«Una manovra che non abbiamo fatto a cuor leggero, ma era necessario intervenire con l’aumento dell’Imu per le tempistiche e per garantire i servizi essenziali su scuola e welfare del Comune di Genova».
Silvia Salis ha convocato una conferenza stampa dopo la giunta di oggi, 17 luglio, per specificare le motivazioni dell’aumento dell’Imu per i proprietari delle case affittate a canone concordato.
«Tutto questo servirà a finanziare i servizi, perché come ho espresso in più occasioni in questi giorni, ci sono due modalità di gestire la cosa pubblica. Tagliare i servizi, quindi far trovare piano piano le persone impossibilitate ad avere i servizi che deve garantire la pubblica amministrazione o suddividere un sacrificio che, mi rendo conto, in questo caso abbia generato malcontento. Ma c’erano delle stabilizzazioni da fare nei servizi per l’infanzia, c’era una serie di fondi da trovare per il welfare, quelli sono servizi che riguardano la vita delle cittadine e dei cittadini e la loro possibilità di continuare a lavorare, ad esempio, parlo soprattutto per le donne, quando mancano i servizi sappiamo che sono le prime a pagare».
Salis non sfugge alle responsabilità: «Questa è una manovra della quale ci facciamo carico, avevamo richieste per 51 milioni di spesa pubblica, abbiamo rinviato il rinviabile e ne abbiamo recuperati 20: 5,3 di questi con l’Imu, il resto da economie dei singoli assessorati. Senza questo riequilibrio non sarebbero stati garantiti questi servizi essenziali». Il vicesindaco e assessore al Bilancio Alessandro Terrile puntualizza: «Abbiamo raschiato il fondo del barile dagli utili delle Società partecipate Fsu e Asef, ristori per l’efficientamento, oneri di urbanizzazione e così via».
La sindaca mette in chiaro che l’idea della giunta è di potenziare asili, servizi per i disabili, per gli anziani, ma in questo caso c’era la scadenza del 31 luglio per la variazione di bilancio per sostenere i servizi che impattano e di parecchio sulle tasche dei cittadini. «Accogliamo il malcontento. Questo è un sacrificio che abbiamo richiesto ai proprietari ma anche agli assessori nel loro operato, penso anche alla cultura. Ringrazio l’assessore Montanari per aver fatto un grande sforzo per portare avanti, una garanzia di servizio per i prossimi mesi». Il rischio era chiudere il Museo della Lanterna e quello dell’Emigrazione.
Terrile sottolinea: «Mancavano 5,5 milioni di servizi essenziali. Ora riusciamo a fornire finanziamenti sul sociale, 7 milioni, e 5,7 sulla scuola, comprese le assunzioni delle insegnanti e del personale ausiliario entro 26 luglio. Poi 2 milioni saranno destinati alla manutenzione delle strade, 2 milioni al verde pubblico, altri 2 alla pulizia dei rivi. Occorre tenere conto che sul bilancio gravano i 14 milioni accantonati per la mancata riconciliazione del credito con Amt con i fondi governativi mai arrivati. E poi su alcune manifestazioni ci sono bonifici già firmati anche a maggio: tipo quelli di Ocean Race, che per tre giorni costerà 2,5 milioni».
Il Welfare
L’assessore al Welfare Cristina Lodi tuona: «Per 8 anni il Comune ha disinvestito sul Welfare passando da 42 a 36 milioni. Siccome dal bilancio preventivo parte l’affidamento dei servizi occorreva intervenire. 7,2 milioni serviranno per l’adeguamento dell’aumento contrattuale nazionale degli educatori valido da gennaio 2025. Avrebbe dovuto già essere presente nel precedente bilancio, invece non c’era. Poi 4 milioni saranno destinati alla residenzialità dei minori, un servizio che il Comune deve garantire per legge, un milione andranno ai centri servizi per le famiglie, 640 mila euro per i servizi di inclusione sociale, 300 mila euro, pochi per noi, per i servizi agli anziani. Mancano ancora 2,5 milioni per arrivare alla fine dell’anno. Questa copertura arriva sino a ottobre».
La Scuola
Rita Bruzzone, assessore alla Scuola, sottolinea: «Questa manovra è una dichiarazione di quello che vogliamo fare in questa città. Più welfare e scuola. L’anno scorso per la disabilità sono stati spesi 14 milioni di euro. I servizi sono: insegnanti di sostegno, operatori socio educativi e operatori socio assistenziali. Lo scorso anno ci sono state richiete per 5963 bambini, di cui 2160 a Genova. Il primo settembre è alle porte e so che il 13 giugno è stato dato il primo stop rispetto alle richieste di sostegno e so anche che c’è stato un incremento del 20% delle richieste. Avremo a disposizione 3.691.677 euro da settembre a dicembre anche per le scuole paritarie e fino alla scuola secondaria primo grado. Abbiamo anche scelto di dedicare 70 mila euro alle ore di sostegno negli asili nido che non è un obbligo». Per quanto riguarda i Poli Res, che sono servizi a favore degli alunni disabili gravi o gravissimi inseriti nelle scuole con il progetto Polo Risorse Educative, il Comune forma gli operatori, ma acquista anche gli ausili e ciò che serve per l’igiene personale. «Sul trasporto alunni ieri abbiamo avuto un incontro con la Città Metropolitana e stiamo lavorando per armonizzare il sistema − annuncia Bruzzone − poi c’è il tema della ristorazione scolastica da 1,7 milioni. Sono servizi che devono partire. In più entro luglio è prevista la stabilizzazione degli operatori non solo della scuola. Ne sono previste 84 attingendo alle graduatorie interne».
Per quanto riguarda invece le risorse che il Comune intende affidare ai Municipi, Terrile commenta: «Non metteremo le mani in tasca a nessuno, lo faremo attraverso gli investimenti e la modifica al Piano Triennale delle Opere pubbliche. Gli assessori Ferrante e Patrone sono già al lavoro per liberare risorse già adesso».
Le cifre
- 4 Milioni per interventi residenziali per minorenni (rette)
- 1 milione per centro servizi per le famiglie (educativa territoriale, educativa di strada, educativa famigliare, centri di aggregazione giovanile, centri socio educativi)
- 640.000 euro per: Servizi per l’inclusione sociale, assistenze economiche per persone con disabilità, borse lavoro, trasferimenti a famiglie per affidi familiari
- 840.000 euro per disabili di cui 600.000 euro contributi per trasporto lavorativo e verso centri di riabilitazione di persone disabili e 240 per Servizi domiciliari (DO.GE disabili) e contratti di servizio per ospitalità residenziale
- 300.000 per servizi agli anziani (servizi domiciliari per persone anziane (DO.GE anziani) e interventi residenziali per anziani)
- Oltre a 300.000 euro per interventi vari
- 1.075.000 euro per servizi di ristorazione
- 3.691.667 euro per servizi per alunni con disabilità (osa, ose e sostegno)
- 30.000 euro per trasporto alunni con disabilità
- 30.000 euro per convenzionamento nidi PAC (Accreditati e Convenzionati)
- 113.333 euro per invio atti riscossione morosità (convenzionamento con Ge Parcheggi)
Opposizione polemica, battaglia in aula
L’opposizione, in aperta polemica, ha abbandonato l’aula. Ilaria Cavo, a nome del gruppo Noi Moderati Orgoglio Genova Bucci, prima firmataria dell’articolo 55, Alessandra Bianchi, capogruppo di Fdi, Paola Bordilli, capogruppo della Lega, Pietro Piciocchi, capogruppo di Vince Genova, Mario Mascia, capogruppo di Fi, Sergio Gambino Gruppo Misto, tutti sottoscrittori dell’istanza, polemizzano: “La maggioranza si rifiuta di affrontare il tema dell’aumento dell’Imu in consiglio comunale, sia oggi, sia nella prossima seduta. Un fatto grave che denota quanto sia difficile, anzi impossibile, per il centro sinistra affrontare in un dibattito pubblico la scelta annunciata dalla giunta Salis, e da noi duramente contestata, di aumentare l’Imu per gli immobili affittati a canone agevolato. Una scelta che avremmo voluto commentare con tempestività oggi, tramite lo strumento dell’articolo 55, che prevede la trattazione di argomenti di notevole rilevanza, attualità e interesse generale. Evidentemente per la maggioranza, che ha votato contro la discussione odierna, alzare l’Imu per 27 mila proprietari di case, con i riflessi che la misura avrà anche sui canoni degli affitti e quindi sugli inquilini, non è un tema di sufficiente interesse pubblico e generale. Si sono arroccati sull’unica alternativa data dall’articolo 55 del regolamento comunale: portare l’argomento in una commissione, peraltro più generica e a ora non calendarizzata: hanno scelto di non affrontarlo oggi, buttando cioè la palla in tribuna. Dopo gli annunci chiaramente fatti alla stampa, si è negata la possibilità di espressione ai gruppi consiliari e la tempestività di un dibattito che se non poteva essere esaustivo sarebbe stato attuale, doverosamente e necessariamente prioritario prima che ogni decisione e ogni delibera venga incanalata nell’iter legislativo. La realtà è che scappano da un dibattito preventivo. Quando avverrà, in commissione e poi con il voto in consiglio, sarà troppo tardi. Non tanto per noi quanto per i piccoli proprietari che hanno utilizzato lo strumento del canone concordato, uno strumento di scelta responsabile, sociale e collaborativa verso la città. Così per gli inquilini, che risentiranno sul medio e lungo periodo degli effetti di questa misura, opposta a quello che si sarebbe dovuto fare per calmierare gli affitti e arginare il fenomeno degli affitti brevi da loro tanto osteggiati in campagna elettorale. Di fronte alla prima variazione di bilancio che alza le tasse e mette la mani nel portafogli dei nostri cittadini la maggioranza si nasconde. Se fosse così convinta e certa della scelta fatta non avrebbe problemi ad aprirsi a un confronto democratico. La scelta di oggi è la più chiara dimostrazione del loro imbarazzo di fronte alle decisioni annunciate”.