Giulio Musso è stato rieletto presidente di Ance Genova: insieme all’attuale squadra dei vicepresidenti guiderà l’Associazione dei costruttori genovesi anche per il prossimo quadriennio. L’assemblea, riuntasi ieri pomeriggio presso la sede di via Roma, lo ha confermato all’unanimità.
Durante i lavori dell’assemblea è stato fatto il punto sull’andamento del mercato delle costruzioni, un settore che dal 2021 continua a crescere e che in provincia di Genova rappresenta il primo comparto economico produttivo privato, con un’incidenza sul pil superiore al 12%. Un periodo record trainato, in questa fase, soprattutto dal Pnrr e, nelle fasi precedenti, dal superbonus e dagli incentivi fiscali.
Lo scorso anno il numero delle imprese attive a Genova è cresciuto ulteriormente, superando le 2.000 unità. In aumento anche il numero degli addetti diretti occupati, che ha raggiunto il valore record di 14.629 operai attivi, con oltre 14,5 milioni di ore lavorate.
«Vorremmo dare continuità a un settore che è diventato molto attrattivo anche per i giovani – dice il presidente Musso -. Qualche anno fa tanti giovani vedevano nell’edilizia una crescita, una grossa opportunità, adesso abbiamo difficoltà a reperire manodopera non solo operativa, ma anche per la tecnica. È un mercato che sta assumendo tante persone, tanti giovani, quindi vorremmo che ci fosse una continuità, sarebbe un progetto importante per la nostra città e il nostro paese».
Una delle strade individuate per il prossimo futuro da Ance Genova, per mantenere in forze del settore e allo stesso tempo dare una risposta all’emergenza abitativa della città è quella del piano casa. «Ci sono tanti immobili pubblici, sia in gestione agli enti Arte, come avviene qua a Genova, ma anche immobili pubblici demaniali che potrebbero essere ristrutturati con dei partenariati pubblico-privati per cercare di trovare delle soluzioni a questo tipo di emergenze – dice il presidente Musso -. Teniamo conto che la riqualificazione degli immobili porterebbe a una rigenerazione anche urbana di zone, quartieri cittadini e quindi un miglioramento in generale della qualità di vita delle persone».
Nel 2024 sul fronte dei lavori pubblici, grande motore della spinta produttiva è stato il Comune di Genova, con ben 88 interventi attivi per 861,8 milioni di euro, di cui oltre 620 finanziati dal Pnrr, affidati per l’85% a imprese locali.
Per quanto riguarda l’edilizia privata, dopo il boom degli scorsi anni legato agli incentivi fiscali per le ristrutturazioni, si è assistito nell’anno a una forte contrazione delle opere di manutenzione straordinaria residenziale, calate del 22%.
Guardando al 2025, il settore delle costruzioni in Liguria entra in una fase di transizione: la conclusione delle procedure di assegnazione dei bandi Pnrr potrebbe portare a una flessione degli investimenti, stimata al -6% a livello regionale. Nonostante questo, l’occupazione dovrebbe mantenersi stabile, grazie ai numerosi cantieri ancora in corso.
«Stiamo assistendo a una sensibile riduzione delle nuove procedure di gara, che al momento non incidono sulle condizioni occupazionali delle nostre imprese, ancora impegnate nella conclusione degli appalti Pnrr – sottolinea Musso – È assolutamente essenziale programmare sin d’ora gli investimenti per dare continuità allo sviluppo economico della nostra comunità. La sfida è soprattutto legata alla emergenza abitativa, il piano casa, che vede la necessità improrogabile di dare soddisfazione alla forte domanda di alloggi sia in locazione che in acquisto, particolarmente per le fasce meno abbienti, attraverso adeguati piani di edilizia residenziale pubblica e sociale».
Nel 2024 in Liguria erano 1.753 gli alloggi sfitti a disposizione delle Arte, di cui 40 nell’imperiese, 400 circa nel savonese, 200 nello spezzino e circa un migliaio a Genova, tutti con necessità di essere riqualificati prima di essere assegnati agli inquilini.
«Riteniamo che i piani casa si possano realizzare solo con accordi di partenariato pubblico-privato, che consentano di riqualificare gli edifici pubblici con finanziamenti privati, che siano però sostenibili dal punto di vista finanziario. Questi interventi – aggiunge il presidente dei Costruttori – saranno essenziali per garantire la rigenerazione urbana di importanti parti della Città, sul modello di quanto si sta facendo nel quartiere di Begato dopo la demolizione della diga».