«Per favorire lo sviluppo di un tessuto di micro, piccole e medie imprese bisogna fornire a questo ecosistema non solo una prospettiva strategica di quelli che possono essere gli obiettivi, le priorità su cui lavorare, ma anche dare degli ambiti di collaborazione».
Così Leonardo Manzari, National Lab per l’Italia dell’iniziativa Westmed, mette a fuoco uno dei concetti emersi dal convegno “The development factor of the mediaterranean maritime cluster ecosystem and the valorisation of territorial vocations” che si è svolto a Seafuture.
L’Iniziativa Westmed fa seguito alla dichiarazione ministeriale euromediterranea sull’economia blu approvata dall’Unione per il Mediterraneo il 17 novembre 2015, che invitava i Paesi partecipanti a esplorare il valore aggiunto e la fattibilità di strategie marittime appropriate a livello subregionale e a basarsi, a tal fine, sull’esperienza del dialogo 5+5 (Algeria, Francia, Italia, Libia, Malta, Mauritania, Marocco, Portogallo, Spagna e Tunisia). Tre gli obiettivi principali di Westmed: uno spazio marittimo più sicuro e protetto, un’economia blu intelligente e resiliente, una migliore governance del mare. Westmed beneficia di un Meccanismo di assistenza tecnica finanziato dalla Commissione europea, con un nucleo centrale a Bruxelles e National Hub dedicati.
«Westmed – precisa Manzari – è un’iniziativa che coinvolge formalmente dieci paesi, il meccanismo di assistenza opera già dal dicembre 2018 e di fatto diamo assistenza tecnica a tutti i paesi del Mediterraneo, abbiamo supportato ormai oltre 190 progetti, 190 partenariati, perché per un tessuto di micro, piccole e medie imprese c’è bisogno di fornire non solo una prospettiva strategica di quelli che possono essere gli obiettivi, le priorità su cui lavorare, ma anche dare degli ambiti di collaborazione».
Secondo Manzari «Ci sono tanti modi per supportare e sostenere queste realtà, quello che è molto importante è sviluppare le competenze sui territori, e la Liguria e la realtà spezzina in particolare per quanto riguarda questo settore rappresentano un’eccellenza a livello internazionale che può anche ispirare altre realtà. Non sempre i modelli sono ugualmente replicabili dappertutto, ma le buone pratiche possono ispirare altre buone pratiche».
Una peculiarità del territorio spezzino è quella di avere nel settore delle tecnologie marittime la presenza di alcune grandi imprese a capo di filiere specializzate.
«Certamente, però non bisogna mai dimenticare che la presenza di queste grandi imprese deriva anche dal fatto che possono trovare in questo territorio una cultura del mare e uno stile di vita legato al mare che non avrebbero trovato in altri territori, E questo poi ha favorito anche lo sviluppo dell’indotto, ma del resto l’Italia è un paese che ha un’attitudine all’imprenditorialità come pochi altri al mondo, e ciò vale naturalmente anche per la Liguria e per questo territorio in particolare. In sostanza, per favorire lo sviluppo non c’è una formula, bisogna voler lavorare insieme e trovare insieme delle soluzioni sostenibili».