Minestrone alla genovese, classico, con l’aggiunta di un ingrediente esotico, l’okra o gombo, che si sta diffodendo anche in Italia, e a Genova, in genere dove sono più numerose le comunità di immigrati africani e asiatici. Probabilmente originario dell’Africa, diffuso in gran parte del mondo, in Africa, in Asia, nel continente americano – in particolare in Brasile e negli Usa (specialmente nella cucina cajun della Louisiana) – e anche in Europa, nei Balcani, l’okra ha un colore verde chiaro, è soda all’esterno e gelatinosa all’interno, si può consumare sia cruda sia cotta. L’abbiamo già proposta nella pasta al pesto – che oggi viene accompagnata spesso da fagiolini e patate e una volta anche da zucchine e melanzane – e ora la proviamo con il minestrone: la sua mucillaggine aiuta ad addensare il brodo – qualità assai richiesta in questo piatto – rendendolo vellutato.
Ingredienti: 750 grammi delle verdure che, secondo il mese, impiegate per il minestrone, 250 grammi di okra, acqua, sale, pesto di basilico, olio extravergine d’oliva, parmigiano grattugiato.
Procedimento. Tritate finemente una cipolla bianca o bionda, una carota, mezza costa di sedano e mettetle a soffriggere nella pentola in olio extravergine d’oliva. Dopo tre, quattro minuti aggiungete le verdure che preferite – in questa stagione abbiamo ancora quelle estive e già quelle autunnali, quindi c’è ampia scelta: zucchine, melanzane, fagiolini, pomodoro, bietole, zucca, cavolo verza estivo, cavolo nero – tagliate a dadi, e versate acqua salata suffciente. Insomma, fate un minestromne come lo fate di solito e lasciatelo cuocere un’oretta a fuoco basso e pentola coperta. Tagliate l’okra a rondelle e aggiungetela al minestro, fate cuocere ancora una quindcina di minuti e spegnete il fuoco. Potete aggiungere 240 grammi o più di pasta – per esempio quella a rotelle che somiglia alle rondelle d’okra, o qualsiasi altra, a partire dai classici brichetti da minestrone, o anche del riso, e il pesto, nella quantità che vi aggrada, con una spolverata finale di parmigiano, come si fa di solito. Servite il piatto caldo o tiepido, con un Valpolcevera Bianco.
Placet experiri!