Il provvedimento di modifica alla Legge di stabilità della Regione Liguria per l’anno finanziario 2025 ha apportato anche alcuni adeguamenti alla normativa in materia di pesca professionale e acquacoltura, introducendo prospettive di produzione a lungo termine per le imprese ittiche del territorio.
In particolare è stato stabilito che la concessione di aree demaniali marittime e loro pertinenze e di zone di mare territoriale destinate all’esercizio delle attività di pesca professionale e di acquacoltura è rilasciata dal Comune, al termine di una procedura di evidenza pubblica. La durata delle concessioni verrà decisa sulla base del piano economico finanziario degli investimenti, legato alla concessione, e dei relativi costi da ammortizzare e, comunque, per un periodo non inferiore a quindici anni. Il testo stabilisce che la Regione possa approvare direttive vincolanti per l’esercizio delle funzioni amministrative per favorire lo sviluppo delle attività relative alla pesca, all’acquacoltura, alla tutela e all’incremento delle risorse alieutiche.
Fai Cisl Liguria e Cisl Liguria esprimono soddisfazione per il recente provvedimento. «Si stabilisce la competenza, le procedure necessarie al rilascio, la durata delle nuove concessioni, e la possibilità per la Regione di approvare direttive vincolanti per l’esercizio del funzioni amministrative con l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle attività relative alla pesca, all’acquacoltura, alla tutela e all’incremento delle riserve alieutiche», commenta Donatella Lamanna, segretaria territoriale Fai Cisl Liguria. «Auspichiamo che possa aprire anche nuovi scenari positivi per la salvaguardia dell’attività di Aqua de Mâ e dei suoi lavoratori», sottolinea.
L’azienda di acquacoltura di Lavagna che impiega 25 lavoratori è sotto ordinanza di sgombero, ma il recente provvedimento regionale apre nuovi scenari per il futuro dell’azienda. «Accogliamo con soddisfazione il testo della legge di stabilità della Regione Liguria che è intervenuta in merito al settore pesca e acquacoltura, applicando le indicazioni espresse della Commissione europea in materia. Adesso per Aqua e le decine di aziende del settore ittico della Liguria c’è una prospettiva a lungo termine di produzione e lavoro che va a beneficio di tutto il territori» commenta Roberto Co’, amministratore delegato dell’impresa si itticoltura.
«Questa norma chiarisce, come già fatto dal ministero dei Trasporti competente sul tema, che l’acquacoltura è un’attività di produzione, esclusa dall’applicazione della direttiva Bolkestein che si applica ai servizi, e sulla base della quale l’amministrazione di Lavagna aveva organizzato una gara già dal 2021 – sottolinea -. Abbiamo sempre contestato nel merito la correttezza della gara, che non doveva essere fatta e aveva requisiti impossibili, e cioè che le strutture produttive fossero invisibili. Siamo stati gli unici a partecipare e non siamo risultati assegnatari proprio per l’assurdo vincolo dell’invisibilità».
«In questi anni abbiamo resistito contro una richiesta di sgombero che riteniamo ingiusta, formulando proposte e progetti all’amministrazione comunale per salvaguardare i posti di lavoro e l’attività produttiva. Le nostre numerose proposte non sono però mai state accettate dal Comune. Siamo lieti dell’attenzione posta dal legislatore sul comparto ittico, che solo in Liguria conta decine di imprese e porta valore in termini di produzione, occupazione e sviluppo», conclude Co’.