Per La Spezia blue economy e industria sono le principali leve di sviluppo. È quanto emerge dal “Rapporto annuale sull’economia della Spezia”presentato questa mattina dalla Camera di Commercio Riviere di Liguria per analizzare quanto accaduto, in termini di dinamiche economiche, in provincia della Spezia nell’ultimo anno, con le relazioni del vicepresidente vicario, Davide Mazzola, e del segretario generale, Marco Casarino.
«I dati presentati oggi – ha commentato Davide Mazzola – ci restituiscono l’immagine di una provincia dai tratti unici con punte di eccellenza che ne trainano lo sviluppo. La blue economy è l’asse attorno al quale ruota gran parte della ricchezza e dell’occupazione. A questa si affianca un comparto industriale solido e competitivo che conferma la capacità della nostra provincia di affrontare ambiti complessi e globali. I dati, tuttavia, non nascondono le sfide strutturali che ci attendono: nella mia relazione mi sono soffermato sull’aspetto demografico. Problema strutturale, ligure e italiano, ma da noi particolarmente evidente: la popolazione spezzina si conferma tra le più anziane d’Italia, ogni 100 giovanissimi tra 0 e 14 anni, abbiamo oltre 263 over 64 anni. Dobbiamo quindi diventare attrattivi per le nuove generazioni creando le condizioni affinché vivano e lavorino sul territorio. Operiamo insieme – è l’invito di Mazzola – mondo dell’impresa e delle istituzioni, per creare nuovi percorsi formativi, specializzati sulle necessità delle filiere e dei comparti in crescita. Gli strumenti per agire in questo senso li abbiamo così come esiste la volontà condivisa tra istituzioni, associazioni e imprese di traguardare questo obiettivo. Dobbiamo poi essere attrattivi sugli investimenti per far si che le imprese che vogliono lavorare da noi trovino spazi e condizioni favorevoli». Mazzola, nel sottolineare il dato positivo dell’occupazione femminile, ha infine ricordato la necessità di politiche di aiuto per le donne che lavorano.
Il segretario generale Marco Casarino, nell’esporre i tratti più significativi dell’analisi, ha sottolineato come «Quasi tutti gli indicatori, salvo i demografici, sono stabilmente positivi senza differenze eclatanti da un anno all’altro, dominano i segni più rispetto ai segni meno. Bene l’occupazione – ha proseguito – che cresce stabilmente da anni e diminuisce il tasso di disoccupazione. Buoni i risultati per quanto riguarda il turismo che si consolida come settore trainante della nostra economia e il risultato si vede anche dall’occupazione che il settore garantisce ormai da anni. Consumi e risparmi delle famiglie spezzine, sistema produttivo, agricoltura, industria, commercio, mercato immobiliare, economia del mare sono stati gli altri ambiti fotografati dai numeri con l’obiettivo di mettere a disposizione del territorio un patrimonio di conoscenza condivisa per interpretare il presente ed orientare il futuro: i dati e le analisi che l’ente camerale diffonde periodicamente vogliono infatti essere uno strumento di lavoro fondamentale per tutti coloro che delineano e attuano le politiche di sviluppo. Condividere analisi ed elaborazioni – ha concluso – significa stimolare una riflessione consapevole rendendo le azioni e le scelte di tutti più mirate ed efficaci».
Nell’occasione è stato presentato anche il “Libro bianco delle priorità infrastrutturali della Liguria”. Le pubblicazioni sono state curate dall’ente camerale con la collaborazione scientifica del Centro Studi Tagliacarne e di Uniontrasporti. L’incontro ha inoltre previsto due momenti di approfondimento su temi di primario interesse per sviluppo e crescita del territorio: infrastrutture e turismo.
Sintesi del Rapporto annuale sull’economia della Spezia
La popolazione
Al 31 dicembre 2024, la popolazione della provincia della Spezia è pari a 215 mila residenti, con una leggera flessione (-0,5 per mille) rispetto all’anno precedente. Il calo è da attribuirsi a un saldo naturale ancora fortemente negativo (-7,8 per mille) e solo in parte compensato da un saldo migratorio positivo (7,3 per mille), trainato principalmente dai flussi dall’estero. Il quoziente di natalità scende al 5,7 per mille, tornando su valori critici già osservati in passato e risultando inferiore alla media nazionale. La popolazione spezzina si conferma tra le più anziane d’Italia: gli over 64 rappresentano il 27,7% del totale, con un’età media di 49 anni, ben 2,4 anni in più rispetto alla media nazionale. L’indice di vecchiaia provinciale raggiunge nel 2024 il 263,9%, quasi 60 punti sopra il dato italiano.
Il mercato del lavoro
Nel 2024 il tasso di occupazione della provincia della Spezia continua a crescere, raggiungendo il valore più alto dal 2021, con un livello superiore di quasi tre punti alla media nazionale. A trainare l’aumento sono soprattutto le donne, il cui tasso di occupazione sale al 43,6% (+1,8 punti), mentre quello maschile cala leggermente al 56,7%. Ne risulta una riduzione del gender gap di quattro punti. Il totale degli occupati sale a circa 92.900 persone. Il mercato del lavoro spezzino risulta essere trainato dal terziario che si conferma dominante (oltre il 78% degli occupati), con una crescita nei servizi legati al commercio, all’alloggio e alla ristorazione (+13,8%) e in agricoltura (+11,2%). In calo invece l’occupazione manifatturiera (-7,9%) e nelle costruzioni (-14,9%). Il tasso di disoccupazione al 2024 ammonta al 5,1%, sotto le medie nazionale e regionale. Tra il 2021 e il 2024 i disoccupati si dimezzano. Anche in questo caso, il gender gap cala: la disoccupazione femminile diminuisce (dal 7,6% al 7%) mentre quella maschile aumenta di poco (dal 3,2% al 3,6%). Il tasso di disoccupazione giovanile sale invece al 17%, con un forte squilibrio di genere (30,8% per le giovani donne contro il 9,1% per i giovani uomini). Il tasso di inattività resta al 28,6%, sotto le medie regionale e nazionale. Il divario di genere rimane elevato (34,5% per le donne e 22,7% per gli uomini) ma in riduzione di quasi 5 punti in un anno. Le previsioni Excelsior indicano oltre 20.000 ingressi nel mercato del lavoro, con una domanda concentrata nei servizi e nella produzione, ma con difficoltà di reperimento per quasi la metà delle figure richieste, fortemente specializzate.
Il sistema produttivo
Nel 2024 il sistema produttivo della Spezia registra un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni d’impresa (-131), interrompendo un trend di relativa tenuta rispetto al passato. Il numero di iscrizioni cresce (+2,3%), ma le cessazioni aumentano ancora di più (+8,1% annuo e +50,1% dal 2021), evidenziando un allineamento alle dinamiche nazionali. Aumentano le sospensioni d’attività (+24,4%), ulteriore segno di incertezza. Crescono ancora le società di capitale (+4,3%), mentre calano imprese individuali (-1,7%) e società di persone (-2,8%). Il settore terziario resta prevalente, ma crescono anche manifattura e immobiliare (+1,5%), mentre diminuiscono costruzioni, agricoltura e commercio. Le imprese femminili restano pressoché stabili dal 2023 ma in calo nel medio termine, le giovanili diminuiscono sensibilmente, mentre quelle straniere aumentano (+11,4% dal 2021), sostenendo il tessuto produttivo locale.
La produzione agricola
Nel 2024 la provincia della Spezia registra un forte rimbalzo della produzione agricola, in particolare nella viticoltura e nell’olivicoltura. Cresce del 33,2% la produzione di uva da vino, nonostante la riduzione delle superfici coltivate (-4,6%), confermando una stagione favorevole dal punto di vista climatico e una maggiore efficienza produttiva. Al contrario, cala del 5,5% la produzione di uva a denominazione (DOP e IGP), che rappresenta solo il 37% del totale, a fronte di una media nazionale del 74,2%, evidenziando margini di miglioramento nella qualità riconosciuta. L’olivicoltura mostra segnali favorevoli: la produzione torna ai livelli del 2022 (28.000 quintali), dopo il crollo del 2023, con superfici stabili. A livello regionale e nazionale si osservano andamenti simili, con produzioni in crescita e superfici pressoché costanti. Nel complesso, il settore agricolo locale conferma la sua resilienza e potenzialità di sviluppo, pur in un contesto di razionalizzazione delle superfici.
L’industria
Tra il 2015 e il 2022 l’industria spezzina ha registrato una crescita significativa di addetti nelle unità produttive (+14,9%), con performance superiori alla media regionale e nazionale. Il peso dell’industria sull’economia locale risulta superiore rispetto alla Liguria ma inferiore rispetto all’Italia. Le imprese sono mediamente grandi e mostrano una buona produttività, con un valore aggiunto per addetto di oltre 83 mila euro. La specializzazione è orientata ai settori medium-high-tech, cresciuti del 34,2%, mentre il comparto high-tech resta meno pronunciato. Spiccano comparti come la cantieristica navale e la fabbricazione di armi. L’industria spezzina si conferma solida, diversificata e capace di adattarsi a segmenti ad alto valore aggiunto.
L’artigianato
Nel 2024 l’artigianato spezzino conta 5.100 imprese, concentrate soprattutto in edilizia (41,5%) e manifattura (19,4%). Quest’ultima è in lieve crescita (+1%), a differenza del calo registrato delle altre tipologie di imprese artigiane, tra cui attività agricole (-9,5%) e quelle dei servizi di noleggio e supporto alle imprese (-4,7%) maggiormente penalizzate. Nel complesso, le imprese artigiane rappresentano il 29,7% del tessuto imprenditoriale locale, quota superiore alla media italiana. Il valore aggiunto dell’artigianato nel 2022 è pari al 6,6% dell’economia provinciale, in linea con la media nazionale.
La cooperazione
Nel 2024 la provincia della Spezia conta 321 cooperative, con una forte presenza nei settori dei servizi alle imprese (41), seguiti da costruzioni (28), attività manifatturiere e agricoltura (entrambe 14). La Spezia rappresenta il 30,5% delle cooperative liguri ma, tra il 2023 e il 2024, si registra una contrazione significativa del numero di cooperative (-19,4%), più marcata rispetto a Liguria e Italia, con cali accentuati in costruzioni (-39,1%) e manifattura (-26,3%). Nonostante la flessione del valore aggiunto (-5,4% nel 2021), gli occupati nelle cooperative aumentano (+4,5%), segnalando una buona tenuta occupazionale e resilienza del tessuto cooperativo locale.
Il commercio estero
La Spezia conta 238 imprese esportatrici. Le esportazioni crescono ad un tasso piuttosto consistente (+14,3% nel periodo 2021/2024), nonostante una flessione del 10,4% nel 2023. Il comparto dei mezzi di trasporto, che rappresenta quasi metà delle esportazioni, cresce leggermente, mentre settori come metalli, macchinari ed elettronica registrano importanti cali. L’Europa resta il principale mercato di destinazione, con incrementi nei Paesi Bassi e Regno Unito, ma pesanti riduzioni verso Francia, Germania e Stati Uniti. Sul fronte importazioni, dopo una crescita modesta tra il 2021 e il 2024, nel 2024 si verifica un calo drastico del 52,4%, soprattutto nei settori dei metalli e delle estrazioni. Aumentano gli acquisti da Germania, Belgio e Cina, mentre diminuiscono quelli da Stati Uniti, Spagna e Francia, riflettendo un cambiamento nelle catene di forniture globali. Il saldo della bilancia commerciale torna positivo nel 2024, dopo anni di disavanzi. Tuttavia, tale miglioramento va attribuito principalmente al crollo delle importazioni, più che a un rafforzamento dell’export.
Il credito
A fine 2024, i prestiti attivi in provincia della Spezia ammontano a circa 3,8 miliardi di euro, stabili rispetto all’anno precedente, rappresentando il 13,2% del totale ligure. Il credito è principalmente indirizzato alle famiglie consumatrici (58,3%) e alle imprese medio-grandi (27,8%), mentre le piccole imprese drenano il 7,6%. In tale contesto, il quadro dei consumi e del risparmio nella provincia della Spezia conferma una dinamica coerente con quella del credito: le famiglie mostrano una crescente attenzione alla sostenibilità finanziaria, riducendo l’indebitamento (-0,5%) e mantenendo una quota di risparmio appena superiore rispetto alla media nazionale (La Spezia 8,4%; Italia 8,3%), pur in presenza di consumi nominalmente in crescita nel medio – lungo periodo. Riguardo i prestiti alle imprese, il comparto manifatturiero mostra una crescita significativa nel 2024 (+11,8%), mentre i servizi e le costruzioni registrano cali rispettivamente del 4,7% e 7,8%.
Il mercato immobiliare
Nel 2024 il mercato immobiliare della provincia della Spezia ha registrato 3.115 transazioni normalizzate, segnando un calo del 2,3% rispetto al 2023. Questa performance è peggiore rispetto a quella del Nord Ovest e dell’Italia nel breve periodo, ma risulta comunque più contenuta rispetto al trend negativo registrato su un arco medio (2021-2024) dalla Liguria e dall’intero Paese. La domanda si concentra soprattutto su immobili di medie dimensioni (50-85 mq), mentre le compravendite di case più grandi subiscono una flessione più marcata, riflettendo una crescente cautela dovuta all’incertezza economica, all’evoluzione della dinamica demografica, dei tassi di interesse (nel 2024 giudicati ancora elevati) e dalla dinamica delle quotazioni dei materiali e dei costi di ristrutturazione a seguito dei bonus edilizia.
L’economia del mare
L’economia del mare in Italia ha generato nel 2023 un valore aggiunto diretto di 76,6 miliardi di euro, pari al 4% del pil nazionale, che arriva a 216,7 miliardi considerando l’indotto, ovvero l’11,3% del totale economico italiano. In Liguria, il valore aggiunto diretto è di 7,1 miliardi, rappresentando il 13,8% del valore aggiunto regionale, con un moltiplicatore economico più elevato rispetto alla media nazionale. La provincia della Spezia si distingue per l’importanza dell’economia del mare, che nel 2023 ha generato oltre 1,3 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 17,4% del totale provinciale, con 14.979 occupati (15,1% del totale) e 3.621 imprese (2024: 17,7%). I settori trainanti sono la cantieristica (543 milioni di euro), i servizi turistici (336 milioni) e la logistica marittima (317 milioni).
Il porto della Spezia, snodo strategico per il traffico merci e passeggeri, ha movimentato nel 2024 oltre 12,2 milioni di tonnellate di merci, con una crescita dell’11,2% nel traffico containerizzato. Tuttavia, il traffico passeggeri crocieristici ha registrato un calo dell’11,4%, posizionando La Spezia al 7° posto in Italia per traffico crocieristico.
Complessivamente, il 99% di arrivi e presenze di turisti in provincia della Spezia sceglie una struttura ricettiva presso un comune litoraneo o costiero; ciò indica come il turismo provinciale sia sostanzialmente imperniato sulla componente marittima.
Nel 2024 il turismo nella provincia della Spezia ha registrato un lieve calo con poco più di un milione di arrivi e circa 2,8 milioni di presenze, flessione molto meno marcata rispetto alla Liguria, ma contraria al trend nazionale in crescita. La provincia spezzina ha aumentato il proprio peso sul turismo regionale (23% degli arrivi liguri), confermandosi una meta privilegiata per il turismo internazionale, che rappresenta circa due terzi degli arrivi e delle presenze, quasi interamente nelle località litoranee e costiere. Inoltre, a differenza della regione e del resto d’Italia, prevalgono le strutture extra-alberghiere (54,2% degli arrivi, 59,1% delle presenze), preferite in particolare dai turisti stranieri, che segnalano una domanda orientata verso forme di ospitalità più flessibili e distribuite sul territorio.
L’export legato all’economia del mare della Spezia ha registrato una crescita significativa del 25,3% tra il 2021 e il 2024, passando da circa 509 milioni a oltre 637 milioni di euro, con un picco nel 2023. Il settore “Navi e imbarcazioni” guida questa espansione, seguito dal comparto del pesce lavorato, che ha visto un aumento del 15,2% nello stesso periodo. Oltre la metà delle esportazioni è diretta verso l’Europa, con incrementi importanti nell’Unione Europea e nel Regno Unito, mentre mercati come gli Stati Uniti e Hong Kong mostrano cali. Parallelamente, l’import cresce del 28,3% nel 2024, superando i 63 milioni, con un forte aumento soprattutto nel settore navi e imbarcazioni. La maggior parte dell’import proviene dall’Europa, in particolare dai Paesi Bassi e dalla Francia.