«Quando sono arrivata in piazza De Ferrari mi sono commossa perché questi sono giorni di dolore per questo territorio: soffro per l’immagine che abbiamo dato, per questo momento di difficoltà. Un dolore enorme». Lo ha dichiarato Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva, stamattina a Genova, a Palazzo Ducale poco prima della conferenza stampa di presentazione della lista Stati uniti d’Europa per cui è candidata nel Nord Ovest alle elezioni europee
Paita era stata candidata del centrosinisra alle regionali liguri del 2015, vinte da Toti. «Non posso non pensare – ha detto – a quello che sarebbe stato se quelle elezioni nel 2015 avessero visto almeno due cose andare diversamente, l’inchiesta giudiziaria che mi aveva riguardata e dalla quale sono stata assolta e la rottura che Sergio Cofferati aveva provocato forse ci sarebbe stato un esito differente. Ci penso continuamente in questi giorni, ma ho detto fin dal primo momento, senza farmi prendere dall’acredine e dal ricordo dell’allora giudizio nei miei confronti, che dobbiamo pensare a Genova e alla Liguria. Questo momento non deve significare il blocco di tutte le cose positive che erano state messe in atto: la Gronda, il Terzo Valico, il tunnel subportuale, la diga, lo skymetro, il collegamento agli Erzelli, l’Aurelia bis devono andare avanti. È un bisogno vitale dei liguri. Chiunque voglia utilizzare questo tema per bloccare lo sviluppo, si prende una responsabilità gigantesca».
Quanto alla nuova fase politiche che si profila, Paita ha dichiarato: «Penso che ci sia un grande spazio per le idee dei riformisti in Liguria. Non lo dico per riproporre quello che è stato, non mi fraintendete: non ritornerà il mio momento, serve un momento di freschezza, di novità. Però, ci metterò il cuore affinché il territorio non paghi un prezzo altissimo da questa vicenda».
In caso di elezioni anticipate in Liguria con chi starà Italia Viva? «Starà con le idee della crescita. Ora è molto difficile capire che cosa accadrà in termini di coalizioni: è una discussione che adesso non ci porterebbe a molto. Certamente non staremo mai con chi sta rimettendo in discussione le opere. Noi staremo coi riformisti, con chi ha sempre mantenuto queste idee in piena coerenza»