Un bando da 1,2 milioni di euro che contiene anche un’opzione per la successiva progettazione esecutiva. La firma oggi a Manarola, nella sede del Parco delle Cinque Terre per la redazione del progetto di fattibilità legato agli interventi per la riapertura della Via dell’Amore.
Tali finanziamenti si inseriscono nell’ambito dei 2 milioni stanziati dalla giunta regionale a cui si sono aggiunti tre milioni dal ministero dell’Ambiente e 7 milioni dal Mibact.
L’accordo è stato firmato dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, in qualità di commissario straordinario di governo contro il dissesto idrogeologico, il Comune di Riomaggiore e il Parco Nazionale delle Cinque Terre.
Il passo successivo sarà la progettazione esecutiva dell’opera, seguita infine dalla gara d’appalto per l’affidamento dei lavori.
«Di sicuro non è stato facile mettere insieme tutti i finanziamenti – sottolinea l’assessore regionale alle Infrastrutture Giacomo Giampedrone – ha contribuito la collaborazione istituzionale tra tutti i soggetti in campo. Di qui ai prossimi mesi avremo la progettazione pronta e capiremo così il costo reale dell’opera e come iniziare a dividere i lotti per la realizzazione».
«Siamo riusciti ad arrivare a questa giornata grazie ai 7 milioni ottenuti dal MIbact – specifica l’assessore regionale a Cultura e turismo Ilaria Cavo – finanziamenti aggiuntivi rispetto ai 2 milioni della Regione e ai tre milioni del ministero dell’Ambiente che vanno a consolidare il percorso di realizzazione dell’opera. Un grande segnale che testimonia come la Via dell’Amore non sia solo importante dal punto di vista turistico e paesaggistico, ma anche culturale, perché vivere il paesaggio vuol dire essere parte di una tradizione che viene tramandata e va nel mondo attirando i turisti. Noi siamo pronti ad attivare i 7 milioni in modo rapido, attraverso una convenzione col Mibact».
Sarà la stazione appaltante di Regione Liguria, Ire (Società in house per le Infrastrutture) a pubblicare il bando di gara e a gestire lo sviluppo della progettazione che dovrebbe concludersi entro l’anno, per poi far partire i lavori di messa in sicurezza del versante.
Le risorse del bando sono così suddivise: 203.276,01 euro per la redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica, 570.704,76 euro per il servizio opzionale di progettazione esecutiva e 484.225,58 euro per il servizio opzionale di direzione lavori e coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione.
Regione Liguria ha affidato a IRE l’indagine sulla situazione idrogeologica del versante tra Manarola e Corniglia e l’individuazione delle opere necessarie alla riapertura del “Sentiero Azzurro”.
Ire ha affidato lo studio alla società Flow-Ing srl mediante procedura a evidenza pubblica: lo studio, consegnato alla Regione a fine settembre, contiene la descrizione di tre scenari di intervento:
Ipotesi 1: Sistemazione complessiva. Importo: 14 milioni di euro. Prevede una serie di interventi lungo tutto il sentiero con l’obbiettivo principale di mitigare il rischio in un’ottica di medio-lungo termine, garantendo livelli di rischio accettabili per una fruizione pubblica.
Ipotesi 2: Riapertura “condizionata”. Importo: 5,2 milioni di euro. Vengono stralciati una serie di interventi mirati ad ottenere una fruizione “condizionata”, da attuarsi con un piano di gestione della sicurezza che regolamenti sia il monitoraggio dei dissesti che la fruizione del sentiero (ovvero le aperture/chiusure e le modalità di accesso).
Ipotesi 3: Riapertura del primo tratto con percorso ad anello. Importo: 2,9 milioni di euro. Tale ipotesi prevede un percorso ad anello con accesso agli scali a mare, che dalla marina di Manarola raggiunge costeggiando l’approdo del “Palaedo”, prosegue lungo il sentiero “Arigliano” e ritorna alla marina attraverso la variante alta che supera il promontorio della punta Bonfiglio in prossimità del cimitero. In tale ipotesi è previsto anche il recupero di terreni abbandonati adiacenti al sentiero.
Ipotesi 3 bis: Riapertura del primo tratto con percorso ad anello e barriera paramassi. Importo: 1,9 milioni di euro. Questa ipotesi riprende le previsioni progettuali già contenute nell’ipotesi 3, sostituendo gli interventi combinati di messa in sicurezza e ripristino ambientale con interventi di ingegneria naturalistica finalizzati a stabilizzare il versante sovrastante la variante bassa del sentiero. È inoltre prevista l’installazione di una barriera paramassi da 1000 kJ a protezione della variante alta del tracciato.