Ieri il cda di Bper si è detto disponibile a fornire al Fondo interbancario di tutela dei depositi gli approfondimenti richiesti per rilevare Carige a fronte di un’esclusiva sulla trattativa.
La settimana scorsa la banca emiliana aveva formulato un’offerta non vincolante: 1euro per l’88% di Carige posseduto dal Fitd all’80% e da Ccb all’8%, più il lancio di un’opa sulla quota residua al prezzo di 0,80 euro ad azione. Si richiedeva al Fitd un miliardo di euro di cui 450-500 milioni per soddisfare i ratio patrimoniali (pareggiando Carige con Bper) come da indicazioni Bce, gli altri 500milioni per finanziare gli esuberi(almeno 600- 700), adeguare i crediti e far fronte allo scioglimento delle partnership. Inoltre Bper aveva posto tempi stringenti (accettazione entro lunedì 20 e avvio della due diligence con la firma per un accordo quadroentro fine anno). Il Fondo aveva ritenuto l’offerta non accoglibile, anche perché secondo il suo statuto limita gli interventi preventivi al 50% delle contribuzioni dell’anno prima, il che comporta un tetto pari a 500 milioni, elevabili di un 20% in casi estremi.
Ieri il cda guidato da Pier Luigi Montani ha deciso di inviare una nuova lettera al Fondo, in cui rilancia il suo interesse per la banca ligure e annuncia la propria disponibilità a fornire i chiarimenti richiesti, effettuare gli approfondimenti ritenuti necessari e a verificare congiuntamente le ipotesi alla base dell’offerta; il tutto nel contesto di un adeguato regime di esclusiva. Inoltre Bper non pone più tempi vincolanti.