Asl 2 ha inaugurato ieri, 6 febbraio 2025, la sua prima Casa di Comunità, ad Albenga. La struttura fa parte del programma di riorganizzazione del sistema sanitario territoriale che nel savonese prevede l’apertura di altre cinque Case di Comunità.
Oltre a quella di Albenga, sono previste a Pietra Ligure, Finale Ligure, Savona, Vado Ligure e Cairo Montenotte. Il piano operativo della rete territoriale per la fragilità e la cronicità, prevede anche due Ospedali di Comunità (Albenga e Cairo Montenotte), affiancati dagli ambulatori di prossimità già operativi nei piccoli Comuni dell’entroterra.
All’interno della Casa di Comunità di Albenga sono attivi numerosi servizi pensati per rispondere, a livello territoriale, ai bisogni di cura e assistenza dei cittadini, con particolare attenzione alle persone con patologie croniche.
I servizi offerti includono:
- Accoglienza e punto unico di accesso
- Ambulatori specialistici: cardiologia, neurologia, urologia, diabetologia, oculistica, odontoiatria, salute mentale
- Infermieristica: infermieri per la cura domiciliare, infermieri di famiglia e comunità
- Medico di distretto
- Continuità assistenziale (guardia medica)
- Ambulatorio cronicità
- Area terzo settore
- Centro prelievi (condiviso con l’ospedale)
- Radiologia (condivisa con l’ospedale)
- Piastra ambulatoriale (condivisa con l’ospedale)
Nella struttura opererà un’équipe multidisciplinare composta da professionisti della salute, che prenderanno in carico i pazienti con patologie croniche attraverso percorsi strutturati. I professionisti della Casa di Comunità lavoreranno in sinergia con i Comuni e con la rete delle farmacie per garantire l’aderenza terapeutica nella gestione del paziente cronico.
Monica Cirone, direttore Sociosanitario di Asl 2 dichiara: «L’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede una rivisitazione dell’assistenza sanitaria territoriale, che troverà principale sbocco nella creazione degli Ospedali di Comunità e delle Case di Comunità, come quella che abbiamo inaugurato oggi ad Albenga. La Casa di Comunità è un nuovo modello organizzativo dei servizi, che intende rispondere ai bisogni di salute delle persone in maniera integrata e strutturata. Grazie alla partecipazione dei professionisti e operatori sanitari, ma anche di altri attori del territorio, vogliamo garantire un’assistenza completa, con particolare attenzione ai soggetti più fragili e ai malati cronici».
Aggiunge Michele Orlando, direttore generale di Asl 2: «La Casa di Comunità rappresenta un passo fondamentale per il potenziamento e la riorganizzazione dell’offerta socio-sanitaria sul territorio. Grazie a questa struttura, puntiamo a migliorare sia l’accessibilità ai diversi servizi, sia la qualità complessiva dell’assistenza offerta. Si tratta di un tassello strategico nella costruzione di una rete integrata di servizi, in linea con le direttive del Sistema Sanitario regionale».
«Le Case di Comunità – dice l’assessore alla Sanità Massimo Nicolò – costituiscono un nuovo riferimento per la popolazione, in grado di garantire capillarità assistenziale sul territorio e costituendo un punto unico di accesso a diversi servizi sanitari e sociali. Per questo oggi in Liguria ci troviamo davanti ad una svolta per la nostra sanità, con il potenziamento dell’offerta territoriale che renderà l’assistenza di prossimità maggiormente diffusa e capillare, con conseguenti effetti positivi anche nella riduzione della pressione sui reparti per acuti. Questo modello garantirà quindi una maggiore appropriatezza delle cure, determinando una sostanziale riduzione degli accessi impropri negli ospedali e nei pronto soccorso, dove oggi le persone accedono anche senza patologie gravi o tempo dipendenti, ma non trovando risposte territoriali adeguate».
L’obiettivo finale della Casa di Comunità, definito dalla Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), secondo cui essa rappresenta “il luogo fisico, di prossimità e di facile individuazione al quale l’assistito può accedere per entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria”, è quindi quello di diventare un punto di riferimento continuativo per i cittadini, garantendo l’accesso ai servizi sanitari erogati.