In “ Wilhelm Röpke” (IBL Libri) Flavio Felice ci introduce nel pensiero di Wilhelm Röpke(1899-1966), economista tedesco, oppositore del nazionalsocialismo, e considerato tra i padri dell‘Ordoliberalismo tedesco, matrice culturale dell’Economia sociale di mercato. La Soziale Marktwirtschaft si contrappone alle politiche dirigistiche nazionalistiche di destra e di sinistra, teorizzando la libertà dell’agire economico come fattore essenziale perché l’uomo possa realizzare se stesso come singolo e come società. Tutto questo deve avvenire su un solido fondamento etico e nei limiti del rispetto delle regole della giustizia sociale che vanno esercitate dallo Stato in veste di regolatore. Definite le regole del gioco, lo Stato ha il compito di favorire la concorrenza e la stabilità monetaria, per consentire l’affermarsi di una società libera e prospera, fondata sulla proprietà privata e la giustizia sociale. Presente già in Konrad Adenauer, la Soziale Marktwirtschaft, a pochi anni dal disastro della seconda guerra mondiale è stata portata a un clamoroso successo da Ludwig Erhard (1897-1977), il deputato cristiano-democratico dal 1951 ministro dell’Economia e dal 1963 al 19666 cancelliere della Repubblica Federale.
Il nome Ordoliberalismo viene dalla rivista “Ordo” fondata nel 1936 da Walter Eucken (1891-1950), professore di economia politica a Friburgo. Ordo fu punto di riferimento di studiosi che durante la Repubblica di Weimar si opposero alle teorie di John Maynard Keynes e durante il Terzo Reich alla politica economica di Hjalmar Schact. Le teorie sviluppate da Ordo ispirarono il pensiero e le scelte politiche di Ludwig Erhard. Nella commissione scientifica riunita da Erhard una delle figure più importante fu appunto Röpke che insieme agli altri studiosi riuniti attorno a “Ordo” e consiglieri di Erhard sviluppò i concetti principali che non solo hanno ispirato la costituzione della Repubblica Federale Tedesca e poi l’attività politica di Ehrard ma hanno contribuito a delineare il quadro giuridico dell’Unione Europea (Nel trattato di Lisbona, l’Ue mira con l’Art. 1-3 a “un economia sociale di mercato competitiva”.). L’ordoliberalismo prese posizione contro Keynes e contro Schacht, contro le politiche roosveltiane e poi quelle laburiste, contro quelle della Germania nazista e dell’Unione sovietica. Perché secondo gli ordoliberalisti la distinzione fondamentale è tra regimi che rispettano la libertà economica e quelli a economia protetta, pianificata, assistenziale. D’altra parte gli ordoliberalisti, diversamente da altre correnti del pensiero liberale, ritengono determinante l’intervento dello Stato. Il mercato non si forma in modo spontaneo. Lo Stato svolge un ruolo indispensabile nel renderne possibile l’esistenza, fornendo un quadro giuridico che impedisca la formazione di monopoli e stabilendo regole che diano agli attori economici, liberi nelle loro scelte, la certezza del diritto e la difesa dall’inflazione. Ma per evitare l’inflazione, e quindi ottenere la stabilità dei prezzi, lo Stato non deve fissarli, come non deve sostenere settori di mercato e creare artificialmente posti di lavoro. Suoi strumenti fondamentali sono la determinazione del tasso di sconto e la fiscalità, che deve essere moderata per lasciare risorse all’iniziativa individuale.
Secondo quanto si legge nella presentazione di IBL, in questo volume Felice analizza specialmente tre aspetti del pensiero di Röpke. “Innanzitutto, l’idea centrale del suo insegnamento, ovvero che il destino dell’economia di mercato risiede e si decide al di là della logica della domanda e dell’offerta, nella cornice etica, culturale e giuridica alla base dei processi del mercato stesso. In secondo luogo, la concezione della civitas humana, che al proprio interno vede interagire tutte le sfere storico-esistenziali nelle quali si esplica la vita concreta delle persone. Infine, l’interpretazione data alla crisi sociale del suo tempo, che lo ha spinto a riflettere sulle possibili soluzioni istituzionali e ad elaborare la nozione di «terza via», alternativa tanto al «vecchio» liberalismo quanto all’incipiente collettivismo che tanto sembrava entusiasmare una parte consistente della cultura occidentale”.
Sull’argomento Liguria Business Journal ha pubblicato anche gli articoli “Etica cristiana e libertà economica” di Wilhelm Röpke (qui ) e “Dai discorsi di Schäuble indicazioni profetiche per la politica europea” (qui).