“Il cibo del futuro – produrre, distribuire, comunicare”: il convegno organizzato dalla Camera di commercio e dalle associazioni di categoria al Palazzo della Borsa di Genova ha messo a fuoco il processo che sta cambiando profondamente l’agroalimentare, sulla spinta delle nuove tecnologie, di internet e dei social media.
L’alimentare si è evoluto gradualmente nei secoli, è cambiato con la novità della grande distribuzione organizzata, partita ormai un secolo fa, e oggi si trova ad affrontare una novità ben più disrupting di quella dei supermercati: l’azione combinata di e-commerce, dialogo diretto tra produttore, distributore e consumatore e nuove aspettative del cliente.
Chi compera una scatola di pelati o un pacco di pasta vuole certezze e trasparenza sulle caratteristiche del prodotto e anche una componente mai dimenticata ma sempre più considerata essenziale: l’identità, il rapporto con la tradizione e con il territorio. E le richieste dei consumatori, sempre più informati, raggiungono direttamente produttori e distributori attraverso i nuovi social media. Nei negozi e nei supermercati, quindi, si affermano i produttori, grandi o piccoli che sanno raccontare il loro prodotto. L’attività del comunicare sta modellando in profondità quelle del produrre e del distribuire.
Non solo nei punti vendita troviamo nuovi prodotti che spesso vengono dal passato – a Genova, per esempio, negli anni scorsi è ricomparsa la quagliata dopo mezzo secolo di assenza – ma l’e-commerce sta rivoluzionando gli stessi punti vendita. Il secolare confronto tra negozio di vicinato e gdo ora passa in secondo piano rispetto a quello tra negozio fisico, non importa di quale dimensione, e negozio virtuale: la scelta del consumatore non riguarda più solo lo spazio ma il tempo. Il negozio fisico permette di acquistare un prodotto sotto casa o, al massimo, a mezz’ora d’automobile, quello virtuale offre una gamma vastissima di prodotti, spesso meno cari, però non fruibili immediatamente. Ed è in atto un’integrazione tra la dimensione fisica e quella virtuale: il negozio fisico tende a diventare un touch point per prodotti che possono essere visti da vicino, toccati e poi acquistati online.
Un touch point spesso monomarca, come accade per esempio con gli smartphone, ma i piccoli produttori non rimangono esclusi dai nuovi territori: la rivoluzione in atto premia chi, grande o piccolo, gioca bene le sue carte carte, sa raccontarsi ed è attento alla qualità.
Guarda il nostro approfondimento sugli scenari futuri della gdo nell’intervista a Mario Gasbarrino, amministratore delegato di Unes:
“Il cibo del futuro – produrre, distribuire, comunicare” – Mercoledì 3 ottobre, Palazzo della Borsa di Genova. Programma dei lavori:
Ore 9 Registrazione
Ore 9.30 Apertura lavori:
Cristina Santagata, presidente di Santagata 1907
Ore 9.45 Tavola rotonda “Presente e futuro della Grande Distribuzione: come cambiano gli scenari alla luce delle nuove prospettive di comunicazione”
Lucia Bruzzone, digital manager di Sogegross
Mario Gasbarrino, presidente e amministratore delegato di Unes
Alessandro Masetti, responsabile di F&B Coop Italia
Mauro Cocchieri, industry head retail di Facebook Italia
Moderatore: Eugenio Puddu, socio Deloitte, coordinatore del progetto Why Liguria.
Tavola rotonda “Food e new media: comunicare l’innovazione. Imprese storiche che hanno innovato la tradizione”
Diego Bosoni, titolare di Cantine Lunae
Stefano Bruzzone, titolare e responsabile Acquisti Il pesto di Prà
Mattia Noberasco, amministratore delegato Noberasco
Savino Muraglia, managing director dell’Antico Frantoio Muraglia
Moderatore: Rosanna Piturru, giornalista.
Tavola rotonda “Il cibo come tradizione, identità, valore culturale ed economico”
Maurizio Sentieri, docente e saggista
Carlo Radicci, ceo di Casa Radicci
Mauro Ricciardi, chef Alla locanda dell’Angelo, 1 stella Michelin
Ivano Ricchebono, chef The Cook, 1 stella Michelin
Moderatore: Luigi Caricato, giornalista, editore di Olio Officina
Ore 12: Gara Eliminatoria di Pesto Genovese al Mortaio, valida per l’VIII Campionato Mondiale, a cura dell’Associazione Culturale Palatifini, con la partecipazione di Roberto Panizza.