La magnolia (Magnolia officinalis) ha origini antichissime, comprende decine di specie, vive in Asia e in America e si è diffusa come pianta da giardino anche in Europa, dove peraltro era già vissuta nel periodo cretacico e terziario. Queste piante prediligono clima estivo umido e piovoso, terreno acido permeabile e fresco, comunque in genere crescono dove il clima è mite. In Liguria sono numerose, la più diffusa è la Magnolia Grandiflora dell’America Settentrionale, coltivata nelle ville, nei giardini e nei parchi pubblici per il suo bel fogliame e per i suoi fiori dai grandi petali bianchi, profumatissimi, dai quali si può estrarre un olio usato in profumeria. Pare che questo olio essenziale agisca come rigenerante, stimolante e rivitalizzante, utile anche in caso di forte stress ed ansia. Dalla corteccia di magnolia in Cina si ricavano decotti e tisane per curare vari disturbi, tosse, asma, ansia depressione, problemi dell’apparato gastro-enterico e urinario.
La Magnolia Grandiflora ha una fioritura prolungata, da maggio a fine settembre. E i petali dei suoi fiori, carnosi, dall’intenso profumo agrumato, sono ottimi anche in cucina. In Cina vengono utilizzati di frequente, avvolti nella pastella e fritti, accompagnati da qualche tazza di tè verde. Anche dalle nostre parti, almeno una volta. Senza il tè verde. I fiori di magnolia non compaiono nei libri di cucina ma noi ricordiamo di averli gustati in casa, nostra e di amici.
E ora veniamo alla ricetta, che è molto semplice. Ci rifacciamo a quella delle frittelle di fiori di sambuco , con qualche modifica perché le note agrumate della magnolia richiedono un po’ più zucchero, ma in pratica si tratta di fare la pastella che usate per friggere il baccalà o le melanzane aggiungendovi dello zucchero.
Ingredienti. Per una ventina di petali di magnolia impiegate due uova, 80 grammi di zucchero semolato, 80 grammi di farina 00, zucchero a velo, acqua, olio di mais.
Procedimento. Controllate che i petali siano puliti, eventualmente spolverateli con carta da cucina ma senza bagnarli. In una ciotola mescolate le uova sbattute, lo zucchero e la farina e aggiungete acqua fino a ottenere una pastella omogenea, fluida ma non liquida, che deve avvolgere bene il petalo. Se risulta liquida, aggiungete gradatamente della farina, fino a ottenere la consistenza adatta, se è troppo densa aggiungete acqua. Rimescolate bene, eliminando eventuali grumi, e lasciate la ciotola in frigo per un paio d’ore. Poi immergete i petali nella pastella, versate l’olio in un pentolino stretto e dai bordi alti e quando avrà raggiunto il punto di frittura (170-180 gradi) cioè quando immergendovi uno stuzzicadenti lo vedete subito circondato da bollicine, mettete i petali impastellati nell’olio bollente. Pochi per volta, per non fare abbassare troppo la temperatura. Fateli cuocere ciascuno tre-quattro minuti e saranno pronti. Non vi resterà che spolverarli di zucchero a velo (alcuni aggiungono cannella) e accompagnarli con Golfo del Tigullio Moscato, lasciando ai cinesi il tè verde. Per quanto, de gustibus …
Placet experiri!