Si è insediato il nuovo commissario (e futuro presidente) dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Matteo Paroli. Prima conferenza stampa a quattro ore dal suo arrivo e a un paio dopo il primo incontro con la sindaca Silvia Salis. «Ci tenevo molto per i rapporti che bisogna tenere con la città. Domani alle 10 sarò a Savona dal sindaco e dagli amministratori dei porti interessati nell’ottica di lavorare con la massima sintonia».
Dossier Genoa Port Terminal verso la proroga
Tanti i dossier spinosi, alcuni molto urgenti come quello della concessione provvisoria del Genoa Port Terminal rilasciata al Gruppo Spinelli, che avverrà il 30 giugno.
Su questo Paroli chiarisce: «Non credo che vi sia un’alternativa per andare a valutare nel dettaglio ponderatamente e con il massimo scrupolo una situazione complessa. Non credo di riuscire a svolgere un’analisi compiuta e soprattutto a trovare una soluzione definitiva da qui al 30 giugno, quindi immagino che mi consulterò con il segretario generale, con i dirigenti e i direttori, ma che serva una proroga tecnica che mi consenta insieme a tutti gli altri colleghi e organi preposti alla gestione di questa amministrazione di trovare una soluzione che sia quanto più corretta e funzionale alle esigenze non del terminal ma del porto. Mi occorrerà un comitato sicuramente, io sono sostitutivo dell’organo presidenziale e quindi il decreto di nomina mi ascrive i poteri dell’articolo 8 della legge 84-94 e quindi mi è indispensabile al momento un comitato di gestione».
Paroli ha annunciato che il comitato potrebbe insediarsi entro la fine di questa settimana o all’inizio della prossima e che Salis gli ha già fornito il nome legato alla Città Metropolitana.
A margine della conferenza Paroli Ringrazia i precedenti commissari, «che hanno traghettato questa amministrazione in un periodo di forte criticità, che noi ci auguriamo e confidiamo possa ora trovare un periodo di serenità, perché quello che serve a questo porto, a questo sistema logistico portuale è ricominciare, recuperando, se possibile, il tempo che credo sia stato perduto in minima parte, perché l’attività dei commissari è stata encomiabile anche dal punto di vista dell’efficienza. Non si sono risparmiati in nulla. Oggi occorre però avere una visione più di prospettiva».
Inoltre conferma che il segretario generale Paolo Piacenza resta in carica. «È una persona che stimo, non si è mai tirata indietro anche quando ci sarebbero state le occasioni per farlo, è la figura che voglio al mio fianco in questo periodo di passaggio». La nomina del nuovo segretario avverrà quando Paroli sarà presidente.
L’obiettivo è che l’Authority torni a essere «rapida, efficiente, di visione, che dia risposte al cluster. Il porto funziona se è efficiente, se è un porto che dà risposta ai propri clienti in termini immediati, rispettosi della norma e della trasparenza, quindi vogliamo partire immediatamente ascoltando tutto il cluster portuale, perché il cluster è il nostro punto di riferimento. Le esigenze dei nostri clienti dobbiamo trasformarle in nostre azioni e priorità».
Nuova Diga
Tra i temi di maggiore attualità c’è anche la questione della Nuova Diga Foranea: «Vi sfido a trovarmi un’opera pubblica di rilevanza economica e impatto amministrativo, in termini di complicazioni, pari alla diga di Genova. Costruire un’opera così importante su un fondale marino così instabile e profondo è un unicum. Trovare difficoltà nella fase realizzativa era assolutamente messo in conto. Do per scontato che ci saranno tutti gli approfondimenti del caso sulla fattibilità dell’opera. Però ho anche la massima fiducia nelle imprese incaricate della costruzione. Devo anche dir che non conoscevo il presidente Bucci e ne sono rimasto profondamente colpito per la determinazione e il dinamismo, sono cosciente del fatto che lui stesso non si risparmierà per la realizzazione di quell’opera. Sulla possibilità che l’opera sia non fattibile per criticità tecniche, ho ricevuto informazioni estremamente rassicuranti e convincenti. L’opera sarà fatta, avrà modifiche strutturali, ma non ci sono realizzazioni di questa portata che non vadano a incontrare difficoltà e imprevisti».
Superare i ricorsi al Tar
Una delle prime richieste che arrivano è quella di superare il porto dei ricorsi al Tar. Lo ha chiesto lo stesso presidente della Regione Liguria Marco Bucci: «La cosa più importante è che si rimetta a posto il sistema delle concessioni e che non ci siano 800 persone che non sanno se domani possono andare a lavorare». ha detto a margine dell’Assemblea di Assagenti all’Agenzia Dire e aveva indicato la priorità per il nuovo commissario. L’auspicio è che «ci sia un clima molto più positivo e non basato sui ricorsi al Tar, sennò vuol dire che non abbiamo la classe dirigente che dobbiamo avere».
«È una richiesta di buonsenso − risponde Paroli − i ricorsi servono molto spesso perché l’amministrazione non è infallibile, anche la più integerrima delle autorità portuali può compiere in buona fede errori e gli strumenti a tutela del cittadino e dell’impresa. Diventa patologico quando il ricorso assume una veste funzionale a fare pressione all’amministrazione o alterare i sistemi concorrenziali, in quel caso sarà l’Autorità Portuale il primo degli organismi a rilevare l’anomalia e ad attivarsi perché tutto rientri in un rapporto di giusta e corretta dialettica fra imprese che certamente sono in regime di concorrenza, ma devono rendersi conto che poi c’è un interesse superiore che è quello pubblico che impone che i porti funzionino in maniera ordinata ed efficiente».
Il nodo del Piano regolatore portuale
Il piano regolatore portuale è uno dei punti nevralgici dei problemi del porto di Genova e la sua redazione sta slittando: «Il percorso per arrivare a un piano regolatore portuale non è facile, ci sono porti che hanno dovuto attendere 60 anni per averne uno nuovo. Questo ovviamente non accadrà a Genova, vorremmo essere protagonisti di un processo amministrativo efficiente oltre che rapido da questo punto di vista, serviranno però tutta una serie di approfondimenti non banali. Io sono arrivato da circa quattro ore e non mi sembrerebbe serio che vi esponessi una data che potrebbe essere smentita già domani mattina. Quello che vi posso assicurare è che lavoreremo con grande impegno insieme a tutti i direttori, a tutti i dirigenti, a tutti i nostri quadri e impiegati perché tutti gli impegni, e il piano regolatore è uno ma non l’unico, siano affrontati con la massima tempestività ed efficienza».
Il piano regolatore, rileva Paroli, è forse uno degli elementi che maggiormente ha risentito di ciò che ha comportato un cambiamento drastico nel settore della portualità − navi sempre più grandi, variabilità rapidissima sulle tipologie merceologiche che in un porto fanno mercato − e quindi rimanere ancorati a uno strumento che richiede decine di anni per essere mutato non è assolutamente virtuoso: «Lavoreremo rapidamente per dare a Genova e a Savona dei piani regolatori che siano figli del tempo moderno, quindi fluidi, piani regolatori elastici, piani regolatori che consentano di fare quasi tutto, ovviamente in compatibilità con quello che è il settore urbano, infrastrutturale, ambientale di riferimento, quindi non ci sogneremo mai di mettere attività incompatibili con il settore periferico al porto stesso, però per il resto tutto ciò che può essere sfruttato per dare dinamismo, elasticità operativa e potenziale maggior aiuto agli imprenditori per svolgere le loro attività e i loro traffici sarà fatto».
Ispezione del Mit, Paroli ha chiesto la relazione
Dopo l’inchiesta per corruzione il Mit aveva inviato gli ispettori e Paroli ha confermato di aver chiesto la relazione: «L’avevo chiesta per averla oggi, ma non ce l’ho. È un atto del ministero e non sono in grado di dire se l’avrò perché è un atto ispettivo interno, funzionale a esigenze del ministero. Se il Mit riterrà opportuno rendermene partecipe, sarà mia premura leggerlo, farne tesoro per le parti prescrittive e conformarmi se ci sono linee operative e criticità. Se l’ispezione avesse rilevato criticità, credo sia mio obbligo intervenire immediatamente per andare a superarle».
Il futuro dell’Aeroporto
L’Adsp ha la maggioranza delle quote dell’Aeroporto di Genova. Paroli lo definisce un asset importante su cui però occorre fare un ragionamento con altre amministrazioni coinvolte. «Ho saputo dell’intensificazione dei traffici. Quando andremo a cedere le quote vorrà dire che le venderemo a un prezzo più alto. Una società in perdita è poco appetibile, per la vendita comunque ci sono procedure imposte a un ente pubblico, noi ci atterremo a quella procedura, se decideremo di venderle»
Genova, ricorda Paroli, ha fatto la scuola dal punto di vista giurisprudenziale: «Alcune sentenze storiche, civili e amministrative sono nate in questo porto e tutte sono state funzionali a rendere evidente la necessità di avere elasticità, i porti non possono essere amministrati come altre entità, non sono città, non sono province, i porti sono una grande industria, una grande impresa che ha una serie di reparti operativi; il dover rendere questi reparti operativi flessibili sarà la nostra assoluta priorità». Si riferisce per esempio a Calata Bettolo: «I porti vanno gestiti come fossero un grande compendio industriale per flessibilità e dinamismo nei termini più ampi possibili». Non si sbilancia sui depositi chimici.
Cosa può dare Genova (e tutto il sistema) alla portualità italiana?
Genova a volte ha “contaminato” esportando usi, consuetudini e procedure che funzionavano bene per Genova e non per altri. «Il bello della legge 84 è che è unica, ma può declinarsi in mille modi. Oggi però c’è l’esigenza di dare razionalità agli investimenti nel settore dei porti. Non ci sono più tanti soldi e serve una regia nazionale che ci dica come e dove investire evitando l’overcapacity dell’offerta. Non è normale che tutti i porti italiani movimentino meno merci di un qualsiasi porto Nord europeo. Genova deve essere in concorrenza con i settori extra italiani. No con La Spezia. Con le duplicazioni speculari sovrapponibili gettiamo via soldi. Una spa che vada a gestire la portualità? Può darsi sia giusto, può darsi non lo sia, non spetta a me dirlo. Una cabina di regia forte serve, è fondamentale, è indispensabile. Genova deve continuare a dare indicazioni, essere riferimento della portualità nazionale. Vorrei diventasse il porto che si mostrasse capace di innovazione, energia, formazione, tecnologia applicata alla movimentazione delle merci, cybersecurity. Nessuna amministrazione dello Stato ha le stesse articolazioni di un porto».
La biografia
Paroli, figura di comprovata esperienza nel settore marittimo-portuale, vanta un prestigioso percorso professionale all’interno delle principali Autorità portuali italiane. Laureato in Giurisprudenza, ha costruito la sua carriera consolidando una profonda competenza nel diritto della navigazione, nella pianificazione portuale e nella governance dei sistemi logistici integrati.
Già Segretario Generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale (Livorno, Piombino, Portoferraio, Capraia e Rio Marina) e prima ancora della Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale (Pesaro, Ancona, San Benedetto del Tronto, Pescara e Ortona), Paroli ha guidato con autorevolezza e visione strategica numerosi processi di innovazione amministrativa, digitalizzazione e sviluppo infrastrutturale. In precedenza, ha ricoperto incarichi apicali in altri porti italiani, distinguendosi per la capacità di coordinare complesse attività di pianificazione e gestione, con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e alla competitività internazionale degli scali.