Non sarà più bianco, visto che era stato tinto con la calce per seguire la “moda dell’epoca”, ma di tre tonalità di colori più calde per un ritorno all’aspetto originario. Entra nel vivo il restyling del Ponte Monumentale di Genova, intervento che ha ottenuto il finanziamento da 3,3 milioni di euro del Pnrr per la rigenerazione urbana.
I lavori servono a risolvere varie tipologie di degrado che interessano il Ponte: dal recupero dei materiali lapidei alla canalizzazione delle acque, all’eliminazione di graffiti, macchie, depositi e distacchi. Il Ponte non è mai stato oggetto, dalla sua realizzazione nel 1890 a oggi, di un intervento a tutto tondo e di conseguenza oggi presenta ammaloramenti nelle volte che hanno portato a una messa in sicurezza con i ponteggi che dovevano appunto essere preliminari a un intervento organico, dopo che si erano verificati distacchi di materiali dalle volte, con conseguente necessità di messa in sicurezza provvisoria del transito pedonale e veicolare su via Venti Settembre.
«È un’opera molto complessa perché si tratta di un restauro che è stato attenzionato con grande rigore e discusso con la Soprintendenza − dice l’assessore ai Lavori pubblici e manutenzioni Pietro Piciocchi − abbiamo proprio restauratori e delle restauratrici che stanno operando in questo momento con la pazienza e le cautele che questo tipo di interventi richiedono. Era un impegno che l’amministrazione si era preso e siamo nelle scadenze che ci impone il ministero. Contiamo di chiudere i lavori entro la fine dell’anno 2025».
I lavori al Ponte Monumentale consentiranno di riqualificare anche le zone circostanti: «Si porta dietro una riqualificazione del tratto di corso Podestà che oggi come sapete è molto ammalorato nella parte sommitale del Ponte e soprattutto va a sistemare la regimazione delle acque e tutte quelle situazioni che poi hanno portato un degrado molto rilevante anche alle strutture confinanti impedendo lo sviluppo e la riqualificazione», aggiunge Piciocchi. Si tratta quindi dell’edificio proprio accanto al ponte su lato via San Vincenzo, che era stato venduto da Spim a un privato, piazza Santo Stefano e appunto corso Podestà.
«Possiamo certamente immaginare una volta ristrutturato, di aprire al pubblico com’era già accaduto in passato, nelle modalità che poi valuteremo», conferma l’assessore.
Il progetto definitivo di restauro e consolidamento si articola in tre interventi: il rifacimento dei marciapiedi, solai a copertura delle canalizzazioni originarie per eliminare le infiltrazioni interne; il consolidamento delle balaustre in corso Andrea Podestà e dei rivestimenti marmorei dei fronti principali; il restauro degli apparati decorativi dell’intradosso delle volte dei tre fornici.
Dopo la messa in sicurezza dei ponteggi e l’allestimento dell’impalcato, in autunno è stata avviata la campagna di indagini mirata alla conoscenza del materiale costituivo gli intonaci della volta e degli elementi lapidei dei prospetti. La campagna è servita anche a comprendere le tecniche esecutive e costruttive utilizzate per stabilire la sequenza metodologica corretta in fase esecutiva. Alla luce di quanto emerso dall’indagine diagnostica preliminare e sulla base delle valutazioni effettuate sullo stato di conservazione del bene, è stata condotta una campagna di saggi di pulitura delle superfici, attraverso le quali è stato possibile individuare le metodologie di intervento più adeguate alla rimozione di materiale secondario lesivo e l’identificazione delle integrazioni realizzate durante un intervento di restauro precedente.
I saggi di pulitura hanno interessato l’apparato decorativo dell’intradosso della volta per rimuovere gli strati di materiale secondario, non compatibili con il substrato, e contemporaneamente di identificare in maniera puntuale gli strati sovrapposti alle superfici originali.
Elena Franceschini direttore tecnico di Maelle Restauri spiega: «È stato possibile valutare tutte le stratificazioni sia sull’intonaco sia sulla pietra. Sull’intonaco abbiamo trovato una pittura giallo scura che stiamo rimuovendo e delle integrazioni in cemento molto importanti. Quindi abbiamo proceduto a rimuovere sia l’area di pintura sia il cemento ed è stato possibile recuperare due superfici originali che verranno entrambe restaurate. Quindi la superficie originale del ponte di quando è stata costruita che si differenzia perché ha un quadrettato inciso con uno stampino ed è di un colore giallino rosato e un’altra superficie sempre ad imitazione però invece che essere realizzata con gli stampini è stata realizzata a mano che è leggermente più rosata e più scura. Queste due superfici verranno entrambe restaurate anche se una appartiene a una fase di restauro e una appartiene alla fase costitutiva del del ponte. L’altro intervento invece riguarderà i prospetti in lapideo, su cui è stata condotta una campagna di analisi più che altro perché c’erano delle differenze rispetto a come reagivano i materiali alle prime prove di pulitura. Attraverso questa campagna è stato possibile stabilire che il ponte fosse interessato totalmente da una ridipintura con calce bianca. Quella che si vedeva di colore bianco. Quindi questa ridipintura verrà rimossa in fase di restauro se sarà possibile recuperare la superficie originale della pietra in marmo botticino che avrà due o tre tipologie di colore perché son stati usati due o tre tipi di marmo. Quella superficie marmorea è perfettamente sana».
Le prove di pulitura sono state effettuate sulle superfici lapidee dei prospetti (in marmo Botticino) per stabilire, principalmente, una corretta consequenzialità delle operazioni previste in fase esecutiva per la rimozione dell’attacco microbiologico (che interessa in maniera diffusa e radicata l’interno delle microfessurazioni della pietra), la riduzione dei depositi di calcare, delle croste nere, la rimozione delle patine di sporco e dei depositi di smog e pulviscolo. Attualmente, sulla base dei risultati ottenuti dalla campagna d’indagine e dalle campionature effettuate, le lavorazioni di pulitura proseguono a regime, riguardando le superfici lapidee e intonacate dei prospetti, oltre agli intonaci delle volte.
Dalla prossima settimana inizierà l’intervento che riguarderà corso Podestà e il suo sottosuolo con il rifacimento dei marciapiedi e del manto stradale, con l’impermeabilizzazione dei cunicoli sottostanti e la regimentazione delle acque per eliminare definitivamente la possibilità di infiltrazione dell’acqua nella volta del ponte, causandone irrimediabilmente l’ammaloramento.
Carlo Cresta, dell’omonima impresa, chiarisce: «Su corso Podestà verrà fatto uno scavo per elevare la quota della struttura del ponte e lì verrà messa una guaina pianeggiante in modo da impedire all’acqua di filtrare. A quel punto poi si costruisce la strada con le caditoie per la raccolta delle acque di canalizzazione e a quel punto il ponte sarà protetto dalle infiltrazioni. Tutte le utenze stanno sopra questa guaina, così quando faremo poi manutenzione per i prossimi anni lavoreremo sopra senza danneggiarla. Da lunedì 19 parte la chiusura dell’area di cantiere per iniziare poi gli scavi. Durante i lavori verranno rifatti anche i marciapiedi. Durante i lavori ci sarà una riduzione dei parcheggi, ma verrà mantenuta la viabilità a doppio senso di marcia.
I lavori su corso Podestà dureranno circa sei mesi: per i primi tre mesi, l’intervento riguarderà solo la porzione di strada lato Levante (lato Brignole) e nei successivi tre mesi si procederà, con le analoghe modalità, con l’intervento sul fronte di Ponente (lato De Ferrari).
Una volta conclusi i lavori sull’estradosso del Ponte, sarà eliminata la causa principale di ammaloramento della struttura. Poi si procederà alle opere di consolidamento e finitura degli intonaci e dei materiali lapidei, in facciata e nella volta per poi proseguire con le lavorazioni di restauro nei due passaggi pedonali laterali del Ponte in via XX Settembre.
Entro ottobre 2025 è prevista la fine dei lavori, in anticipo rispetto alla milestone Pnrr fissata per il 30 marzo 2026.
Su corso Podestà è ancora in ballo tutta la questione dei pini che l’amministrazione intendeva tagliare per questioni legate alle infiltrazioni e alle richieste edilizie dei proprietari dei locali sottostanti: «Ci siamo fermati − conferma Piciocchi − nel senso che sino all’ultimo, siccome ci sono professionisti che sostengono che ci sarebbero delle soluzioni alternative, ho ritenuto di fermare il nostro progetto. Che non vuol dire abbandonarlo definitivamente perché noi dobbiamo assolutamente intervenire e farlo velocemente. In attesa di verificare queste evidenze tecniche e scientifiche che ci vogliono rappresentare le alternative. Siamo i primi interessati a salvaguardare gli alberi perché corso Podestà è un bene monumentale. Credo però che le cose vadano prese in mano perché poi purtroppo aumenta il degrado».
In via degli Archi invece c’è un progetto di pedonalizzazione che si collegava anche al decoro della ripavimentazione a cura di Spim. L’intervento è correlato alla risistemazione delle aree collegate al Ponte visto che anche lì ci sono degli ammaloramenti e dei degradi che dipendono anche dalla situazione critica a cui si è arrivati oggi.
Saranno circa una dozzina le persone che lavoreranno in questo cantiere.