Nel 2020 il costo medio del caffè all’anno per un’azienda come Ekaf (marchio Cellini) era di 12 milioni di euro, oggi è di 25 milioni. L’aumento delle materie prime illustrato con un esempio lampante da Giuseppe Bodrero, cfo dell’azienda, durante la tavola rotonda nell’ambito del congresso della Flai Cgil “Tra caro energia e fragilità del territorio, il futuro del lavoro a Genova”. «Un prezzo raddoppiato legato all’impatto del cambio con il dollaro e al fatto che il costo dei noli è decuplicato. Triplicata invece la bolletta dell’elettricità: da 400 mila euro a 1,4 milioni. «Tutto ciò – afferma Bodrero – è collegato alla crisi climatica, alla guerra, ma anche ad alcune speculazioni».
Tuttavia l’azienda continuerà a investire su Genova: 2 milioni per nuove assunzioni, ma anche per i nuovi materiali delle capsule, compostabili, tenuto conto che sul piano energetico, essendo Ekaf governata da un fondo, non può beneficiare di agevolazioni per sviluppare il fotovoltaico, per esempio.
Un aspetto su cui sta ragionando invece il Biscottificio Grondona. «Intendiamo dare vita a una comunità energetica», dichiara Giuseppe Fabbri, direttore amministrativo e finanziario dell’azienda bicentenaria che è governata dalla stessa famiglia, famiglia che in caso di annate negative si occupa di ricapitalizzare.
«Abbiamo avuto forti difficoltà a reperire carta e alluminio, tanto che abbiamo dovuto interrompere la produzione per qualche tempo perché non sapevamo dove mettere i biscotti», racconta Fabbri che elenca gli aumenti delle materie prime: il burro industriale costava 3,20 euro ora 9,70, le uova sono aumentate dell’80-90%, lo zucchero è raddoppiato, la farina ha subito aumenti esagerati anche se il grano arriva da Canada o Australia e non dall’Ucraina. In più Grondona, avendo i forni, ha subito sia l’aumento del costo del gas, sia dell’energia elettrica.
Un aspetto che spesso non viene considerato è anche l’aumento dell’azoto, che ha influito sui costi totali di Appetais, azienda specializzata nella creazione di piatti pronti surgelati. Riccardo Gioia, responsabile amministrativo, commenta: «Da 0,20 centesimi al metro cubo siamo arrivati a 0,60 in estate. Per risparmiare ragioniamo sugli orari di chiusura dello stabilimento. Poi c’è da considerare il fatto che il minor potere d’acquisto delle famiglie influisce sulle vendite».
Il problema di tutte e tre le aziende è che l’aumento di listino, leva utilizzata per riequilibrare costi e guadagni, è rifiutato dalla grande distribuzione che si fa concorrenza proprio sui prezzi.
Il futuro è comunque fatto di investimenti. Digitalizzazione e formazione sono aspetti che determinano lo stare sul mercato di un’azienda. Ekaf, spiega Bodrero, ha investito 3 milioni per l’acquisizione di una società che garantirà un incremento del commercio online. Previsto anche un cambio del software con conseguente incremento della formazione professionale. «Il problema sono gli spazi – confessa Bodrero – il territorio è quello che è e la crescita dell’azienda avviene solo grazie alle acquisizioni».
«Intendiamo aprire ulteriori negozi di proprietà per garantirci canali diretti di vendita e incrementare il personale più tecnico» dice Fabbri del Biscottificio Grondona.
Appetais, che è stata venduta nel 2018 dalla famiglia Palau al fondo Mindful Capital Partners, invece attende il passaggio a breve a un altro proprietario. «Un momento che spesso viene vissuto con ansia, invece consente di far crescere ulteriormente l’azienda come ha dimostrato l’investimento di Mindful sulla nuova linea produttiva. Intendiamo per esempio allargarci su un’area che abbiamo in affitto».