Dal consiglio di amministrazione del Parco Naturale regionale delle Alpi Liguri, svoltosi a Cosio d’Arroscia, arriva un forte ‘No’ al progetto del parco eolico nell’entroterra della provincia di Imperia.
“La misson del Parco – è stato ribadito a gran voce durante i lavori – è quella di preservare e conservare il territorio; un progetto così grande e cosi impattante non può trovare pareri favorevoli in quanto diametralmente opposto agli obiettivi che – per natura ontologica – perseguiamo”.
L’area protetta del Parco si snoda attraverso 8 comuni ossia Cosio d’Arroscia, Mendatica, Montegrosso Pian Latte e Rezzo in Valle Arroscia, Molini di Triora e Triora in Valle Argentina, Pigna e Rocchetta Nervina in Val Nervia.
“In questo caso le progettualità prevedono oltre 30 pale eoliche lungo un percorso che di fatto segnerebbe il territorio dalla Val Prino alla Valle Arroscia. Non abbiamo nulla contro le energie rinnovabili, spiega il consiglio di amministrazione, né alcuna ideologia politica precostituita sul progetto, ma il nostro scopo è quello di proteggere – attraverso azioni conservative e di sviluppo – l’ entroterra che raccoglie al suo interno una preziosa biodiversità vegetale e faunistica: 6mila ettari che sono da tutelare”.
Per queste ragioni, il consiglio di amministrazione dell’ente Parco ha inviato formalmente tale linea di indirizzo alla direzione – affinché ne tenga conto – nella redazione del parere tecnico che dovrà rilasciare sul progetto.
Contrario anche il presidente facente funzione della Regione Liguria Alessandro Piana. “Opere come il progetto eolico – spiega in una nota – sono gestite direttamente dal Ministero, ma la Regione fa la sua parte e con chiarezza: ho già sentito personalmente da diversi giorni amministratori e cittadini allarmati per confrontarmi sull’argomento viste anche le mie deleghe ai Parchi, all’Agricoltura, alla Caccia e all’Entroterra. Abbiamo investito molto sulle aree interne e non vorremmo che dal mare si riconoscessero le nostre montagne per il numero di pale eoliche. Lo dichiara in una nota.
“La tipologia e la struttura di questo impianto, nonostante l’importanza delle politiche energetiche – precisa Piana – non si integra con la morfologia e con il pregio territorio, caratterizzato da una straordinaria biodiversità, ma anche da una insita fragilità, e per questo oggetto di particolari tutele rispetto ad altre aree interne. Abbiamo investito moltissimo sullo sviluppo dell’entroterra, sull’Alta Via dei Monti Liguri, sull’outdoor, sull’agricoltura e sulle produzioni di nicchia. Basti pensare, per fare solo qualche esempio, ai 13,5 milioni in dotazione per i Parchi regionali dalla tutela dell’ambiente al turismo sostenibile oppure ai 5,8 milioni di euro sbloccati per lo sviluppo della montagna o ancora ai 9,9 milioni per i muretti a secco per la preservazione idrogeologica e del paesaggio o ancora i 4,3 milioni tramite premi ad ettaro per gli agricoltori di montagna, per i boschi e per il mantenimento di quei pascoli così essenziali non solo per l’allevamento, ma soprattutto per il mantenimento della biodiversità.
“Non posso e non voglio sconfessare l’importanza del territorio e la necessità di tutte queste politiche attivate – conclude il presidente ad interim della Regione – per cui sono contrario al progetto e mi farò fin da subito portatore delle istanze territoriali che hanno espresso chiaramente la propria opposizione. Ci prendiamo l’impegno come Regione a tenere informata la popolazione sulle tematiche e a fare da cassa di risonanza attiva per presentare le osservazioni del caso, intanto è già in programma una riunione a metà agosto con i sindaci, con le Atc e con i Comparti alpini. Non lasceremo snaturare quanto di più prezioso abbiamo”.