Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria ha inviato un’istanza di modifica della richiesta di cassa integrazione ampliandola a 4.450 dipendenti: si tratta di 1.388 lavoratori in più in cig rispetto ai 3.062 già autorizzati e 280 sarebbero nello stabilimento di Genova. Lo scrive Teleborsa.
La nuova richiesta è motivata da Adi in As “per effetto di fattori produttivi e finanziari sopravvenuti nel corso dell’avviata procedura, annulla e sostituisce la precedente di pari oggetto, recante data 12 giugno 2025”. L’istanza precedente, attualmente in discussione al ministero del Lavoro, prevedeva 4.050 dipendenti, dei quali 3.500 a Taranto.
La nuova richiesta è di altre 1.388 unità rispetto alle 3.062 già autorizzate, che portano il totale a 4.450. Nello specifico a Taranto verrebbero interessati 3.803 lavoratori. Quanto agli altri stabilimenti la richiesta riguarda 647 lavoratori in totale: 280 lavoratori per Genova, 80 per Racconigi, 15 per Legnaro, 170 per Novi Ligure, 42 per Marghera, 20 per Paderno e 40 per Milano.
Nel dettaglio – scrive l’azienda nella comunicazione ai ministeri, ai sindacati e alla Regioni sedi di stabilimenti e attività dell’ex Ilva – “a fronte di un organico complessivo pressoché stabile (9.741 unità), lo stabilimento di Taranto e le unità produttive a valle dello stesso, marciano con assetto che, all’attuale e nel medio termine, risulta essere contraddistinto e condizionato da una produzione di ghisa gravemente insufficiente ed incoerente con i costi di esercizio e gestione”.
Adi in As fa presente che “il flusso produttivo della ghisa, è oggi garantito dalla marcia del solo altoforno 4, cui nel medio termine si affiancherà l’altoforno 2” che però “non comporterà immediatamente un significativo innalzamento della produzione, obiettivo che potrà essere raggiunto solo con il ripristino della piena funzionalità anche dell’altoforno 1, all’esito del richiesto provvedimento di dissequestro e dei necessari interventi a garanzia della funzionalità anche di tale altoforno”. Per questo l’aumento della produzione sarà realizzato “gradualmente con l’avvio dell’altoforno 4, fino al raggiungimento della produzione standard prevista anche con il ripristino dell’altoforno 1. Al termine di tale percorso, la società conta di riuscire a ripristinare livelli produttivi soddisfacenti che, pur in sé inidonei rispetto all’obiettivo finale del riequilibrio, risulterebbero in grado tuttavia – potenzialmente – di generare un flusso di cassa tale da rendere più sostenibili i costi fissi”.