Visione, strategie, politiche. La 45esima edizione del Convegno nazionale dei Giovani di Confindustria si concentra su queste tre parole. «I giovani imprenditori sono sempre stati all’avanguardia su temi di frontiera – dice Stefano Poliani, presidente del Gruppo giovani imprenditori della Lombardia e project leader dell’evento – quest’anno abbiamo continuato con questa tradizione riportando alla discussione la differenza tra politica e politiche».
Per un giovane imprenditore è fondamentale guardare al futuro: «L’orizzonte temporale è 10-15 anni – sottolinea Poliani – è una questione anagrafica, siamo poco interessati a ciò che succede oggi, speriamo in riforme che abbiano effetto nel tempo e che portino sviluppo».
Poliani fa parte del Comitato triregionale dal 2001: «Il segreto del successo di questo evento è che sia organizzato interamente da noi giovani del “3reg”. Lo facciamo in pochissimo tempo, cominciamo a febbraio e ci occupiamo di tutto, dal reperimento degli sponsor alla gestione dell’accoglienza. Io per esempio per quattro-cinque anni mi sono occupato della sicurezza, ho fatto il garante, si lavora in un ambiente gioioso e ci sentiamo come tra amici».
L’unione fa la forza, mentre in politica sembra più difficile far collaborare enti “elefantiaci” come le Regioni: «Abbiamo un approccio diverso, imprenditoriale – dice Poliani – a noi non interessa la Regione di appartenenza, ma condividere i progetti. Ci risulta semplice perché lo facciamo già nelle nostre aziende, la collaborazione tra imprese e imprenditori è alla base del successo, per noi la distinzione regionale ha poco valore, ci concentriamo su progetti e risultati».
«Da questo convegno mi attendo di portare a casa risposte concrete – dice Alessio Albani, a.d. di Gsl e presidente dei giovani imprenditori della Liguria – le imprese hanno subito un processo di riforma e spero che la politica si renda conto che deve esserne coinvolta, a partire dai partiti, che devono rendersi conto del bisogno di riforma e di risposte immediate a problemi reali, inderogabili».
Uno dei principali deterrenti di chi vuole fare impresa in Italia è la burocrazia con leggi e norme spesso in contraddizione tra loro: «Questo è il primo ostacolo agli investimenti stranieri in Italia – aggiunge Albani – quello che chiediamo è avere percorsi semplici, risposte chiare, certe, in tempi ragionevoli. Si tratta di una delle riforme principali e sarebbe a costo zero, perché non prevede investimento. Invece continuiamo a fare leggi su leggi. Bisognerebbe abolire gli organismi doppi, tripli, creare sportelli unici. La mancanza di risposta rappresenta un costo ormai insostenibile. Per un’impresa pianificare un conto economico è diventato impossibile».
L’altro grande ostacolo è il funzionamento dell’apparato della giustizia: «O si riformano i Tar o non ne usciremo mai – dice Albani – se solo si sbloccassero i centinaia di appalti bloccati da ricorsi amministrativi avremmo un’iniezione di denaro enorme, con ricadute positive sul territorio».
Saranno tre gli workshop pomeridiani, organizzati dalla commissione che ha in Andrea Cotrufo (Europe Energy) e Riccardo Ruscalla (Tubosider) i due referenti, con il contributo di Nicoletta Trucco (Torrefazione Excelsior), Caterina Sismondi (Laboratorio Mr1930), Alberto Ribezzo (Antica Dispensa) e Gian Andrea Redaelli (Ltv Varese).
Quello sul contest delle start up ha avuto un particolare successo: «In cinque giorni se ne sono iscritte un centinaio – spiega Cotrufo – ne abbiamo selezionati 15, che avranno più o meno quattro minuti per esporre la loro idea e un minuto per le domande. Siamo contenti perché le idee selezionate sono molto eterogenee, copriamo quasi tutti i campi anche se è normale che ci sia un legame molto stretto con l’It. Sono 140 gli iscritti esclusi gli startupper finalisti e i 30-40 respinti che saranno comunque ad assistere al contest.
L’altro workshop è dedicato alle prospettive future e alla ripartenza dell’industria in ottica di sostenibilità (circa 40 iscritti): «Lo abbiamo pensato in collaborazione con Icim – dice Cotrufo – che è un ente di certificazione. Oggi la sostenibilità e l’efficienza energetica sono due carte fondamentali per lo sviluppo del business, prima erano policy che restringevano l’attività, oggi sono gli aspetti più incentivati dallo Stato».
Una sessantina gli iscritti al terzo workshop Il rinascimento imprenditoriale, il modello della bellezza: «Il tema è stato proposto dal gruppo giovani di Confindustria – racconta Cotrufo – si cercherà di comunicare che il concetto della bellezza che ha caratterizzato il Rinascimento italiano, possa essere fondamentale per dare forma a un nuovo stile di leadership».
I tre workshop daranno continuità ai temi del convegno in ottica operativa.
L’ultima project leader ligure (la carica è a rotazione annuale) è stata Nicoletta Viziano, che ha avuto questo ruolo nel 2013: «Era un anno in cui si era ipotizzato di spostare questo convegno dalla Liguria. Una delle mie missioni era proprio di ridurre le spese del 30%. Ho riunito tutti i soggetti coinvolti e per preservare il convegno tutti hanno fatto sacrifici per mantenerlo a Santa Margherita Ligure, visto che si sono resi conto dell’importanza del convegno».
Viziano si aspetta un convegno all’insegna dell’ottimismo: «Nel 2015 abbiamo avuto finalmente quei segnali di ripresa anche in Liguria in settori martoriati come quello armatoriale e l’edilizia. Bisogna che il governo continui sulla linea degli incentivi: il jobs act ma non è la soluzione dei problemi, bisogna trovare il modo di far ripartire le infrastrutture, perché anche l’indotto ne guadagna. Vogliamo rilanciare la Liguria come area turistica, ma occorre agevolare chi vuole arrivarci».
Per Viziano il Gruppo giovani deve tornare quel movimento di rottura come lo era stato al momento della sua fondazione, negli anni Sessanta: «Dobbiamo dare una spinta a risolvere i problemi incancreniti di questo Paese, perché se le aziende tornano ad andare bene ne beneficiano anche i dipendenti e tutto il territorio. Marco Gay, il presidente nazionale dei Giovani è una persona molto preparata e comunicativa. Oggi ha credibilità verso gli interlocutori governativi. Tornando alla Liguria spiace vedere che tanti di noi siano quasi costretti a fare impresa oltre l’Appennino perché non sono offerte le stesse condizioni di partenza».
«Mi aspetto un bel convegno – auspica Poliani – visto che il tema è particolarmente centrato e vicino al nostro movimento, mi aspetto un bel dibattito e mi auguro che vada avanti anche oltre questi due giorni e che il tema della differenza tra politica e politiche venga affrontato allo stesso modo e con lo stesso piglio con cui lo stiamo affrontando noi giovani imprenditori».