La Borsa di Milano ha aperto in calo. L’indice Ftse Mib ha segnato in avvio a -0,39% a 38.323 punti. Poi inverte la rotta e dopo i primi scambi guadagna lo 0,2% grazie alla spinta che arriva da Leonardo (+1,59%), bene intonato come gli altri titoli della difesa e per le ipotesi di una nuova alleanza. Bene anche Unicredit (+0,75%), Fineco (+0,68%) ed Eni (+0,67%). Male invece Stm (-1,21%) anche per l’idea che Trump possa dare una stretta ai chip cinesi mentre Les Echos scrive che il governo Meloni vorrebbe un nuovo ceo per il gruppo franco-italiano.
Avvio debole per le Borse europee. Parigi cede lo 0,32%, Francoforte lo 0,28% e Londra un più modesto 0,14%.
Le Borse asiatiche concludono una giornata negativa con un calo generalizzato dei titoli tecnologici sull’ipotesi che Donald Trump voglia accelerare la stretta sui semiconduttori in Cina. Tokyo ha così perso l’1,39%.
È in rialzo il prezzo del petrolio. Il contratto per aprile sul Wti americano segna +0,38% a 70,97 dollari al barile, mentre quello sul Brent del Mare del Nord guadagna lo 0,31% a 75,01 dollari.
Dopo il rafforzamento di ieri all’esito delle elezioni tedesche, l’euro è sostanzialmente stabile. In avvio di giornata è scambiato a a 1,0467 dollari, con una variazione minima di -0,01%. Nel cambio con lo yen l’euro vale 156,64 in calo dello 0,05%.
Lo spread tra Btp decennale italiano e corrispondente Bund tedesco è in lieve diminuzione a 108 punti base (-0,18%). Il rendimento è a +3,55%.