Amt ha perdite stimate tra 46 e 74 milioni di euro per il 2024 e di 25 milioni di euro, fino ad ora, nel 2025. Per mettere in sicurezza l’azienda dalle richieste dei singoli debitori verrà presentata istanza di procedura di composizione negoziata della crisi. A dirlo è la sindaca di Genova Silvia Salis che ha convocato una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione di Amt e sull’immediato futuro dell’azienda parlando di “un quadro economico fortemente deteriorato”. Per scandagliare i conti di Amt il Comune ha richiesto una consulenza esterna che ha fornito un quadro degli ultimi anni.
“La Due Diligence stima che l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2024 porti perdite comprese in una forbice tra 46 e 74 milioni di euro a seconda delle modalità di calcolo di alcune poste attive”, dice Salis. Andando a ritroso, pur se il bilancio 2023 è stato chiuso in attivo risulta “un’errata imputazione di 12,5 milioni che dovevano pervenire dal ministero dell’Ambiente per la qualità dell’aria”, arrivati solo a fine agosto 2025, e per quanto riguarda le multe e le sanzioni “erano stati messi a bilancio 22,4 milioni di euro, al netto del 37% di riscossione, pari a 8,4 milioni. La capacità di riscossione di Amt nel periodo 2023-2025 è pari al 3,5%. Quindi la sola svalutazione dei crediti relativa per le sanzioni comporta nel 2023 una perdita di 8 milioni”.
Quindi “sono stati messi a bilancio 12,5 milioni che dovevamo provenire dal ministero dell’Ambiente e 8 milioni da tariffe, ma anche lì mancavano 20 milioni”.
Per l’anno in corso, “pur contabilizzando ora, la perdita supera i 25 milioni di euro” mentre a marzo “ci è stata raccontata una realtà di 928 mila euro di attivo”.
Nonostante molte voci circolate negli ultimi giorni, la decisione del Comune è sempre quella di mantenere la società pubblica, continuando la gestione in house. “Oggi è il giorno di fare chiarezza – dice Salis –. La società rimane pubblica, l’ho sempre detto. Ora abbiamo i numeri dai quali ripartire e siamo aperti al dialogo con la Regione”.
Amt presenterà istanza di procedura di composizione negoziata della crisi
Amt presenterà ora istanza di procedura di composizione negoziata della crisi. Si interrompono azioni dei creditori e si hanno dai 120 ai 240 giorni per prendere misure protettive mentre si mette in atto il piano di risanamento.
“La procedura di composizione negoziata della crisi ha due potenziali effetti utili per il rilancio dell’azienda -dice il presidente Amt Federico Berruti – Una volta che l’istanza di questa procedura è stata presentata e accettata si può ricorrere al tribunale per chiedere misure protettive, quindi per proteggere la società da azioni individuali dei singoli creditori. I debiti nei confronti dei debitori andranno saldati, ma la procedura consente di dialogare, favorire un accordo con i creditori. Il Comune – sottolinea – non chiederà stralci ma graduale rimborso del debito con tempi che consente il piano industriale”.
Un modo per prendere tempo in una situazione molto complessa. “La stima del deficit patrimoniale netto è di 90 milioni – dice Berruti – abbiamo deciso di attivare questa procedura che consente di sospendere obblighi di ricapitalizzazione per 6 mesi più una proroga di altri 6 mesi. Questo consente di programmare in un tempo più congruo la ricapitalizzazione”.
In questo quadro, la scadenza del 15 ottobre per presentare il nuovo Piano industriale non è più obbligatoria perché non c’è la ricapitalizzazione negoziata. “Presenteremo comunque le linee guida del piano – dice Berruti – e ci sarà il tempo della procedura per presentare piano completo, vedremo se a 3 o 5 anni”.
Da novembre nuove politiche tariffarie
Nel frattempo le azioni immediate saranno due agire sulle tariffe, rivedendo il piano tariffario che sarà modulato in base all’Isee probabilmente già da novembre, e agire sul contratto di servizio che non è correttamente remunerato dalle parti. “Per l’anno 2025 sarà pagato anche da Comune che attualmente contribuisce al contratto con 27 milioni di euro e abbiamo accantonato 7,8 mln di risorse di parte corrente per incrementare il contratto”, spiega il vicesindaco Alessandro Terrile. Questo è il primo passo, poi servirà aprire la discussione anche con gli altri soggetti, Città metropolitana di Genova e Regione.
L’obiettivo è arrivare a 15 milioni di euro di incassi attraverso tutta la politica tariffaria, rivedendo la gratuità, i biglietti, la metro, gli ascensori, ecc. A questo si aggiunge il ragionamento di rideterminazione dei contratti di servizio, che potrebbe valere una trentina di milioni all’anno.
Anche Trenitalia ha già dimostrato apertura. “Hanno partecipato all’incontro e accettato di dilazionare il credito, mantenendo il nostro rapporto fino al 2026 compreso com’è oggi e di partecipare a un programma di sensibilizzazione della cittadinanza, per incentivare una maggiore quota di traffico passeggeri su ferro”.
Intanto il 22 ottobre Il Comune avrà un appuntamento con la Corte dei conti, dove verranno resi pubblici i dati.
Qui le reazioni sindacali.
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