record, parliamo di due o tre giorni, gli outlet online con alcuni importanti brand del fashion: la versione online, per capirci, degli outlet fisici. Chi ci ha seguito ha avuto dei ritorni di vendita cinque, sei volte superiori ai fatturati dello stesso periodo dell’anno precedente».
Quanto al design «la crescita è stata grandissima. La gente che sta tutto il giorno a casa ha più tempo per accorgersi che magari manca il tavolino per appoggiare la lampada, o cose del genere. Così come abbiamo avuto un boom negli elettrodomestici, noi curiamo la distribuzione online di una delle più importanti catene di elettronica in Italia e abbiamo registrato dieci volte quello che si era fatto l’anno precedente. È chiaro che se si rompe il televisore o il frigorifero l’unico modo per averne un altro è ordinarlo online».
Ora è nato un nuovo settore nel gruppo, quello dell’healthcare. «Un settore che sicuramente opererà in maniera intensa per il prossimo anno – anno e mezzo perché prima che i vaccini vengano distribuiti alla popolazione rimarranno indispensabili i dispositivi di sicurezza individuale e il rispetto di determinate norme. Quindi l’health care in questi mesi vuol dire soprattutto mascherine, gel disinfettante, kit di analisi, in conseguenza dell’accordo con Sinopharma. La nostra piattaforma è utilizzabile per qualunque settore merceologico, e di volta in volta noi diventiamo il braccio operativo digitale di grandissimi gruppi. Inoltre abbiamo una forte organizzazione logistica, con due hub in Asia, uno nel New Jersey e uno a Milano».
Naturalmente la vendita di dpi va forte: «Nell’import in Italia di dispositivi di protezione siamo già a pieno regime e abbiamo superato i dieci milioni di mascherine vendute. Abbiamo aperto il sito www.gigliosalute.it per cui anche il privato o la piccola azienda, chiunque, può andare a comprare le mascherine, senza limitazioni. Crediamo che sia anche un servizio sociale: abbiamo fatto un accordo con Confindustria e il commissario Arcuri per cui ogni dieci mascherine vendute due vengono regalate alla Protezione civile e agli ospedali. Quindi comprandole da noi si fa anche un’azione di sostegno del Paese. I prezzi sono assolutamente onesti, teniamo presente a causa del crollo dei voli passeggeri che nelle stive trasportavano anche merci, i voli cargo ora hanno costi enormi, che ovviamente incidono sul prezzo. E per noi incide anche questo 20 per cento destinato alla Protezione civile».
«Ma d’altra parte – sottolinea il chairman di Giglio – noi guardiamo oltre il periodo di emergenza: la cura per la persona riteniamo sarà sempre più importante, i consumatori spenderanno sempre più in tutto ciò che riguarda la cura del corpo. Dopo questa crisi rimarrà un incremento permanente del settore cura del corpo, ne siamo sicuri. E il nostro concetto di health care è ampio. Quindi, in vista del 2022, stiamo costruendo una nuova linea di business digitale che vada a incrociare le linee del corpo, del benessere, della salute e della bellezza, dagli integratori alimentari ai prodotti bio a quelli di bellezza. Nata dall’emergenza, questa nuova linea ha come obiettivo strategico un ampliamento della gamma dei prodotti e una crescita costante».
La collaborazione del gruppo italiano con Sinopharma è bidirezionale, spiega l’imprenditore: «Da una parte siamo il braccio operativo di Sinopharma verso l’Occidente, importando i loro prodotti che comprendono non solo le mascherine, ma che spaziano in tutti i settori del medicale. Ma d’altra parte andremo a proporre sul mercato cinese i prodotti health care del made in Italy: la nostra piattaforma può fare da tramite per rapporti B2B e B2C dei produttori italiani sul mercato cinese».
E se fosse Sinopharma a riuscire a inventare il vaccino anti Covid-19? «Sicuramente se fosse Sinopharma ci muoveremmo in qualità di loro rappresentanti sul territorio italiano ed europeo, promuovendone la distribuzione in Occidente. Siamo loro partner. Si tratta comunque di un argomento delicato, il settore dei vaccini è complesso».