Ritorno all’utile (25 milioni di euro) nel 2018, oltre un miliardo di euro di rafforzamento patrimoniale, – 54% di stock delle non performing exposures (le esposizioni deteriorate) già a fine 2018, -58% al 2020. -23% dei costi operativi e + 48% sulla produttività commerciale del 2020 rispetto al 2016. Sono questi i numeri chiave presentati agli investitori nella conferenza stampa di Banca Carige in corso questa mattina a Milano.
Un programma di trasformazione basato su quattro pilastri: rafforzamento patrimoniale, qualità dell’attivo, efficienza operativa e rilancio commerciale. Il rafforzamento patrimoniale prevede azioni di liability management (gestione di attività e passività) a ottobre, un aumento di capitale da concludersi a metà dicembre e una serie di dismissioni da concludersi a marzo 2018.
Clean-Lean-Focused sono le parole usate per descrivere l’approccio e l’obiettivo degli altri tre pilastri che rappresentano la nuova strategia del Gruppo: fare bene la banca commerciale sul proprio core business (clienti, territori, prodotti) con texas ratio (l’indicatore che mette in rapporto i “prestiti non performanti” al patrimonio netto tangibile) e coverage in linea con le best practice di mercato; essere snella funzionamento e veloce nelle risposte con una revisione del modello distributivo e operativo; focalizzata sulla piena valorizzazione della base clienti core (famiglie, small business e pmi).
Sulla riduzione delle filiali ecco le tempistiche: 58 sono già state chiuse nel corso del primo semestre 2017, 63 verranno chiuse entro il 2018. Nel 2020 i dipendenti saranno 3900 (4.873 nel 2016), le filiali passeranno da 576 a 455. La banca, nelle previsioni del piano, tornerà in utile nel 2018.