La certezza di prevenire altri disagi non c’è, ma intanto capirne le cause è importante. Le rotture dei grossi tubi (oltre i 350 mm di diametro) avvenute a Genova alla fine di giugno sono in parte collegate. Lo ha illustrato, con dovizia di particolari, Giovanni Gnocchi, responsabile della rete idrica per Iren.
![Giovanni Gnocchi Iren](http://liguria.bizjournal.it//wp-content/uploads/2016/07/DSC04722-150x150.jpg)
Gli scompensi di pressione sono stati generati in zona Borzoli a causa di un importante intervento straordinario effettuato nel Rio Fegino e dall’altro in zona Principe, dove il guasto in piazza Acquaverde (probabilmente dovuto allo spostamento di un giunto a causa di vibrazioni sovrastanti o assestamenti del terreno) ha dato origine alla rottura in salita degli Angeli.
In ogni caso Iren puntualizza che i disagi agli utenti sono stati circoscritti grazie ai lavori di interconnessione realizzati dal 2005 tra i gli acquedotti Nicolay De Ferrari Galliera e la rete Amga (che hanno consentito di non avere razionamenti anche in anni di grande siccità come il 2006 e il 2009). Nel caso di piazza Acquaverde, per esempio, l’interruzione del servizio idrico ha interessato circa 2000 persone anziché gli 80.000 utenti che gravitano sulla zona.
Ci sono comunque altri elementi che contribuiscono alla rottura dei tubi: «Le vibrazioni dovute all’intensificazione del traffico pesante, com’è accaduto in zona San Quirico – dice Gnocchi – e le variazioni della temperatura atmosferica, viste le statistiche degli anni precedenti». Del resto la pressione a Genova deve essere mantenuta particolarmente alta nei tubi, a causa della morfologia della città: sarebbe impossibile altrimenti far arrivare l’acqua in tutte le case senza ricorrere al pompaggio e quindi all’utilizzo di energia elettrica. In alcuni casi su certe condotte c’è una pressione equivalente a 40, 60, anche oltre 100 metri di colonna d’acqua, cioè come se un sub avesse sopra la testa tutta quell’acqua.
In tutti i casi (c’è stato solo uno sforamento di 9 minuti nel ripristino in piazza Acquaverde perché l’azione è stata combinata con quella di salita degli Angeli) Iren è intervenuta sul posto del guasto e ha ripristinato il servizio nei tempi stabiliti dalla carta dei servizi: la media è stata di 38 minuti per il pronto intervento e di 17 ore per il ripristino.
«I dati evidenziano che a Genova le perdite fisiche della rete sono appena del 16% – sottolinea Gnocchi – e che tra il 2012 e il 2015 il numero di segnalazioni per perdite si è ridotto di circa il 37%». Questo anche grazie agli investimenti dell’azienda: oltre 33 milioni di euro gli interventi effettuati sulla rete idrica genovese dal 2010 al 2015, ripartiti tra manutenzioni straordinarie e rinnovamento delle reti (circa 18,2 milioni di euro) e ordinari (circa 15 milioni di euro), in pratica l’azienda sta intervenendo di più per il miglioramento strutturale del servizio, disperdendo meno risorse per le riparazioni puntuali.
«A oggi non esistono tecnologie che consentano di prevedere con esattezza il sito e le tempistiche di eventuali rotture improvvise – puntualizza Gnocchi – tuttavia l’azienda è in grado di monitorare continuativamente l’andamento delle pressioni in rete individuando, grazie a un sistema di telecontrollo verificato da remoto dai tecnici Iren, variazioni potenzialmente a rischio e consentendo interventi preventivi. Inoltre svolge campagne di ricerca sulle perdite per individuare i punti più critici e ha installato un sistema di valvole in grado di compensare eventuali sbalzi di pressione.
Per i controlli e la gestione delle emergenze, il sistema Iren prevede ad oggi circa 270 addetti totali, fra questi, 25 operai e 8 tecnici sono organizzati in 4 squadre in servizio di reperibilità a turno nei notturni e nei festivi.
Le tubazioni che si sono rotte sono in ghisa grigia, un materiale molto resistente alla corrosione, ma obsoleto: «Oggi si usa la ghisa sferoidale o l’acciaio – spiega Gnocchi – mentre per i tubi più piccoli si utilizza il polietilene, più flessibile e con una durata di circa 40 anni». Per questo l’azienda ha in programma di sostituire a poco a poco i 400 km di tubazioni in ghisa sui 1203 totali.
Per quanto riguarda le azioni programmate da Iren nel breve periodo, solo nel biennio 2016/2017 l’azienda sostituirà 10.000 metri di condotte idriche sulla rete genovese (via Torti, pista Noci, via Borzoli, lungotorrente Secca, via Superiore Veilino, via Trossarelli) più circa 2800 metri su condotte secondarie. Il programma di ricerca delle perdite sarà proprio focalizzato sulle tubazioni in ghisa grigia e di maggior diametro e verranno ispezionati 100 chilometri di rete ogni anno. Verranno sperimentate anche tecnologie innovative: un progetto pilota per l’indagine sullo stato di consistenza della rete basato su indagini sonore e accelerometri e l’uso delle immagini satellitari per individuare le dispersioni di acqua clorata nel terreno (già usato in Emilia Romagna) «anche se dobbiamo capire se è applicabile a Genova, vista la conformazione cittadina», aggiunge Gnocchi.
Sono inoltre stati avviati studi per la distrettualizzazione delle reti e la razionalizzazione delle pressioni, e si stanno sperimentando tecnologie innovative mirate al monitoraggio della rete. «Abbiamo intenzione di affidare alla facoltà di Ingegneria di Genova l’incarico di svolgere prove di laboratorio su alcuni tratti di tubature interessate dai recenti eventi».
Per approfondire: infografiche reti Iren