Hanno chiuso in negativo le Borse europee, all’indomani del voto in Francia e in Italia. Maglia nera Parigi, che ha perso l’1,12% a 5.240 punti, seguita da Milano (Ftse Italia All-Share a 23.125,95 (-1,04%) e Ftse Mib a 20.910,23 (-1,00%) e Francoforte (-0,98% a 12.690 punti). Londra ha ceduto lo 0,21% a 7.511 punti. I listini europei hanno risentito del ribasso dei titoli tecnologici avvenuto negli Usa venerdì scorso dopo il report di Goldman Sachs che avvertiva di possibili segnali di correzione del comparto. Cresce intanto l’attesa per il meeting della Fed di metà settimana, con un rialzo dei tassi di interesse che sembra essere già stato ampiamente scontato dal mercato. Dopo la debolezza mostrata dai recenti dati macroeconomici Usa, però, molti ora ritenengono poco probabile che la banca centrale americana intervenga un’altra volta nel corso del 2017sul costo del denaro.
A Piazza Affari gli operatori si sono trovati a valutare due dati contrastanti: la produzione industriale italiana in frenata ad aprile, e il fatto che il Fondo monetario internazionale ha migliorato le stime di crescita dell’Italia nel 2017 portando la previsione del Pil al +1,3%.
Deboli i bancari ad eccezione di Ubi (+3,9%), nel primo giorno dell’operazione di aumento di capitale.
Chiudono bene i petroliferi in scia al rimbalzo del greggio. Spicca Saipem (+5,2%) dopo che in un’intervista riportata da Repubblica il presidente Paolo Colombo ha confermato la strategia del gruppo tesa a diversificare il business su tutta la catena del valore dell’energia. Bene anche Eni (+0,4%), che avvierà a luglio, in anticipo di tre mesi, la produzione di gas e petrolio nel giacimento di Sankofa, al largo delle coste del Ghana, e Tenaris (+0,4%), grazie all’incremento degli impianti di trivellazione Usa mostrato dai dati Baker Hughes.
Il cambio euro/dollaro si mantiene in area 1,12, mentre si rafforza lo yen sia nei confronti del biglietto verde (USD/JPY a 109,8) che della moneta unica (EUR/JPY a 123,1). Per quanto riguarda l’Italia, il flop alle elezioni amministrative di M5S ha avuto un effetto immediato sullo spread. Dopo aver beneficiato dell’allontanarsi dell’ipotesi di elezioni anticipate in autunno, dato l’impasse alla Camera dell’accordo sulla legge elettorale, il differenziale tra il decennale italiano e quello tedesco si è assottigliato ulteriormente tornando in area 175 punti base, con il rendimento del Btp leggermente sopra alla soglia del 2 per cento.
Tra le materie prime, deciso rimbalzo del petrolio dopo la flessione della scorsa ottava, con il Brent (+1,3%) a 48,8 dollari e il Wti (+1,4%) a 46,5 dollari.