Il Centro studi Confimprese, in partnership con EY, ha avviato un Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi in Italia con una copertura di 623 aree commerciali tra: centri commerciali, outlet, high street e travel. Sono attualmente monitorate 45 insegne e oltre 4.400 punti vendita che consolidano informazioni su 20 regioni, 111 province e 865 comuni. I settori merceologici analizzati sono: abbigliamento e accessori, food&beverage (ristorazione servita, quick service e bar) e non food (retail cosmetica, arredamento, servizi, cultura).
Liguria sesta regione italiana per peggior crollo dei consumi nei mercati ristorazione, abbigliamento e non food, con un calo del 78,2% a marzo (rispetto a marzo 2019) e del 22,2% nel trimestre rispetto ai primi tre mesi dell’anno scorso.
Il crollo nazionale è del -79% nel mese di marzo e del 26% nel I trimestre, a conferma di quanto i grandi cambiamenti causati dal Covid-19 alla libertà di spostamento e agli stili di vita, uniti alle restrizioni imposte alle attività commerciali, abbiano avuto un impatto significativo sui modelli di consumo e sui livelli di vendita degli operatori.I dati risultano dall’ultima analisi di Confimprese ed EY, focalizzata sull’andamento dei consumi in Italia nei tre settori presi in esame.
La Lombardia è la regione che ha registrato il peggior trend a marzo 2020 (-83%) seguita da Toscana (-80,9%), Emilia-Romagna (-80,5%) e Veneto (-80%).
«Il primo trimestre 2020 – spiega Mario Maiocchi, consigliere delegato Confimprese – si chiude con una flessione del 26% a totale mercato. Pur con una partenza positiva in gennaio al +1,3%, da fine febbraio in relazione al clima di incertezza e all’evoluzione dell’epidemia si è cominciato a registrare un rallentamento, che ha portato il totale mese a -2,9%, peggiorato all’inizio di marzo, in cui le vendite sono diminuite del -40% già prima del decreto “io resto a casa” dell’11 marzo. Il conseguente blocco delle attività e degli spostamenti ha fatto sì che marzo si sia assestato al -79% con fatturati azzerati nella seconda parte del mese».
«Il crollo di marzo ha interessato in maniera differenziata i settori – commenta Paolo Lobetti Bodoni, Business Consulting Leader Italy, EY – con abbigliamento e accessori che registrano il trend peggiore (-82%), seguito da food&beverage (-78%) e non food (-74%). Questi trend sono legati in parte al fatto che alcuni operatori hanno potuto continuare le attività con un minimo di operatività durante il lockdown, oltre che a un orientamento del consumatore verso l’acquisto di beni di più immediata necessità».
Scendendo nel dettaglio, il Nord-ovest registra un -81%, trainato, come detto, dalla Lombardia (-83%) e dalle province più colpite dal virus: Milano (-83%), Monza Brianza, Bergamo e Brescia (-85%). Variabili tra -75 e -80% i trend delle altre grandi province italiane. Da inizio anno le vendite si sono ridotte di oltre il 30% per Bergamo e Monza Brianza, mentre risultati un po’ meno penalizzanti si registrano nel sud Italia con Napoli a -18% e Palermo a -20%. Si tratta di andamenti differenziali di oltre dieci punti percentuali, in parte guidati da migliori trend del Sud rispetto al resto della Penisola a gennaio e febbraio.
Rispetto alla media italiana di marzo, il trend a Genova è leggermente superiore (+0,3%)