Guardando il bianco abbacinante dei monumenti restaurati all’interno dei porticati del cimitero di Staglieno, il confronto con quelli ricoperti da una crosta nera (frutto del deposito degli inquinanti che si trovano nell’aria che respiriamo), è impietoso.
Una mostra in corso a Palazzo Rosso, chiamata Immagini per l’eternità, con fotografie restaurate grazie al contributo di Asef, mostra quant’erano splendenti i porticati con tutte le opere ancora perfette. L’immaginazione corre, ma far tornare tutto come una volta sarebbe un’impresa titanica perché ogni monumento appartiene a un privato e a volte si tratta di persone che non hanno interesse a far risplendere nuovamente i marmi e i bronzi. C’è però chi sta lavorando per restituire, almeno in parte, l’antico splendore a quello che potrebbe essere definito il più grande museo di Genova. Non si tratta di un italiano, ma di un americano: Walter S. Arnold, scultore, che si è innamorato di Staglieno e ha fondato un’associazione per convogliare risorse da dedicare al restauro delle singole opere, risorse che possono essere scaricate dalle tasse (in Italia non è ancora possibile perché l’Art Bonus non si applica a opere di proprietà privata).
Non è un caso: sono soprattutto gli stranieri a visitare, macchina fotografica alla mano, le bellezze contenute nel cimitero monumentale forse più importante d’Europa. Il Comune ha colto l’opportunità, cercando di valorizzare il luogo dal punto di vista turistico, ma i problemi sono ancora tanti e non bisogna dimenticare l’attività ordinaria del cimitero. Nessun bookshop per esempio (dovrebbe essere previsto con i lavori programmati all’ingresso) e porticati con soffitti ancora da sistemare, in aggiunta alla lotta contro il dissesto idrogeologico provocato dai nubifragi autunnali (sotto il terreno del cimitero scorrono numerosi rii sotterranei). Da un buon esempio ne potrebbero nascere altri e il bianco potrebbe nuovamente essere il colore prevalente dei monumenti, ma al di là dei mecenati servirebbe forse una programmazione a livello ministeriale.
Vi consigliamo di guardare il video in apertura, se non l’avete ancora fatto, per capire come cambia un’opera una volta restaurata, ma anche quanto poco basterebbe per fare in modo che non venisse più ricoperta da quella patina nera che la danneggia. Una sorta di visita guidata con gli esperti della Soprintendenza della Liguria per capire quali sostanze si depositano sul marmo (si potrebbe anche fare una datazione dell’inquinamento atmosferico nel corso dei decenni analizzando gli strati), come si eliminano, ma anche i problemi che ha avuto il cimitero nel corso degli anni, a partire dai furti di oggetti (candelabri, piccole statue, porta-lumini).