«Non possiamo perdere la vocazione siderurgica della città anche in considerazione delle centinaia di posti di lavoro diretti e dell’indotto, serve mantenere a Genova e rilanciare Arcelor Mitall. Serve procedere speditamente con il ribaltamento a mare di Fincantieri a Sestri Ponente dove registriamo un ritardo, completare il processo di messa in sicurezza di Piaggio Aerospace superando la cassa integrazione e avviando la fase di rilancio, evitare spezzettamenti dentro a Leonardo-Finmeccanica Genovese e avere garanzie sullo sviluppo industriale» Lo dichiara Igor Magni segretario generale Cgil Genova, a margine dell’assemblea pubblica “Genova internazionale. Last call” di Confindustria Genova.
«Occorre intervenire – precisa Magni – nel campo delle riparazioni navali e nell’assegnazione dei bacini, dove si è perso troppo tempo, per cogliere la ripresa del settore prima che altri territori o altre nazioni concorrenti, Francia, intercettino quel lavoro. La Genova del futuro deve essere un modello di smart city che favorisca un rilancio del lavoro attraverso soluzioni di smart logistic. Serve attivare processi di digitalizzazione per agevolare le infrastrutture di reti; buoni sistemi d’istruzione; buoni collegamenti nei trasporti; una capillare e diffusa rete socio-sanitaria; un ambiente sostenibile e una partecipazione civica diffusa. L’obbiettivo che questa città deve darsi è quello della crescita intelligente, sostenibile, inclusiva e partecipata».
La messa in sicurezza del territorio secondo il segretario di Cgil Genova «può diventare uno dei volani per generare occupazione e allo stesso tempo migliorare la prevenzione e protezione delle persone». Per questo, il sindacato ribadisce quanto sia «fondamentale mettere in cantiere tutte le opere che servono per ridurre i rischi, partendo dalla manutenzione ordinaria per arrivare alla realizzazione di nuove infrastrutture collegate alla sicurezza, operando anche nelle aree interne».
A partire dalla Valpolcevera serve un ridisegno complessivo del territorio che dopo il drammatico crollo del Ponte Morandi «può e deve diventare un esempio di urbanizzazione intelligente che coniughi residenzialità, lavoro e ricerca evitando di farlo diventare solo un autoparco, dagli scarsi ritorni occupazionali e sfruttando le possibilità offerte dal decreto Genova generando anche nuovi spazi sociali».
«Il 2020 – evidenzia Magni – deve essere l’anno della sicurezza sul lavoro, a partire da quella portuale in caso di allerta meteo ma non solo. Troppe lavoratrici e troppi lavoratori rischiano ogni giorno la vita lavorando, non è accettabile. Servono maggiori controlli e una campagna di sensibilizzazione su questa tematica. Serve puntare sull’industria turistica e della cultura, sono settori che se integrati tra loro possono generare occupazione e reddito».