Giorni e notti calde in crescita, ma anche un calo delle notti e dei giorni freddi rispetto al valore considerato normale nella serie storica 1961-1990, stessa anomalia anche nella temperatura del mare, che negli ultimi anni sta aumentando anche di un grado. Il 2015 è stato l’anno più caldo dal 1961, con intensità decrescente da Nord a Sud.
Mettendo in fila le statistiche i 17 anni più caldi dell’intera serie sono il 1998 e tutti gli anni successivi al 2000.
Sono i dati che emergono dal report Ispra sugli indicatori del clima, diffuso lunedì. L’anomalia della temperatura media annuale è stata di +2.07°c al Nord, +1.70°c al Centro e +1.28°c al Sud e sulle Isole, una media di +1,58°c. Tutti i mesi del 2015 sono stati più caldi della norma, ad eccezione di settembre al Nord e febbraio al Sud e sulle Isole, il 24° valore annuale positivo consecutivo.
La Liguria spicca in alcune statistiche dell’anno scorso: a Genova il picco di caldo si è avuto il 9 luglio nella stazione di Genova Centro Funzionale con 34.6 °c e un’umidità relativa del 50% (corrispondenti ad una temperatura percepita di 41°c), mentre la notte più calda sulla costa è stata quella del 4 luglio con una temperatura minima di 26.2°c e un’umidità relativa giornaliera del 60%.
I dati, forniti dall’Arpal, vengono citati solo in caso di particolari fenomeni rilevanti a livello nazionale, come quello che accadde tra il 24 e il 25 agosto a Levanto: venti molto intensi con massimi di 140 km/h, piogge con intensità di 180 mm in 6 ore e un elevatissimo numero di fulminazioni. Si registrarono anche frane e allagamenti dei torrenti tra Bonassola Levanto e Monterosso.
Tra il 13 e il 14 settembre, precipitazioni molto intense hanno interessato la valle del Trebbia in Emilia Romagna e di conseguenza i vicini bacini liguri; le intensità massime associate a questo evento sono state di 108.4 mm in 1 ora e 229.6 mm in 3 ore nella stazione di Alpe di Gorreto, mentre hanno raggiunto il valore record di 123.6 mm in 1 ora e 189.0 mm in 3 ore a Cabanne (frazione di Rezzoaglio). I tempi di ritorno stimati nella zona più colpita (quella in provincia di Piacenza) sono dell’ordine di 500 anni.
In corrispondenza di questo evento, a Genova le piogge hanno provocato il repentino innalzamento del livello del Bisagno, che pur essendo secco a inizio evento, ha risposto immediatamente alle precipitazioni temporalesche alzandosi pericolosamente nelle prime ore del 14 settembre per arrivare a soli 40 cm dall’argine.
Tuttavia le precipitazioni cumulate annuali del 2015 in Italia sono state complessivamente inferiori alla media climatologica del 13% circa. Al Nord e al Centro il 2015 è stato nettamente meno piovoso della norma (rispettivamente -21% e -17%).
Nel 2015 la stazione di Fiorino a Genova ha registrato la seconda precipitazione massima giornaliera d’Italia dopo Linguaglossa (Catania): dalle ore 0 alle 24 del 16 giugno sono caduti 302.8 mm di pioggia.
Altro secondo posto ligure per numero di giorni asciutti ossia con precipitazione inferiore o uguale a 1 mm: dopo i 330 giorni di Libertinia (Catania), ci sono Ventimiglia e Capo Mele con 326 giorni.
L’indice di siccità (numero massimo di giorni asciutti consecutivi) ha visto nel 2015 il primato minimo del passo dei Giovi (6 giorni).
Per quanto riguarda le precipitazioni massime orarie nel 2015, tra i dati disponibili (cinque regioni non sono rappresentate), i valori più elevati sono stati registrati in Liguria a Levanto San Gottardo (Sp, 129,2 mm), seguito da Alpe Gorreto (Ge, 114,2 mm).
Per approfondimenti: Indicatori clima 2015