Il presidente di Confindustria Genova Giovanni Mondini auspica una complementarità con Milano per attrarre investimenti su settori in cui Genova è molto forte e su cui Milano lascia spazio, come l’alta tecnologia, e due piani shock per le infrastrutture.
«Come testimoniano le aziende – ha dichiarato Mondini all’assemblea pubblica di Confindustria “Genova internazionale. Last call”– in tanti hanno investito a Genova, non a caso abbiamo raccolto le testimonianze di otto dei ceo di multinazionali che hanno investito sul territorio. Ci rimarranno queste aziende, ma occorre creare condizioni più favorevoli affinché possano creare più ricchezza. I contributi di Abb, Philips, Hi-lex, Moog, Siemens, Paul Wurth, Hitachi, mostrano quanto la vocazione genovese per tecnologia e produzione industriale abbia fatto da humus per attrarre investimenti importanti. Il valore strategico delle grandi imprese internazionali in Italia, secondo Istat è di 25 miliardi di euro. Le imprese estere rappresentano solo lo 0,3% di tutte le imprese, ma valgono il 18% del fatturato, il 15% del valore aggiunto, l’8% dell’occupazione, addirittura un quarto della spesa in ricerca e sviluppo».
Il tema delle infrastrutture per lo sviluppo della Liguria è centrale: «Prima denunciavamo la mancanza di nuove infrastrutture da realizzare, dal Terzo Valico alla Gronda, dal tunnel della Fontanabuona al raddoppio della ferrovia tra Finale e Andora. Poi in questi ultimi due mesi abbiamo capito quanto è vetusta la rete autostradale esistente. Quindi servono due piani shock, uno per realizzare le nuove infrastrutture e l’altro per la manutenzione adeguata di quelle esistenti».
A livello regionale il giudizio che dà Mondini sul Growth act, ovvero la politica economica lanciata dalla giunta Toti a inizio mandato, è di attesa per nuove misure: «Sono passati un po’ di anni, aspettiamocene uno nuovo, l’intento è buono, in fase di realizzazione qualcosa di più si poteva fare, attenderemo con ansia il programma dei candidati alle prossime regionali».