“Senza uscita” è l’ultima avventura di Jack Reacher, scritta da Lee e Andrew Child. In Italia il libro è uscito nei giorni scorsi, pubblicato da Longanesi.
Lee, inventore del personaggio, su cui ha costruito una trentina di romanzi di enorme successo, nel 2020 aveva annunciato l’intenzione di passare il testimone al fratello Andrew. Intendeva dare nuova freschezza alla sua creatura, nata nel 1997.
In effetti Jack Reacher nel corso della serie si era caratterizzato oltre che per le perfomance atletiche e militari e l’acutezza investigativa, anche per il senso dello humour, le battute brillanti. Con il tempo questo humour era andato scemando, e in generale il personaggio si era come asciugato, sempre più ridotto all’azione pura. Inoltre Reacher, come forse l’autore e senza dubbbio molti suoi lettori, in questi venti anni di progresso tecnologico tumultuoso era rimasto indietro. Un investigatore oggi non può limitare le proprie competenze digitali all’uso del cellulare per le telefonate e del pc per le e-mail. E non si può escludere che Lee Child, nato nel 1954, fosse anche un po’ stanco dopo quasi trent’anni di lavoro sullo stesso personaggio. D’altra parte la serie di Jack Reacher, arrivata a 100 milioni di copie vendute, non poteva finire. Di qui l’idea di Lee di associare nella produzione letteriaria il fratello Andrew, più giovane di 14 anni. L’innesto avrebbe dovuto dare nuovo vigore e freschezza alla macchina narrativa, e aggiornarla sul piano tecnologico. L’ultima sentinella”, pubblicata in Italia nel 2021, era stato annunciato (vedi qui) come l’ultimo libro scritto da Lee Child con Jack Reacher protagonista. Sono seguiti, a firma di Lee e Andrew, “Meglio morto”, “Nessun piano B”, “Un segreto per Jack Reacher” e, infine, “Senza uscita”.
A nostro avviso, i primi tre, pur apprezzabili, non hanno apportato un salto qualitativo nella serie. Reacher non ha ritrovato la verve originaria, è l’eroe di sempre, ma non è più brillante come una volta. Con “Senza uscita” il nuovo team di autori forse ha messo a punto le proprie modalità operative: la trama, pur complessa, non è un mero congegno meccanico, e riesce a sorprendere fino alla conclusione. Non ci pronunciamo sulla verosimiglianza tecnico-scientifica del principale elemento dinamico e scatenante dell’intrigo, sia perché non siamo competenti in materia sia perché non ha importanza (vedi il famoso libro-intervista intervista di François Truffaut a Hitchcock, “Le cinéma selon Alfred Hitchcock”, pubblicato in Francia nel 1966 dalle Éditions Robert Laffont e poi anche in Italia), importante è che funzioni dal punto di vista narrativo. Funziona. E Reacher, se non ha la verve di alcuni capolavori della serie, sembra rinvigorito. Quanto all’ingresso del digitale nel tessuto narrativo, il protagonista fa quello che fanno molti noi quando devono servirsi delle nuove tecnologie: si fa aiutare da chi le conosce.
A questo punto potremmo riassumere in breve la trama di “Senza uscita”. Non lo faremo, perché il romanzo ha diverse svolte narrative e ci dispiacerebbe anticiparle al lettore, d’altra parte una sua versione semplificata, per di più privata dei punti cruciali, non direbbe molto. Conviene leggerlo.