Confagricoltura Liguria ha preparato un documento di posizione in vista delle elezioni regionali di fine mese. «Dieci (s)punti fondamentali per lo sviluppo dell’agricoltura ligure – questo il titolo, come spiega il presidente regionale Luca De Michelis – è il documento che delinea in maniera chiara e puntuale le nostre proposte sulle quali chiediamo l’impegno di chi si candida la Presidenza come al Consiglio Regionale».
«Dall’analisi di contesto da noi effettuata da sempre – prosegue De Michelis – scaturiscono in maniera chiara non solo le problematiche da affrontare, ma, come spesso accade, anche le linee di indirizzo su cui lavorare per il superamento di queste problematiche, siano esse di tipo ‘orizzontale’, ovvero che coinvolgono tutti i settori del comparto agricolo ligure, oppure di tipo ‘verticale’, ovvero che coinvolgono una filiera specifica».
I Dieci (s)punti
+ politica agricola – burocrazia, ovvero una reale politica agricola regionale in cui il PSR sia lo strumento e non il fine della stessa. E tutto ciò, secondo Confagricoltura Liguria, deve passare attraverso un riordino del sistema ed una semplificazione dei processi e degli iter, ad oggi vero intralcio più che supporto.
+ reti e filiera – frammentazione fondiaria, ovvero la crescita delle imprese, anche attraverso le reti delle stesse, in modo da competere meglio con mercati sempre più ampli. E qui Confagricoltura Liguria pone l’accento sulla necessità di agevolazioni fiscali su questo tipo di aggregazioni, utili a performare le rese economiche di tali aggregazioni.
+ valore al territorio – spreco di suolo, ovvero il riconoscimento del valore unico ed aggiunto, precisa Confagricoltura Liguria, del nostro territorio. Necessario riaffermare tutto ciò con politiche mirate, anche di incentivo agli agricoltori, per questo loro ruolo di custodi della terra, specie nelle vallate interne e nelle aree depresse.
+ turismo rurale – abbandono dell’entroterra, ovvero l’incentivazione del valore immenso presente nell’interno della Regione, vera culla dell’agroalimentare ligure che va, secondo Confagricoltura, “aiutato” in modo da far si che i prodotti agricoli siano volano del territorio attraverso un turismo esperienziale, che porti turisti direttamente nelle aziende e nei borghi interni.
+ agricoltura – cemento, ovvero una legge quadro regionale su nuovi schemi di pianificazione territoriale che, secondo la vision di Confagricoltura, ponga l’agricoltura al centro di tale pianificazione e non “un di più”. Il tutto attraverso la gestione delle acque e la tutela del territorio, con il superamento del dissesto passando dalla cultura dell’emergenza in favore di quella della prevenzione.
+ ricerca e sviluppo – gap con i mercati, ovvero politiche di settore non solo per lo sviluppo dell’agroalimentare, ma anche a favore della ricerca varietale in florovivaismo, con un piano floricolo ad hoc, e, secondo Confagricoltura Liguria, lavorando sulle filiere, si pensi ad olio e vino, attraverso lo sviluppo di un’agricoltura moderna, forte e strutturata.
+ infrastrutture sicure – perdite di mercato, ovvero la logistica come elemento indispensabile per permettere di “stare” sui mercati. Quindi il sì convinto di Confagricoltura Liguria per l’accelerazione del Terzo Valico, per la Gronda, ma anche per la banda larga ed il connubio tra terra e mare con le autostrade dei mari ed i porti, poli strategici per l’agroalimentare nel mondo.
+ energia green – costi di produzione, ovvero una politica energetica, secondo Confagricoltura Liguria, spinta verso le rinnovabili con contestuale abbattimento dei costi di produzione agricola. Un piano energetico regionale, in tal senso, ed uno sviluppo delle foreste come del verde pubblico, come volano ambientale ed “energetico” del nostro territorio.
+ defiscalizzazione – disoccupazione, ovvero un modello fiscale ligure in cui le agevolazioni diventino un volano per lo sviluppo delle start up, in cui nascano leggi mirate, e dunque “esportabili” come modello anche altrove, che permettano di supportare indirettamente i maggiori costi di produzioni che le imprese “scontano” in territori difficili come il nostro.
+ giovani – riduzione Sau, ovvero accompagnare l’insediamento dei giovani in agricoltura con politiche mirate che garantiscano la stabilità di tale occupazione. Sì dunque ad un Psr spintamente mirato ai giovani, con particolare attenzione a quelli che si insediano in areali svantaggiati, mantenendo così il territorio coltivato.
«Su tutto ciò Confagricoltura Liguria – conclude il presidente De Michelis – chiede l’impegno di qualunque candidato di qualsiasi schieramento, in quanto le proposte sono scevre da qualsivoglia etichetta, ma assolutamente universali e mirate all’unico scopo che da sempre contraddistingue Confagricoltura, ovvero, come da oltre 100 anni, fare gli interessi del comparto agricolo, del territorio e di chi vive e lavora, in questo caso specifico, in Liguria».