Qui Foundation, onlus impegnata nella lotta contro gli sprechi alimentari, che con il progetto Pasto buono ha recuperato oltre 700 mila pasti sul territorio italiano per donarli a mense caritatevoli e famiglie in difficoltà, nella Giornata mondiale dell’alimentazione invita le altre associazioni a far fronte comune per rispondere all’allarme lanciato da Fao. Secondo l’organizzazione delle Nazioni Unite, circa un terzo del cibo prodotto viene gettato via, una quantità sufficiente a sfamare tutte le persone che oggi, nel mondo, soffrono la fame.
Secondo Gregorio Fogliani, presidente di Qui Foundation, si deve agire su tre fronti: «C’è bisogno di sensibilizzare ed educare i cittadini al valore del cibo, semplificare la burocrazia per chi vuole donare, potenziando la legge già in vigore, e introdurre un sistema di incentivi che incoraggi la Gdo e i singoli esercenti a consegnare l’invenduto agli enti caritatevoli. Su questo, la Francia si sta muovendo molto bene. Se tutto questo avvenisse, la sola Qui Foundation arriverebbe a recuperare un milione di pasti all’anno».
Oggi Qui Foundation può contare sul supporto di tantissimi esercizi che hanno deciso di aderire al progetto Pasto buono e donare le eccedenze. Ai bar, ristoranti e tavole calde si sono aggiunte grandi realtà come la Compagnia di navigazione Tirrenia, che permette il ritiro dai ristoranti delle navi dei pasti invenduti, e il Gruppo Cremonini, dal 2015 al fianco della Fondazione.
Tra le associazioni di volontari che aiutano nei ritiri, Caritas, Croce Rossa Italiana e il Centro servizi per il volontariato. Quest’anno, Fao ha riconosciuto Qui Foundation come partner del progetto mondiale Save Food.
Il progetto Pasto buono è attivo a Genova, Milano, Firenze, Cagliari, Civitavecchia, Roma, Napoli. Di recente ha ottenuto il supporto del portale per studenti University.it, che ha attivato una vera e propria squadra di volontari provenienti dalle università per il convenzionamento di locali e il ritiro del cibo da consegnare a mense caritatevoli e alle famiglie in difficoltà che ne hanno fatto richiesta.
In Italia si sprecano 76 kg di cibo a testa. Secondo Coldiretti, il 30% degli sprechi è da attribuire all’eccesso di acquisti da parte dei consumatori, spesso attirati dalle offerte speciali, mente gli esercizi food, da parte loro, si ritrovano a gettare circa il 15% del cibo in vendita per problemi banali come carenze logistiche o mancanza di comunicazione tra i diversi settori della catena alimentare.