Fu il primo Casinò d’Italia. Nei saloni e sotto le tre sontuose cupole di Villa Sultana a Ospedaletti, capolavoro eclettico di matrice francese, si riuniva la bella società di fine Ottocento. Aristocratici che giungevano in treno da Nizza o in omnibus da Sanremo, fin quando la villa non cadde in rovina dopo il secondo conflitto mondiale.
Il recupero di Villa Sultana, oggi fatiscente, è il sogno (chimerico) degli abitanti del piccolo borgo di villeggiatura, che vorrebbero risalire i sentieri del suo parco lussureggiante, oggi selvaggio e abbandonato.
Un sogno che potrebbe diventare realtà se il nuovo progetto di variante illustrato lunedì scorso riuscirà ad attirare i capitali necessari. Un progetto voluto dalla società proprietaria, la Sapeco srl dell’imprenditore Pier Giorgio Parodi, che ha affidato l’incarico all’ingegnere milanese Gianfranco De Luigi. Lo stesso progettista che ha già firmato la riconversione in residenza di lusso dell’adiacente e coevo Hotel Regina.
Si tratta di una variante allo strumento urbanistico attuativo originario, che prevedeva il recupero della villa con la realizzazione di una residenza turistico alberghiera e volumi residenziali. Gli annali danno conto di trattative con investitori, in particolare russi, sfumate a pochi giorni dalla firma. Poi più nulla, a parte crolli disastrosi e perfino incendi. Ma il nuovo progetto, già presentato alla Regione e che ha incontrato il parere favorevole del presidente Toti, cambia le carte in tavola: l’idea, ambiziosa, è quella di un grande teatro da 2.300 posti, da destinare a sala per concerti sinfonici, lirica, teatro in prosa ed evidentemente grandi eventi e congressistica. Un punto di riferimento per la vicina Sanremo (che però ha già il suo Casinò e l’Ariston di Vacchino), per la provincia di Imperia, e oltre. Sul retro un hotel, e poi sale musica, bar, ristoranti, un parcheggio interrato da trecento posti.
A presentare la proposta di variante, insieme all’ingegnere De Luigi, anche il sindaco di Ospedaletti Paolo Blancardi e l’assessore regionale al turismo, il sanremese Gianni Berrino. Il folto pubblico di Ospedaletti ha ascoltato con attenzione, tra slanci entusiastici e veementi manifestazioni di scetticismo. La “città delle rose” aspetta ancora che sia scritta l’ultima parola sulla storia del porto turistico, opera incompiuta e precipitata in un baratro giudiziario da cui fatica a risollevarsi.
Per tornare a Villa Sultana servono, come detto, capitali, e non pochi: si parla di ben 40 milioni di euro, tutti a carico di privati. La proprietà, attraverso il progettista, menziona contatti con grandi gruppi italiani ed esteri in attesa del via libera: da Fininvest a Sky, oltre agli inevitabili arabi e cinesi. Ma la partita è tutta da giocare: il futuro di Villa Sultana è appeso alla speranza, e a Ospedaletti si augurano che ci sia anche qualcosa in più.