Il primo trimestre 2016 per Banca Carige si chiude con una perdita consolidata netta di 41 milioni (45,5 milioni nel primo trimestre 2015) conseguita dopo aver contabilizzato per intero i contributi annuali a Fondo Nazionale di Risoluzione (9,2 milioni). È quanto risulta dal Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2016 approvato oggi dal consiglio di amministrazione di Banca Carige.
Il margine di intermediazione è superiore rispetto al precedente esercizio del 2,7% costi operativi (138,6 milioni), pur scontando la contabilizzazione dei contributi annuali al Fondo Nazionale di Risoluzione per 9,2 milioni, diminuiscono dell’1,5% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente; al netto di tale voce essi calano dell’8,1% in conseguenza dell’avvio del programma di riduzione delle spese amministrative.
Il margine di interesse risulta in flessione annua del 5,1% in un contesto di riduzione costante dei tassi, le commissioni nette (60,5 milioni) sono sostanzialmente stabili.
La banca mantiene una solida posizione patrimoniale con CET1 al 12,3%, tra i più alti del sistema; la liquidità permane a livelli adeguati, oltre i due miliardi, con un Liquidity Coverage Ratio al 129%;il portafoglio dei crediti deteriorati è invariato da un anno, mentre gli indici di copertura sono in aumento (coverage ratio delle sofferenze al 60,7%) e ai livelli più alti del sistema. L’indice di incidenza delle sofferenze sul patrimonio netto tangibile (Texas ratio) è al 57,4% un risultato decisamente positivo rispetto alla media.
«I risultati – precisa una nota stampa della banca – confermano la solidità dei fondamentali del Gruppo che ha operato in un contesto di mercato che, specie nei primi mesi, ha evidenziato tensioni sul fronte della raccolta, gradualmente rientrate a fine trimestre invertendo il trend ad aprile e maggio; al progressivo rientro alla normalità del fenomeno hanno contribuito anche una serie di misure straordinarie introdotte dalle Autorità quali la garanzia statale sulle tranche senior delle cartolarizzazioni di sofferenze e l’iniziativa privata che ha portato alla creazione del fondo Atlante, prevalentemente finalizzato a supportare gli aumenti di capitale delle banche popolari in quotazione».
Il 4 maggio scorso la Bce ha accordato una dilazione dei tempi richiesta dalla banca ligure per la presentazione del piano industriale e ha fatto pervenire all’istituto una nuova draft decision che modifica parzialmente le decisioni contenute nella final decision consegnata il 31 marzo 2016. In particolare, tale nuova decisione specifica che la Banca sarà tenuta a presentare a Bce: − entro il 31 maggio 2016, le linee guida dei suddetti Piano Industriale e Piano a medio termine, oltre ad un aggiornamento del Funding Plan presentato il 31 marzo 2016 − entro il 30 giugno 2016, il Piano industriale e il Piano a medio termine dettagliati, a valere sulle linee guida presentate il 31 maggio 2016