Sono in 21, tra associazioni sportive dilettantistiche e Comuni, a sperare nel prossimo assestamento di bilancio della Regione Liguria per ottenere i contributi in conto capitale per l’impiantistica sportiva. I 21 ammessi hanno fatto domanda entro lo scorso 30 ottobre. La graduatoria, che si rifà alla legge 40 del 2009, è stata pubblicata sul sito della Regione ed è pronta a essere utilizzata in caso si riescano a trovare dei fondi. «Consigliamo alle Asd – specifica Maurizio Mearelli, dirigente responsabile della struttura Sport e tempo libero – di partecipare ai due bandi Filse rivolti allo sport. L’anno scorso i fondi sono arrivati tramite mutuo e quindi, per legge, è consentito finanziare soltanto le richieste dei Comuni».
Filse, la finanziaria della Regione Liguria, finanzia la ristrutturazione di impianti sportivi con un bando da 500 mila euro (in scadenza il 25 settembre) per investimenti tra 10 e 40 mila euro e uno da 1,5 milioni (aprirà a ottobre) per investimenti fino a 400 mila euro. «Sono fondi rotativi – specifica Mearelli – che prevedono la restituzione in 5 anni dell’importo con un interesse molto basso, l’1,5% e, nel caso si tratti di interventi che comportino l’abbattimento delle barriere architettoniche, si scende allo 0,75%. Filse finanzia in conto capitale e, svolta storica, fornisce quelle garanzie la cui mancanza bloccava le società sportive dilettantistiche».
Il bando di ottobre sarà rivolto anche alle società a responsabilità limitata e risponderà «al grido di dolore soprattutto dei campi con fondo in erba sintetica e delle piscine», dice Mearelli.
È invece il Coni a occuparsi dei bandi per lo sport agonistico, in quanto la competenza su di esso è dello Stato.
«La Regione sta cercando di favorire le attività sportive per gli under 16, gli anziani, le donne e le persone con disabilità – aggiunge Mearelli – in 10 anni abbiamo distribuito circa 8 milioni e, pur con tante difficoltà, siamo riusciti a diventare la prima regione d’Italia per sport paralimpici, Genova la prima città e le tre medaglie di Rio su 10 totali lo dimostrano». La Liguria è anche al secondo posto nazionale per indice di sportività, dopo il Trentino, che ha ben altre risorse, secondo uno studio pubblicato dal Sole 24 Ore.
Sono già stati compiuti anche altri passi importanti verso la promozione allo sport che non sia solo calcio. Intanto, dal punto di vista organizzativo, la struttura regionale è passata sotto il dipartimento Salute e servizi sociali: «Abbiamo avuto subito un riscontro positivo dall’assessore Sonia Viale, che sta collaborando con l’assessore competente Ilaria Cavo e siamo riusciti a stabilizzare la sperimentazione dei Cops, i Centri di orientamento e promozione sportiva», annuncia il dirigente.
In pratica la sperimentazione solo per Genova è stata estesa a tutta la Regione e riguarda le scuole elementari: «Cerchiamo di far conoscere gli sport ai bambini – racconta Mearelli – in modo che possano praticare quello per cui sono più portati». Troppo spesso i giovanissimi scelgono lo sport in base solo a quello che vedono di più in televisione, oppure non praticano nessuna attività fisica. Gli effetti positivi del praticare uno sport vanno dall’inclusione sociale, all’integrazione, dall’educazione alla convivenza sino all’accettazione della sconfitta. La politica della Regione sta cercando di indirizzarsi verso un messaggio culturale di valore, in cui si fa ciò che è adeguato alla propria capacità, in cui l’agonismo è solo un passo successivo: «Le pressioni psicologiche sulle performance condizionano la passione e un ragazzo di 18 anni magari abbandona proprio perché non si diverte più», evidenzia Mearelli.
I numeri della pratica sportiva in Italia e in Liguria (dati Coni)
In Italia le persone di 3 anni o più che nel 2016 hanno dichiarato di praticare sport con continuità, sono state 14,7 milioni, il 25,1%, un record dal 2001, in cui erano 10,4 milioni. A questi vanno aggiunti i saltuari, arrivando al 34,8%. Il problema è però il mantenimento con il proseguire dell’età, anche se ultimamente sta aumentando anche la percentuale degli over 60 (+5% rispetto al 2013).
In Liguria la pratica con continuità riguarda il 24,9% della popolazione, erano il 21,5% nel 2013.
L’idea, per ora è solo una speranza, sarebbe anche di applicare i Cops anche alla terza età: «L’invecchiamento attivo combatte alcuni problemi di salute dei “master”, ne stiamo parlando con il Coni».
I risultati dei Cops, a detta del dirigente regionale, sono molto soddisfacenti, anche se l’effetto si vedrà tra qualche anno, in termini di praticanti e in quali discipline: «Purtroppo in Italia manca il club, che è il catalizzatore delle attività sportive dalla pre-agonistica ai master e la filosofia del college. Solo attraverso le associazioni sportive, con tanto volontariato, si riesce a sopperire alla mancanza di questi due pilastri per lo sport».