Hanno chiuso in rialzo le Borse europee al termine di una settimana turbata dai dati sull’inflazione americana salita oltre le attese. Hanno spinto i listini i conti dei colossi bancari Wells Fargo, JPMorgan, Bank of America e Citigroup e l’inatteso calo mensile dei prezzi alla produzione negli Usa che rafforza la possibilità di un imminente taglio dei tassi d’interesse da parte della Fed:
Milano +0,73%, Londra +0,74%, Francoforte +0,95%, Parigi +1,05%, Madrid +0,78%. Spread Btp/Bund sui 159 punti (variazione -0,90%, rendimento Btp 10 anni +3,73%, rendimento Bund 10 anni +2,14%).
A Piazza Affari guida il listino principale Terna (+3,59%) in una giornata favorevole alle utility dopo le aste per l’assegnazione dei 4,5 milioni di clienti che devono uscire dal regime di maggior tutela dell’energia elettrica. In coda è finita Stellantis -0,75%), in linea con il settore (l’Euro Stoxx 600 di settore a è -0,9%). La guerra in Medio Oriente e il terrorismo nel Mar Rosso spingono i prezzi del petrolio (il Brent marzo viaggia a 78,53 dollari al barile (+1,45%) e il Wti febbraio a 73 dollari (+1,4) e i titoli oil in Borsa (Saipem +2,77%, Eni +1,55%). Anche il gas torna a salire sulla piattaforma Ttf di Amsterdam a circa 31,8 euro al megawattora (+3,19%). Sul valutario, l’euro vale 1,09719 dollari (1,0944 dollari al closing della vigilia) e 158,66 yen (159,90 ieri in chiusura).