JP Morgan Chase & CO, lo scorso 2 giugno, ha superato la soglia del 10% nel capitale di Bper Banca, salendo al 10,025%, per poi portare il giorno successivo (3 giugno) la partecipazione complessiva potenziale nella banca italiana al 9,768%. È quanto emerge dagli aggiornamenti della Consob sulle partecipazioni rilevanti.
Nel dettaglio, la fotografia al 3 giugno è questa: 2,112% riferito a diritti di voto riferibili ad azioni, 1,801% partecipazione potenziale (obbligazioni convertibili e right to recall senza data di scadenza), 5,855% posizioni lunghe con regolamento fisico e in contanti. Solo il 2,112% rappresentano diritti di voto riferibili ad azioni, il resto è diviso tra obbligazioni (1,801%) ed equity swaps (il 5,855%).
Nel frattempo – scrive Teleborsa – JP Morgan ha anche spiegato cosa vuole fare di questa partecipazione. O meglio, cosa non vuole fare: “Non abbiamo in programma – scrive in una nota – di acquisire il controllo o di influenzare in altro modo la gestione della società”. JP Morgan e le sue affiliate specificano che “agiscono da sole” e che “non è parte di alcun patto parasociale in relazione” a Bper, “né di alcun altro accordo in relazione ai diritti di voto” e che la società non ha intenzione di proporre l’integrazione o la rimozione dei vertici della banca.
Quanto alla quota posseduta, per Jp Morgan è “connessa alla fornitura di liquidità, all’esposizione o alla copertura derivanti da operazioni con i clienti nell’ambito di prodotti in contanti o derivati”.