Internet e televisione si confermano i media più largamente utilizzati dai liguri, mentre il cinema soffre un calo di spettatori. A un pesante crollo di lettori dei quotidiani nel lungo periodo, corrisponde un vero e proprio boom del web, mentre la radio torna in auge negli ultimi anni. È quanto emerge, in estrema sintesi, dalle ultime statistiche culturali diffuse dall’Istat, sulla base dei dati Siae e dell’istituto stesso (i più recenti sono relativi al 2015).
Il dato che spicca in Liguria, così come nel resto d’Italia, è quello legato a Internet: nel 2001 la rete era usata da appena il 28,5% dei liguri con più di sei anni, nel 2015 sono diventati il 61,1% (un punto in più rispetto all’anno precedente). Le percentuali sono di poco superiori a quelle della media italiana, il trend è lo stesso: 15 anni fa gli italiani che adoperavano il web erano solo il 27% del totale, oggi sono il 60,2%.
Andamento opposto per ciò che riguarda la carta: nel 2001 i liguri che leggevano almeno un quotidiano a settimana erano il 71,6%, nel 2015 questa percentuale è scesa al 51,9%. Un calo che si riflette anche a livello nazionale, ma con percentuali ancora più basse: i lettori italiani sono passati dai 58,9% del 2001 ai 47,1% del 2015. Nel Sud i valori scendono ulteriormente, aggirandosi tra il 31 e il 37%.
In questo quadro negativo, una piccola nota di merito alla Liguria che si conferma, come da tradizione consolidata, una delle regioni in cui si legge di più rispetto al resto del Paese: quel 51,9%, la settima percentuale d’Italia, è superiore non solo alla media nazionale, ma anche alla media del Nord Ovest. Inoltre, tra questi lettori, il 42,2% legge i quotidiani almeno cinque volte in una settimana, contro la media italiana del 36,3% e il 38,3% delle regioni del Nord Ovest. Solo friulani (49,6%), trentini (45,2%) ed emiliani (43%) leggono con più assiduità.
Capitolo a parte per radio e tv. Nel primo caso, i liguri si sono mostrati piuttosto costanti nell’ascolto delle varie frequenze negli ultimi quindici anni, nonostante percentuali inferiori rispetto a quella media italiana o delle altre regioni delle stesse macroaree. Nel 2001 i radioascoltatori liguri erano il 53,7%, nel 2015 risultano il 54,7% (e circa 4 punti percentuali in più rispetto al 2014). In Italia la media è maggiore, ma emerge un deciso calo nel lungo periodo: nel 2001 ascoltare la radio è un’abitudine del 63,1% degli italiani, passati al 57,9% nel 2015 (un punto in meno sul 2014). Anche nell’area del Nord Ovest il calo è piuttosto brusco (63,1% nel 2001, 59,8% nel 2015), ma in leggera ripresa rispetto al 2014 (58,2%).
La televisione resta il mezzo di comunicazione preferito dagli italiani, e lo stesso vale per i liguri, ma il suo utilizzo mostra un trend in costante calo. In Liguria i telespettatori abituali (con più di 3 anni di età) erano il 95% nel 2001, mentre nel 2015 sono scesi al 90,9%. Stesso andamento nel resto del Paese: gli italiani amanti del piccolo schermo erano il 94,5% nel 2001, a quindici anni di distanza diventano il 92,2%. Un comportamento simile anche nelle regioni del centro-sud, anche se in alcuni casi le percentuali restano costanti nel lungo periodo (è ciò che accade in Campania e in Puglia, in Sicilia addirittura si registra un aumento), e in ogni caso i valori oscillano tra il 92 e il 95%.
Nel 2015 in Liguria sono stati proiettati oltre 99.300 spettacoli, per circa 3 milioni e 42 mila biglietti venduti (1,9 per abitante). La spesa al botteghino (che comprende esclusivamente biglietti e abbonamenti) è di quasi 20 milioni di euro (12,6 euro per abitante, quasi due euro in più rispetto alla media italiana).
Infine, il cinema. In questo settore la Liguria (151 sale in tutta la regione, 9,6 ogni 100 mila abitanti) si mostra in controtendenza rispetto alla panoramica nazionale. Nel 2001 hanno assistito a spettacoli cinematografici il 50,6% dei liguri con più di 6 anni d’età, mentre nel 2015 la percentuale è scesa al 47,4%. In Italia i cinefili sono passati dal 49,4% del 2001 al 49,7% del 2015.
Dopo un periodo altalenante, i picchi si sono registrati nel 2010 e 2011, con percentuali del 52,2% e del 54%, non a caso in corrispondenza dell’uscita di alcuni film che in Italia hanno fatto registrare numeri da record (Harry Potter e i doni della morte ha totalizzato circa 40 milioni di spettatori, Benvenuti al Sud 29,8 milioni, Che bella giornata addirittura 43 milioni). Dopo questi exploit, se il resto del Paese è tornato a registrare (e superare) i numeri del 2001, in Liguria il dato è rimasto inferiore di tre punti percentuali.