I pesci allevati in impianti di acquacoltura offshore rappresentano un modello di produzione sostenibile, che garantisce il benessere animale e contribuisce alla conservazione della biodiversità marina. È il risultato a cui sono giunti i ricercatori del Distav – Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita dell’Università di Genova dopo un monitoraggio durato due anni sulle orate allevate nell’impianto di Aqua De Mâ a Lavagna.
L’indagine è parte del progetto nazionale Nbfc National Biodiversity Future Center, finanziato dal programma europeo Next Generation Eu, e ha l’obiettivo di definire protocolli di gestione del benessere animale negli allevamenti che non usano antibiotici, promuovere tecnologie a basso impatto ambientale e valorizzare in modo sostenibile le risorse marine, nell’ottica generale di ridurre la pressione sugli ecosistemi marini, integrando salute umana, animale e ambientale.
Lo studio biennale ha seguito l’intero ciclo di allevamento, dalla fase di avannotteria alla taglia commerciale, attraverso un’analisi multiscala dei parametri di salute e benessere. I ricercatori hanno valutato diversi indicatori della crescita e dello stato di salute dei pesci, ed hanno effettuato diverse analisi sulle condizioni dei tessuti, di biomarcatori enzimatici e del microbiota. Tutti i risultati hanno confermato uno stato di salute eccellente e un livello di benessere animale elevato. I fattori che influenzano positivamente gli esiti dello studio sono collegati alla metodologia di allevamento utilizzata: vasche posizionate a oltre 30 metri di profondità e a oltre un miglio dalla costa agevolano l’esposizione naturale a correnti che stimolano continuamente la muscolatura e riducono il comportamento tipico sedentario di altri sistemi di allevamento. Il modello di acquacoltura offshore di Aqua De Mâ garantisce inoltre un ricambio d’acqua 10-40 volte superiore rispetto agli allevamenti costieri tradizionali, preservando la qualità dei fondali e delle acque.
«L’acquacoltura è un’attività produttiva strettamente connessa con la salute degli ecosistemi marini − commenta Laura Canesi, professore Ordinario di Fisiologia presso il Distav -. I risultati di questo studio dimostrano come l’allevamento offshore, quando condotto con criteri scientifici rigorosi, rappresenti un modello di produzione sostenibile che non solo garantisce il benessere animale, ma contribuisce anche alla conservazione della biodiversità marina. La ricerca condotta su Aqua De Mâ conferma che l’acquacoltura multitrofica integrata e le pratiche di allevamento biodiversity-friendly possono essere implementate con successo nel contesto mediterraneo. Questo approccio scientifico all’acquacoltura è fondamentale per soddisfare la crescente domanda di prodotti ittici senza compromettere la salute degli ecosistemi marini».